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I doppiatori

In primo luogo, a dare voce al micio ci sono Chris Pratt e il doppiaggio di Maurizio Merluzzo, che non guasta. Poi, quest’avventura vede il pigro gatto uscire di casa per più di un quarto d’ora, interagire con personaggi decisamente azzeccati e, soprattutto, affrontare emozioni che vanno molto oltre la soddisfazione del palato o la beatitudine derivata dallo stare pancia all’aria tutto il giorno.

La regia

C’è di più: regia e sceneggiatura sono gestite da un duo d’eccezione, ovvero quei Mark Dindal e David Reynolds che, nel 2000, sfornarono quel capolavoro assoluto de Le follie dell’imperatore, per cui ancora ridiamo.

In questa sede replicano, impacchettando in una resa grafica davvero gradevole un bel miscuglio di commedia slapstick, parodie divertenti (Catflix è semplicemente geniale), buoni sentimenti, una versione molto più tollerabile del gattone sornione ma, soprattutto, la totale riabilitazione di Odie, che da canetto scemo passa al ruolo di silenzioso, spassosissimo deus ex machina.

In definitiva, pur restando lontano dall’Olimpo dell’intrattenimento animato, Garfield: una missione gustosa diverte, a tratti commuove (almeno le anime più innocenti), per poi farle tornare a ridere fino al più classico dei lieti fini.

Che pubblico siete?

Una sonora sconfitta per chi entra in sala deciso a bistrattare l’ennesima pellicola sullo stesso personaggio e non è in grado di cambiare idea; un bell’inizio per chi non lo conosce e si gode questa divertente sorpresa.

Attenzione: occhio al cast perché, se i ruoli di Nicholas Hoult, Snoop Dog e Ving Rhames sono pressoché impossibili da non indovinare, il sempre magnifico Samuel L. Jackson è un po’ più difficile da scovare, ma ovviamente impossibile da non apprezzare.