Chi ha ucciso Laura Palmer?
Agli inizi degli anni '90, la domanda era una e una sola: chi ha ucciso Laura Palmer? Sì, perché Twin Peaks, di David Lynch, una delle serie TV maggiormente seguite e discusse di quel periodo, forse addirittura la prima ad aver generato veri e propri gruppi d'ascolto, iniziava col ritrovamento del cadavere di una ragazza. Attorno a questo omicidio ruota la trama, in una realtà onirica e spiazzante che fa da scenario alle indagini dell'agente dell'FBI Dale Cooper. Twin Peaks avvinghia e seduce milioni di telespettatori per due stagioni, fino al 1991, ma gli episodi finali sono trasmessi a singhiozzo e, sebbene si fossero create le basi per una terza stagione attraverso un epilogo aperto, lo show fu definitivamente cancellato dopo il trentesimo episodio.
Le motivazioni sono tra le più disparate e principalmente riguardano la scelta del network ABC di rivelare l'identità dell'assassino di Laura Palmer (che non vi riveliamo, per evitare spoiler). Come previsto da David Lynch e dallo sceneggiatore Mark Frost, i padri artistici dell'opera, una volta svelato il mistero principale, la serie ebbe una brusca riduzione degli ascolti, cui non riuscirono a porre rimedio nemmeno le altre sottotrame preparate. Sebbene colpevole della mossa infelice, bisogna però ricordare che la ABC era stata all'inizio entusiasta di quanto David Lynch e Mark Frost si apprestavano a fare. La particolare estetica del primo, la sua capacità di circondare di surrealismo ogni inquadratura, d'infilare il bizzarro e l'elemento straniante su uno sfondo comunque coerente e realistico, fanno di Twin Peaks una serie TV difficile da inquadrare ed etichettare. Parliamo di una soap con elementi polizieschi e con alcune sfumature horror. Un Dallas, il cui successo l'emittente voleva in qualche modo cavalcare, parodistico e parodiato già dal tormentone che fa il verso al famoso e antecedente: «Chi ha sparato a JR?». Un'opera bifronte, un po' giallo, un po' noir, difficile da definire per intero, come anche solo da localizzare nel tempo. Se, infatti, le vicende sono ambientate nel 1989, non mancano riferimenti estetici agli anni '50, nei costumi, per esempio, o nelle musiche. A proposito della colonna sonora, a contribuire notevolmente al successo fu anche la sigla d'apertura, composta da Angelo Badalamenti, perfettamente incastonata nel look generale di Twin Peaks e nella sua dualità. Mescola immagini naturali con gli ingranaggi di una segheria e nel nome della stessa cittadina: Picchi Gemelli, Twin Peaks appunto.
Cittadina magica o solo anticamera dell'Inferno, Twin Peaks è un luogo strano, ricco di personaggi dalla dubbia moralità che convivono con nani e demoni provenienti da dimensioni parallele e, nemmeno troppo difficile a immaginarsi, può corrompere come un cancro l'intera società americana. Inoltre, è bene ricordarlo, questo elemento per alcuni versi onirico e visionario andava a fondersi con un protagonista tipico di certa letteratura: la provincia statunitense, che sotto il manto della rispettabilità, nasconde le peggiori perversioni e deviazioni. Sì, perché se di dualità parliamo, allora la principale è tra Bene e Male; se spesso ci è difficile identificare gli agenti dell'una o dell'altra parte, sappiamo bene interpretarne le azioni e su quelle basare la nostra personale indagine. L'assassino di Laura Palmer è sicuramente il Male, Cooper (interpretato da un algido Kyle MacLachlan) invece è il Bene, ma quanto David Lynch tiene a mostrarci sono tutte le altre persone e come esse si muovono tra questi due estremi. Uomini e donne ondeggiano come un pendolo al di qua e al di là di quella sottile linea di confine. Ci troviamo di fronte a un racconto ricco di elementi sovrannaturali ma che, alla fine, si risolve nel più umano dei piani e la magia rimane solo presente come un'ombra minacciosa, forse un fantasma, forse un semplice riflesso della parte più nera dell'animo umano. Alla fine della serie il dubbio rimane e la spiegazione di tutto, sebbene ormai sappiamo chi abbia fatto cosa, almeno in parte, non ci soddisfa, né ci tranquillizza. Rimaniamo, quindi, con la nostra razionalità perfettamente appagata, eppure inefficace, inutile o, più semplicemente, inadatta a spiegare il mondo e la storia che abbiamo appena visto.
Straniante oltre ogni misura, in questo metaforico metterci con le spalle al muro sollevandoci per il bavero per poi picchiarci selvaggiamente, si deve cercare il segreto del successo della serie, anche nelle influenze sugli show successivi. Perché senza Twin Peaks, è bene ricordarlo, non avremmo avuto Lost, per esempio, e tutte le altre serie TV che di misteri e doppie chiavi di lettura hanno fatto il loro marchio di fabbrica. Twin Peaks, inoltre, si distingue anche in quanto uno dei rari casi nel quale un regista che snobbava la televisione, reputandola cosa da poco conto, riesce a trasferire perfettamente la sua visione confrontandosi con un mezzo espressivo che ha tempi e tecniche narrative diverse dalla pellicola cinematografica.
Della storia di Laura Palmer, comunque, David Lynch sembra essersi innamorato a sua volta, visto che ha poi prodotto un vero film, Fuoco cammina con me (1992), un prequel che ripercorre l'ultima settimana di vita della ragazza. Innamorato sì, al punto che lo stesso regista, una volta ottenuto il budget ritenuto congruo, ha lavorato al sequel di Twin Peaks, preannunciato più volte nel giubilo dei fan di tutto il mondo e finalmente concretizzatosi nel 2017. Twin Peaks: il Ritorno è stato un evento televisivo che ha richiamato di fronte al piccolo schermo milioni di telespettatori. E si tratta di un amore capace di coinvolgere anche tutta la famiglia dei creatori, poiché la figlia di David Lynch ha scritto, parallelamente al telefilm, il libro Il Diario Segreto di Laura Palmer, sulla vita della ragazza, dal suo dodicesimo compleanno fino alla morte; il fratello dello sceneggiatore Mark Frost, invece, s'è cimentato in un'autobiografia dell'agente Cooper. Non mancano, poi, guide più o meno ufficiali alla ridente cittadina che fa da sfondo alla vicenda, ma purtroppo non sono mai state stampate in Italia. Insomma, l'universo di Twin Peaks va ben oltre lo schermo e, per chi volesse confrontarsi con esso per la prima volta, non c'è che da scegliere il punto di partenza. Noi la serie TV la consigliamo: è un cult indiscutibile, peraltro recentemente riproposto in uno splendido cofanetto celebrativo dei suoi 25 anni di vita.
di Alessandro Sparatore
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Scheda
• Titolo: I Segreti di Twin Peaks (Twin Peaks)
Anno: 1990-1991
Episodi: 30
• Titolo: Twin Peaks: il Ritorno (Twin Peaks)
Anno: 2017
Episodi: 18
• Titolo:
Fuoco cammina con me (1992)
• Sigla