A seguito dei feedback positivi e, soprattutto, costruttivi degli utenti, Bulwark: falconeer chronicles si è trasformato in Bulwark evolution: falconeer chronicles. L’evoluzione cui si fa riferimento è proprio quella che noi abbiamo provato. Sarà valsa la pena rimettere mano in maniera tanto importante al gioco? Vediamolo insieme.

Trama

Bulwark evolution: falconeer chronicles è ambientato nello stesso universo del precedente The falconeer. Nelle aree oceaniche di The Great Ursee, questa volta avremo il compito di creare, sviluppare e difendere la nostra città. Le minacce sono tante e potrebbero arrivare in qualsiasi momento, ma la responsabilità è troppo grande: l’umanità e la nostra gente devono riprendersi e ripartire dopo la catastrofica guerra che le ha messe in ginocchio.

Gameplay

Bulwark evolution: falconeer chronicles è un city building game interessante sotto molti aspetti. Come dinamiche generali rispetta i classici canoni del genere, dunque saremo impegnati nel gestire le risorse al meglio per creare città bilanciate, accompagnate da difese efficaci contro gli attacchi esterni.

La vera e propria rivoluzione sta, invece, proprio nel gameplay, in come si realizzano tali meccaniche. Nei city building game tradizionali siamo costretti molto spesso a dover gestire una miriade di tasti per effettuare le varie operazioni, ritrovandoci in questo modo ad avere davanti praticamente la plancia di comando dell’Enterprise di Star Trek. In Bulwark evolution: falconeer chronicles non è più così. Nonostante il livello di possibilità di gioco abbia poco o nulla da invidiare ai suoi predecessori, il titolo di Tomas Sala ci mette a disposizione tre o quattro tasti, andando a semplificare enormemente la nostra esperienza di gioco.

Feeling

Lo snellimento del gameplay non può che essere una mano santa per i gamer più casual, che non si ritroveranno sopraffatti da un’infinità di tasti o da tutorial altrettanto corposi. Questo rende il titolo e, di conseguenza, il genere stesso molto più pop e accessibili. Dal punto di vista grafico anche qui non ci troviamo ad avere a che fare con un colossal, ma Bulwark evolution: falconeer chronicles riesce comunque a proporci un ambiente affascinante condito da un design delle strutture e degli elementi coerente e interessante.

L’ottima colonna sonora contribuisce a una buona immersività. La sfida non sembra essere uno dei punti focali di questo titolo, che, a tratti, pare incoraggiare più all’esplorazione e alla scoperta della lore piuttosto che alla strenua difesa del proprio avamposto. Ne viene così un’esperienza più rilassante rispetto a molti altri videogiochi del genere.

Conclusioni

Bulwark evolution: falconeer chronicles punta sulla semplicità nella sfida con i suoi concorrenti, facendone un proprio punto di forza e dimostrando che non serve necessariamente complicare le cose ai giocatori per proporre un titolo valido. Si tratta, in un certo senso, di un gioco autoriale, sia per queste innovazioni nel gameplay, sia per i suoi innegabili meriti in design e grafica. Questo one man show di Tomas Sala ci mostra come, a volte, buone idee e una certa ispirazione possano dire la propria anche in mezzo ai giganti.