Gene Roddenberry: la frontiera utopica del padre di Star Trek

gene roddenberry in una celebre foto in cui siede alla sua scrivania accanto a un modello gigaqnte dell'enterprise xhe tutti vorremmo avere - nerdface

Gene Roddenberry

un ritratto di gene roddenberry in bianco e nero mentre tiene in mano un copione di star trek - nerdface

«Star Trek was an attempt to say that humanity will reach maturity and wisdom on the day that it begins not just to tolerate, but take a special delight in differences in ideas and differences in life forms».

Il cowboy spaziale

Dei nomi più significativi nella mitologia nerd, quello di Gene Roddenberry è sicuramente tra i meglio conosciuti e penso che solo per pochissimi di voi servirà una presentazione adeguata. Tuttavia, per i più giovani o distratti tenterò di raccontare cosa abbia significato per il nostro mondo e perché il suo risuoni ancora oggi, a molti anni dalla sua scomparsa.

Un eroe

Gene Roddenberry, potrei dire, era un soldato, o meglio, un pilota dell’Aeronautica Militare degli USA e prestò servizio durante la Seconda Guerra Mondiale. Di stanza nel Pacifico, ebbe anche la possibilità di distinguersi, tanto da ricevere una decorazione d’onore. Un pilota e anche un eroe, non solo per le sue imprese di guerra. Alla fine del conflitto, infatti, Gene Roddenberry divenne pilota civile e capitò che un volo della Pan Am dovette fare un atterraggio di fortuna. L’uomo era a bordo, pur non essendone il pilota, e aiutò molti passeggeri coinvolti nell’incidente; successivamente prestò servizio presso il Dipartimento di Polizia di Los Angeles.

gene roddenberry è il terzo da destra insieme ai suoi compagni di volo - nerdface

Pilota, eroe, poliziotto. Ma anche autore, sicuramente la veste per la quale è più conosciuto. Da piccolo, infatti, Gene Roddenberry aveva sviluppato una passione vera per i racconti delle riviste pulp e metterà a frutto le sue letture iniziando a scrivere per la TV. Dal 1956 lavora a numerose serie e scrive molti episodi di show diversi, alcuni dei quali sono anche premiati dalla critica. Sono serie drammatiche, come West Point, o simil poliziesche, ma a tirare davvero in quegli anni è il Western e Gene Roddenberry si adegua. Ma fino ad un certo punto

La genesi di Star Trek

Gli capita, infatti, d’essere ingaggiato per scrivere una serie chiamata Riverboat, ambientata lungo il Mississippi. Gene Roddenberry scopre, però, che la produzione non vuole nessun attore di colore e il casino che l’autore pianta per tale scelta è talmente forte, da essere licenziato. Tuttavia il tarlo del Western continuerà a solleticarlo e, finalmente, nel 1964 vedrà la luce una sua particolare visione di Western nello Spazio. Sto parlando, ovviamente, di Star Trek.

Il pilot

Si realizza un pilot, che però non piace e dal quale la produzione vorrebbe eliminare il personaggio di Spock. Ormai lo avrete capito, difficile mettersi contro Gene Roddenberry… E dunque l’autore la spunta, garantendosi più controllo. Ne nasce una particolare visione della sua utopia, con un cast di eroi multietnico, che viaggiano da esploratori in una galassia ricca di insidie, ma anche di meraviglie.

gene roddenberry è dietro il regista e ai tre protagonisti principali di star trek durante le riprese - nerdface

Il mondo di Star Trek abbandona ogni divisione di genere e razza; i suoi abitanti vivono per la scoperta e la conoscenza. Inutile dire che in breve Star Trek conquista moltissimi fan, che ne seguono le purtroppo sole 3 stagioni. Sono totalmente sedotti in primis dall’utopia mostrata, poi da uno dei cast più riusciti della storia della TV.

Un equipaggio indimenticabile

I personaggi creati da Gene Roddenberry sono complementari l’uno all’altro. Spock con la sua logica, Bones coi suoi modi rudi; il Capitano Kirk spesso come vertice e mediatore tra i due estremi. Poi Uhura, donna di colore ma pienamente inserita nel novero degli eroi di Star Trek; persino Sulu, che da semplice pilota crescerà fino a diventare, ma fuori dalla serie, Capitano egli stesso. Poi Chekov, un russo a bordo in piena Guerra Fredda; infine Scotty, Ingegnere Capo dell’Enterprise, una delle astronavi più famose e amate del mondo.

L’ultima frontiera

La missione quinquennale per arrivare «dove nessun uomo è mai giunto prima» porta gli eroi a confrontarsi con culture aliene, non tutte malvagie o pericolose, alcune semplicemente diverse, come i Tamariani, che comunicano solo con metafore riferite alla loro mitologia e omaggiati recentemente nella serie Lower Decks, o come le diverse forme di energie senzienti che l’Enterprise incrocia durante i suoi viaggi.

Next Generation

Insomma, Gene Roddenberry voleva ricreare il senso di meraviglia della vera esplorazione e ci riesce, ancor di più, con Next Generation serie TV con la quale, venti anni dopo, bissa e amplifica il successo della sua creazione, avendone ormai il controllo pressoché totale e potendo evidenziare ulteriormente la sua utopia. Gene Roddenberry purtroppo muore nel 1991: riesce a vedere il successo di Next Generation, ma è costretto a non lavorare più agli episodi. Ironia della sorte, anche in questo caso alla terza stagione.

Un nuovo universo narrativo

Tuttavia, a differenza del passato che aveva visto serie animate e film sostituirsi agli episodi in TV, stavolta il brand è rodatissimo e sopravvive in gran forma ben oltre il suo creatore. Sono parecchie le serie successive a Next Generation, alcune ambientate prima dei viaggi di Kirk, come Enterprise e Discovery, altre parallele alla Next Generation: rappresentano ognuna un tassello che descrive meglio l’enormità dell’universo narrativo di Star Trek.

Le serie ispirate a Star Trek

Ci sono serie TV, poi, che ne traggono ispirazione totale, come The Orville, che vi consiglio perché si sforza tantissimo, spesso riuscendoci, di riportare il senso di meraviglia che Gene Roddenberry volle per la sua frontiera spaziale, diventando di fatto un vero e proprio tributo sia al creatore, che alla sua creatura.

il cast di star trek e gene roddenberry alla sede della nasa, davanti uno shuttle - nerdface

Gene Roddenberry: un pilota, un eroe, un poliziotto, uno scrittore. Un sognatore, specialmente. Era tutte questi uomini assieme e il suo contributo al mondo della Fantascienza e del nostro immaginario è stato ed è ancora fortissimo. Ecco perché non andrebbe dimenticato mai ed ecco perché, se volessimo davvero omaggiarlo, dovremmo tendere come specie alla realizzazione della sua visione del futuro: pacifico, stimolante, unito e avanzato socialmente, prima ancora che tecnologicamente.

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