Il Gigante di Cardiff: bufala per grandi babbei | Weird Science

il gigante in tutta la sua falsa bellezza - nerdface

Il Gigante di Cardiff

una ripresa del gigante dalla testa - nerdface

«Ogni minuto nasce un babbeo».

Una bufala colossale

Sto per raccontare una storia che dovrebbe essere studiata bene da tutti. È la storia di una bufala colossale, capace, però, di trascinarsi per anni, fino ad arrivare ai giorni nostri. Un esempio di come ci si deve approcciare a certi scoop che si leggono un po’ ovunque di questi tempi e che, a un’analisi nemmeno troppo approfondita, si rivelano enormi fesserie.

Uno strano ritrovamento

Siamo nel 1869, in una fattoria dello Stato di New York. Il protagonista di questa storia, William C. Newell, dichiara d’aver trovato il corpo pietrificato di un gigante alto 3 metri e perfettamente conservato.

il gigante di cardiff è sollevato dal luogo del suo ritrovamento circondato da gente - nerdface

Quando arrivano i primi curiosi, non perde tempo: mette il corpo sotto una tenda e fa pagare un biglietto d’ingresso, iniziando a macinare soldi.

L’arrivo di Barnum

La notizia della sensazionale scoperta si diffonde in fretta e arriva alle orecchie di Barnum. Qui le cose iniziano a complicarsi. Per chi non lo sapesse, infatti, P.T. Barnum era il creatore del famoso circo omonimo specializzato in freak e stranezze varie: non stupisce se non vedesse l’ora d’accaparrarsi questa nuova attrazione.

il circo barnum espone il cartello che annuncia il gigante di cardiff e c'è la fila di curiosi fuori - nerdface

Il gigante, nel frattempo, era passato a un consorzio di cinque uomini ed era stato trasferito a Syracuse. Barnum fa la sua offerta, che però è rifiutata; quindi, senza perdersi d’animo, assume uno scultore col compito di farne una copia in cera, da cui poi ricava una statua in gesso che espone come originale, sostenendo che quella esposta a Syracuse fosse, quella sì, il falso.

Bufale in aula

Ne nasce una battaglia legale e la vicenda termina solo nel dicembre del 1870, quando George Hull, un tabaccaio di New York, confessa ai giornali d’aver organizzato una bufala, facendo scolpire la statua del gigante, provvedendo poi a invecchiarla con alcuni acidi e a trasportarla nella fattoria di suo cugino, William Newell. Hull dice che l’idea gli era nata dopo una discussione con un gruppo di cristiani su un passo della Genesi, nel quale sono citati proprio i giganti e lui, da ateo convinto, non aveva resistito alla tentazione di fare un tiro mancino.

Cosa imparare

Da questa storia possiamo trarre molteplici conclusioni. È falso affermare che tutti furono convinti della veridicità della scoperta, tanto per cominciare; anzi, molti archeologi dichiararono fin da subito che il gigante fosse un falso e altrettanti geologi contestarono che non vi era alcun motivo per scavare un pozzo artesiano nel luogo del ritrovamento.

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Il gigante, secondo Newell, era stato scoperto proprio durante lo scavo di un pozzo. A difendere a spada tratta l’autenticità della statua di gesso furono, invece, i fondamentalisti cristiani, troppo contenti d’aver trovato una prova con la quale sostenere che tutto quanto scritto nella Bibbia fosse vero, dimenticando il buon senso.

Prima lezione

Questa è la prima lezione che ci insegna il Gigante di Cardiff: ascoltate sempre chi ha studiato e su un argomento ne sa più di voi. Già, perché se è vero che eravamo nello scorso secolo per cui non era facile per tutti arrivare alle informazioni corrette, è invece vero che ai nostri giorni, dove la diffusione di internet ha creato una biblioteca virtualmente infinita di conoscenze, è impensabile cadere in certe bufale, se si ha la voglia d’andare ad approfondire un determinato argomento. O forse no.

Falsi per lucro

Spunta, infatti, a cadenza ciclica la foto di quell’archeologo che ha ritrovato lo scheletro di un gigante (photoshoppata, male anche) e in Sardegna c’è chi ancora oggi gira con ossa e dita di antichi giganti che, si dice, calcassero il suolo dell’isola in tempi remoti. Inutile dire che sono occasioni ghiotte per chi, nelle testate giornalistiche, deve riempire un buco o semplicemente, aumentare i click della pagina per avere indicizzazioni e sponsor. Così, mille gonzi ci cascano e la bufala si diffonde.

tre uomini intorno al gigante di cardiff - nerdface

Sono i soldi a muovere tutto. Si tratti di un libro da vendere, di una rivista, di spazi pubblicitari all’interno di trasmissioni televisive: chi perpetra la bufala non lo fa quasi mai in buona fede e, per questo, i peggiori tra i bufalari hanno eletto a nemici acerrimi tutte le persone che si affannano a diffondere buon senso. Il nemico peggiore è il Cicap, comitato di controllo sulle pseudo scienze, ma seguono Piero Angela, Massimo Polidoro e, in generale, chiunque dimostri, dati alla mano, che la scia chimica o il mostro di Loch Ness o i cerchi nel grano, siano buffonate che portano beneficio a chi, diffondendole, ci guadagna.

Seconda lezione

Come Newell faceva pagare il suo biglietto, così oggi la caratteristica principale è il lato economico, unita al corollario che ci sia una qualche cospirazione volta a tenere i cittadini all’oscuro di tutto.

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Dalla cura del cancro a base bicarbonato, fino ai poderosi effetti dell’aceto di mele per combattere le tremende scie chimiche, cioè la normale condensa dei motori degli aerei, cioè acqua, si fa leva sul sentimento di sentirsi una élite consapevole e illuminata, quando nella realtà si è semplicemente e modestamente colpevoli di non avere dimestichezza con un mezzo, la rete, che offre tutte le risposte, a patto di saperle discernere dalla quantità di spazzatura che la intasa. «Ogni minuto nasce un babbeo»: così disse David Hannum, uno dei proprietari del Gigante di Cardiff. Non dategli ragione ancora oggi.

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