Dinosauri nella rete: il caso Cangini e Cocaweb | Editoriale

il teschio inquietante della cover del libro - nerdface

Dinosauri nella rete

Nel 1605 Cervantes pubblicava il suo Don Chisciotte, un libro che denunciava l’incapacità della classe dirigente spagnola dell’epoca d’adattarsi al cambiamento dei tempi. Nel romanzo erano i poemi cavallereschi a corrompere le menti delle persone, portandole alla pazzia: un colpevole di comodo su cui scaricare la semplice inadeguatezza nei confronti di un tempo che, come sempre, non fa sconti a nessuno. Non era facile stare al passo dei cambiamenti della società allora come non lo è oggi, per le molteplici dinamiche in gioco e la difficoltà a coglierne gli aspetti. Da sempre è più comodo trovare un colpevole e imputargli ogni responsabilità.

Cangini contro il web

Accade, dunque, che il Senatore Andrea Cangini s’arrovelli su un problema reale, convochi anche una Commissione Istruzione e, alla fine di uno sforzo che immaginiamo mastodontico, riesca finalmente a individuare il colpevole di tutti i mali che affliggono i giovani: il web. Succede che aggiunga nel calderone pure i social, gli smartphone, i videogiochi e tutta «quella roba lì», come dichiarato al TG1 qualche tempo fa. Non pago delle sue fatiche, il Senatore raccoglie tutto in un testo sudatissimo, che intitola Cocaweb, rivendicando per sé il dono della sintesi visto che, a suo dire, descrive perfettamente il problema.

il senatore cangini sorride - nerdface

«Le sostanze e i meccanismi chimici che coinvolgono il cervello dei nostri giovani sono gli stessi quando giocano ai videogame o stanno sui social di quelli che vengono generati dalla cocaina», scrive il Senatore, al quale hanno sicuramente spiegato che, quando fai una cosa che ti piace, provi piacere nel farla. È così, si tratta di un meccanismo atavico, lo stesso che ci spinge a fare sesso, mangiare, dormire o praticare sport. La formula corretta sarebbe: «È la cocaina a far produrre al nostro cervello le stesse risposte chimiche che si avrebbero durante una qualunque attività che ci piace intraprendere», perché è proprio in questa sua simulazione la pericolosità dell’assuefazione.

Un errore di logica

Quindi, semplicemente, il Senatore Cangini è caduto in una piccola fallacia logica. L’alternativa significherebbe che abbia volutamente travisato il significato di quanto gli esperti di marketing hanno forse suggerito, al fine di trovare un titolo più sensazionalistico al libro. Preferiamo non pensarlo, perché seguendo il suo ragionamento potremmo inaugurare una collana e pubblicare i libri Coca calcetto, o Coca sesso, o Coca pizza con gli amici, o il terribile Coca pennichella. Sono tutte attività che, per usare le sue parole vergate in Cocaweb, «producono nel cervello le stesse risposta chimiche della cocaina». Capito dove sta il travisamento?

L’origine del male

Ancora, il Senatore Cangini nella sinossi del suo libro lancia un allarme sentito: «Calano le facoltà mentali dei più giovani, aumenta il loro disagio psicologico. Ansia, stress, depressione, disturbi alimentari, autolesionismo, aggressività…» e identifica l’origine di questi malesseri in «una vita trascorsa usando social, video, chat e videogiochi». Qui il discorso è un po’ lacunoso. Per prima cosa non è chiaro cosa intenda con facoltà mentali. È una parte non trascurabile. Si riferisce al Q.I.? Alle mere abilità di calcolo? Sembra si riferisca, piuttosto, al fenomeno dell’analfabetismo funzionale in aumento che, però, è in essere da almeno tre decenni (un italiano su tre era un analfabeta funzionale già nel primo decennio del 2000) e coinvolge principalmente la generazione precedente a quella cui si riferisce Cangini. La stessa di cui fa parte lui.

Eco e l’invasione degli imbecilli

È un fenomeno che abbiamo notato tutti, proprio perché è diventato più evidente grazie ai social. Umberto Eco lo disse già nel 2015: «I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli». Non fu una previsione in avanti nei tempi, quanto la constatazione di un fenomeno già esistente.

il cavo di uno smartphone lega i polsi di un ragazzo - nerdface

Eco non si sarebbe mai sognato d’accusare i social di creare gli imbecilli, al contrario invitava i giornalisti, categoria d’appartenenza del Senatore Cangini, peraltro, a «dedicare almeno due pagine all’analisi critica dei siti» e i professori a «insegnare ai ragazzi a utilizzare i siti per fare i temi. Saper copiare è una virtù, ma bisogna paragonare le informazioni per capire se siano attendibili o meno». Parole cadute nel vuoto, visto che i giornali hanno finito per cavalcare l’onda delle scempiaggini e la scuola s’è spesso dimostrata inadeguata a fornire strumenti per una corretta interpretazione del mondo.

Videogiochi per crescere

Come può, dunque, il Senatore Cangini additare il web della causa dei mali di cui lo accusa, se si tratta solo di uno strumento che proprio la sua generazione dovrebbe studiare, per poi educarne all’uso i propri figli? Ancora una volta viene il dubbio che il Senatore Cangini non abbia ben capito cosa gli era esposto, che l’abbia semplificato e che abbia trovato un bersaglio di comodo. L’alternativa sarebbe che abbia volutamente travisato anni di studi e di ricerche, che hanno dimostrato come al contrario il web e i videogiochi si siano dimostrati più che utili nello sviluppo di capacità fisiche e mentali, come scritto in Neural basis of video gaming: a systematic review del 2017 e in altri ancora, addirittura precedenti.

Cosa alimenta davvero la ludopatia?

Ovviamente il problema della dipendenza esiste ed è reale. Additare i videogiochi come la causa delle ludopatie è, però, decisamente eccessivo. Viviamo in un mondo nel quale ogni bar ha una sua macchinetta del videopoker o di slot machine, un mondo nel quale occorre fare la fila al tabaccaio per aspettare che i giocatori compulsivi abbiano finito le loro puntate, in cui le estrazioni del Lotto sono letteralmente ogni cinque minuti, dove i Gratta e Vinci vanno via come una volta le Goleador. È un fenomeno ovviamente regolamentato, di modo che i minori non possano accedervi, ma fin da piccoli ne sono circondati. Siamo sicuri che non sia questo a creare una predisposizione a una futura ludopatia? E che la sfogheranno più con la Playstation che con la Lottomatica?

un ragazzo di fronte alle slot si tiene la testa e sembra disperato - nerdface

Quanto poi ai disagi esposti sempre nella sinossi di Cocaweb, anche in questo caso identificare la causa nel web (termine che usiamo in senso lato e inappropriato, proprio come fa il Senatore Cangini, ma più consapevolmente) ci sembra una sovversione del rapporto causa-effetto. Per anni il nostro Paese è stato governato da veri dinosauri, siamo una gerontocrazia a tutti gli effetti e nessuno lascia spazio ai giovani; hanno letteralmente mangiato il futuro di due generazioni, quella dei quarantenni di oggi e quella successiva. Sembra così incredibile, con questi presupposti, che un giovane cerchi una valvola di sfogo appagante in mondi di fantasia, in film, serie TV, libri e infine in videogiochi e web?

Il vero scandalo

Il vero scandalo, semmai, è nell’assenza di un’offerta culturale e nella responsabilità di chi decide di non renderla fruibile. La TV nazionale propone qualche programma culturale, ma in fasce scomode di palinsesto; si finanziano fiction e cinepanettoni, ma si glissa su programmi che potrebbero aiutare genitori e figli a maturare una maggiore consapevolezza del mondo e dei suoi cambiamenti. Dopo averci instupidito, volutamente o per negligenza, la classe dirigente s’accorge che genitori ignoranti e impreparati allevano figli ignoranti e impreparati. In questo senso, il Senatore Cangini sfonda una porta aperta, lanciando un messaggio rassicurante e che solleva lui per primo da ogni responsabilità, assolvendo al contempo chi ha tenuto il timone negli ultimi trent’anni.

Un dubbio

Viene il dubbio che queste promesse siano in realtà minacce rivolte all’industria dell’intrattenimento videoludico, industria finora ignorata e libera dal diretto controllo politico. È un dubbio infondato, sicuramente, ma nel momento nel quale si promettono leggi restrittive, che minacciano i profitti, si gettano le condizioni per porre un intero settore sotto ricatto. Ma sicuramente non è questo il caso. Il Senatore Cangini ha certamente a cuore il futuro delle nuove generazioni ma, semplicemente, nella fretta di trovare una soluzione, non ha interpretato bene i testi e le parole degli esperti: da dinosauro, è caduto nella rete. L’alternativa sarebbe inquietante, come lo è chi voglia giocare con la pancia dei suoi elettori e vendere più copie di un libro, cavalcando l’onda sensazionalistica da egli stesso creata.

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