Doom | Il Re degli FPS è tornato | Recensione

il protagonista di doom è circondato dai demoni - nerdface
la cover del reboot di doom del 2016 - nerdface

Il voto di Nerdface:
4.0 out of 5.0 stars

PRO

  • Frenetico, caotico e violento
  • Un omaggio alla vecchia scuola
  • Grafica molto curata

CONTRO

  • Multiplayer da rivedere
Serie Doom
Uscita 13 Maggio 2016
Gameplay Single player
Multiplayer
Anno 2016
Piattaforme Google Stadia
Nintendo Switch
PC Windows
PS4
XBOX One
Genere Fantascienza
FPS
Horror
Sparatutto
Sviluppatore id Software
Produttore Bethesda Softworks
Distributore Bethesda Softworks
Piattaforma testata XBOX One

Il voto di Nerdface:
4.0 out of 5.0 stars

Ventitré anni fa, due giovanotti di nome John Carmack e John Romero, insieme ai ragazzi di ID Software, diedero vita al filone degli FPS (First Person Shooter), dando alla luce il primo, storico, Wolfenstein 3D, un videogame caratterizzato da una grafica all’avanguardia (almeno secondo gli standard dell’epoca), un gameplay frenetico e violento a sufficienza e un’ambientazione che fece divertire migliaia di gamer.

Il primo Doom

Non contenti del risultato ottenuto, pensarono bene d’approfondire il discorso, immettendo sul mercato un prodotto destinato a fare la storia. È il 1993 quando Doom, nuovo shooter in prima persona, alzò l’asticella di svariate misure nel mondo degli FPS. Ambientazioni infernali, orde di demoni da sterminare senza pietà, texture elaborate, grafica 3D, musica metal a 8 bit e meccaniche di gioco talmente perfette, che avrebbero stabilito il canone di riferimento per gli anni a venire.

Agli albori dei multiplayer

Il successo di Doom fu senza eguali: in tutto il mondo, gamer d’ogni età cominciarono a creare i primi lan party, ovvero reti locali composte da quattro PC, per sfidarsi a colpi di shotgun nelle arene di Doom, di fatto anticipando il fenomeno dei multiplayer competitivi online, che oggi conosciamo bene.

il protagonista di doom è circondato da demoni - nerdface

A questo punto, Carmack e Romero decisero di fare il passo decisivo, dando alla luce il capitolo definitivo, il videogame che davvero avrebbe rappresentato lo standard di riferimento per qualunque software house intenzionata a cimentarsi negli FPS: nel 1995 esce Doom 2 e, da quel giorno, il nostro mondo non fu più lo stesso. Doom 2, infatti, approfondì il discorso iniziato dal capitolo precedente: non aggiunse nulla di significativo, in realtà, ma migliorò sensibilmente tutti gli aspetti del gioco.

Il secondo Doom

Il giocatore si trovava ad affrontare orde infernali di demoni, armato di un arsenale che andava dalla semplice pistola, passando per mitragliatrici, shotgun, doppiette e bazooka vari, fino ad arrivare al mitico BFG9000 (acronimo di Big Fucking Gun, come fu poi rivelato negli anni a seguire), una specie di bomba atomica portatile, necessaria a spazzare via le orde più agguerrite. A questo arsenale si andava ad aggiungere anche la motosega, diventata icona stessa del gioco, con cui fare a pezzi i nemici in un profluvio di sangue e viscere che faceva letteralmente impazzire i giocatori.

Un fenomeno di massa

Doom 2 divenne un vero e proprio fenomeno di massa e contribuì alla nascita di una nuova generazione di giocatori, ai quali non bastava più l’avversario gestito dall’IA, preferendo affinare i riflessi e le dinamiche di gioco e sfidando utenti umani nelle arene della nascitura rete globale mondiale. A distanza di ventun anni, orfani dei fondatori Carmack e Romero e dopo una serie di titoli (Quake, Quake 2, Doom 3) che andarono a sviluppare il concetto iniziato dal primo Doom, ma incapaci di diventare fenomeni di costume, ID Software, ora prodotti da Bethesda, hanno deciso di rilanciare il loro titolo più importante.

due demoni di doom stanno per attaccare - nerdface

Non si tratta di un sequel, di un numero quattro della saga come sembrava sarebbe dovuto essere fino a qualche tempo fa, ma di un vero e proprio reboot che, di fatto, azzera tutto per ripartire sulle piattaforme Next Gen, confrontandosi con titoli derivativi come Halo. Una sfida difficile: se erano in tanti ad aspettare di tornare a Doom, c’era però il rischio concreto di dare alla luce un videogame ormai talmente classico nelle sue dinamiche di gioco da risultare anacronistico.

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Possiamo dire, però, che la scommessa di ID Software è stata vinta: il nuovo Doom è davvero quanto ci aspettavamo: frenetico, caotico, violento all’ennesima potenza e tremendamente divertente. Altro non è se non il titolo del 1993, aggiornato ai giorni nostri. Tanto semplice sulla carta, quanto difficile da realizzare.

Trama

Uno dei punti di forza di Doom è stata la (quasi) assenza di una trama, ridotta davvero all’essenziale. Ci svegliamo su un altare operatorio, nel mezzo di un qualche rituale d’evocazione: abbiamo appena il tempo di liberarci dalle catene, di trovare una pistola e di fare fuori i primi demoni, che il gioco è già entrato nel vivo.

un demone di doom spara all'impazzata - nerdface

Siamo su Marte, in una colonia dove sono effettuati esperimenti scientifici con una forma d’energia chiamata Argent, utilizzata da una scienziata folle per aprire portali dimensionali con l’Inferno, al fine di convogliare le armate demoniache nella nostra dimensione. A noi il compito d’impedirlo. Tutto qui. Per farlo, non dovremo risolvere enigmi, parlare con PNG o esplorare vaste aree alla ricerca di un oggetto fondamentale. No.

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Tutto ciò di cui avremo bisogno è il nostro arsenale, una copia esatta di quello originale, dalla motosega al BFG, tutti dovutamente evoluti ai giorni nostri, che ai più affezionati farà scendere una lacrima di commozione.

Rabbia!

Doom si sviluppa, quindi, su una serie di livelli della base infestata. Li dovremo ripulire fino a mettere piede nelle terre infernali, per richiudere il portale e mettere fine per sempre all’invasione demoniaca. Il protagonista del gioco  non avrà neanche occasione di far sentire la propria voce: la maggior parte delle volte le sue decisioni saranno guidate dalla rabbia e, spesso, andranno contro quanto suggerito dai pochissimi alleati che avremo nel gioco.

Gameplay

Doom è un FPS dalle meccaniche di gioco estremamente classiche e rodate. Il giocatore dovrà farsi strada a suon di proiettili attraverso la base, seguendo un percorso non del tutto obbligato, ma quasi, alla ricerca delle tre chiavi (verde, gialla e blu, altro omaggio ai titoli originali, necessarie per proseguire nel suo percorso di distruzione. Non sono presenti boss di fine livello, se non in un paio di occasioni, ma orde e orde di demoni che metteranno a dura prova il giocatore anche al livello normale di difficoltà, il caro vecchio Hurt Me Plenty.

Senza respiro

Appare evidente come gli sviluppatori abbiano lavorato di sottrazione anche nelle dinamiche di gioco, per rendere tutto ancora più lineare e immediato. Per questo motivo sono eliminati alcuni tratti distintivi degli shooter moderni, come la necessità di ricaricare le armi: non dovremo preoccuparci di niente, se non di sparare senza sosta, raccogliere munizioni e potenziamenti e andare avanti nel gioco senza praticamente mai un attimo di respiro.

uno dei demoni di doom sta per essere spazzato via - nerdface

È stato aggiunto, però, un menù di personalizzazione delle armi e dell’armatura Praetor, che ci permetterà di modificarle a seconda della necessità, aggiungendo mirini di precisione, lanciagranate e colpi potenziati. I movimenti del nostro marine meritano una nota a parte.

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Se, da una parte, la prima impressione è che il personaggio si muova con troppa facilità e, soprattutto, velocità in tutte le direzioni, appare d’altro canto evidente abbastanza presto come questa sia stata una scelta di coerenza rispetto ai capitoli precedenti, ma anche una necessità data dalla frenesia estrema di un gioco che non può lasciare spazio al realismo.

Uccisioni epiche

Un altro aspetto degno di nota sono le cosiddette uccisioni epiche: kill a mani nude davvero cruente e variegate, che potremo effettuare ogniqualvolta un nemico apparirà stordito. Questo aspetto nei primissimi momenti di gioco sembra quasi ridondante e inutile, ma uccidere senza sprecare munizioni diventerà assolutamente necessario quasi subito, se si vuole proseguire nel gioco.

Single player e multiplayer

Al single player è stata affiancata una modalità multiplayer che, al momento dell’uscita del titolo, non soddisfa pienamente le aspettative. Forse questo è l’unico aspetto in cui sembra che i ragazzi della ID Software abbiano dovuto inseguire i colleghi delle case concorrenti, non riuscendo però pienamente nel compito. Il multiplayer competitivo di Doom non convince appieno per diversi motivi: una dinamica di gioco troppo caotica e poco tattica, un’incomprensibile selezione tra tre diverse classi al momento del respawn (scelta che storicamente non appartiene a questo titolo) e, in generale, una sensazione di artificialità dei personaggi avversari che non restituisce un feeling soddisfacente durante il combattimento.

un demone di doom mostra le fauci - nerdface

Speriamo in una correzione di questo aspetto tramite una prossima patch. Menzione a parte merita, invece, l’editor di mappe multiplayer, vero omaggio al vecchio editor Deu che tanti di noi hanno dovuto smanettare per sfornare mappe sempre nuove da implementare nel gioco e che sicuramente ne allunga la longevità.

Feeling

Doom è senz’altro un titolo riuscito sotto quasi tutti gli aspetti. Una grafica notevole, che scorre stabilmente sui 60 FPS, almeno nella versione per PS4, è accompagnata da una colonna sonora metal industrial indiavolata, che sembra composta da Trent Reznor insieme agli Spliknot e a un gameplay semplice, efficace e divertente.

Conclusioni

Insomma, Doom è un videogame da giocare e rigiocare. Rende totalmente omaggio al passato e getta uno sguardo al futuro;: strizza fortemente l’occhio ai suoi vecchi sostenitori ma, al tempo stesso, dà una lezione preziosa di cosa sia stata la vecchia scuola alle nuove leve di gamer. Da un reboot di Doom non ci si poteva aspettare di meglio, peccato solo per i limiti del multiplayer, forse l’unico punto dolente di un titolo davvero azzeccato e curato in ogni aspetto.

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PRO

  • Frenetico, caotico e violento
  • Un omaggio alla vecchia scuola
  • Grafica molto curata

CONTRO

  • Multiplayer da rivedere
Serie Doom
Uscita 13 Maggio 2016
Gameplay Single player
Multiplayer
Anno 2016
Piattaforme Google Stadia
Nintendo Switch
PC Windows
PS4
XBOX One
Genere Fantascienza
FPS
Horror
Sparatutto
Sviluppatore id Software
Produttore Bethesda Softworks
Distributore Bethesda Softworks
Piattaforma testata XBOX One