«Voglio essere un grande eroe»

Arriverà nelle sale italiane dal 18 al 21 Novembre, distribuito da Nexo Digital, in collaborazione con Dynit, My Hero Academia: World Heroes’ Mission, il terzo lungometraggio della serie fenomeno che ha conquistato il primo posto del botteghino giapponese, battendo tutti i precedenti record di incassi.

Non conoscete My Hero Academia?!

My Hero Academia non è solo un anime. Attorno al suo universo, un mondo in cui i poteri soprannaturali fanno parte della vita quotidiana e i supereroi combattono chi minaccia la pace per raggiungere i propri scopi criminali, ruotano centinaia di prodotti dall’appeal sensazionale: i manga hanno sbriciolato ogni record di vendite, arrivando a raggiungere 50 milioni di copie in tutto il mondo; il videogioco per PS4 ha ottenuto ottime recensioni su tutti i siti specializzati; un vastissimo catalogo di merchandising, che spazia dalle t-shirt alle tazze, dai mousepad fino a calendari e portachiavi; la serie TV giunta in Italia alla quarta stagione e ormai diventata un classico dell’animazione giapponese.

Come tutto ebbe inizio

Il manga creato da Kōhei Horikoshi e serializzato su Weekly Shōnen Jump a partire dal 2014 segue il filone degli shōnen a base di supertizi, portato potentemente in auge da One-Punch Man ma, a differenza del capolavoro di One che fa esplodere il genere dall’interno attraverso la satira meta-narrativa, qui la situazione è decisamente più liscia. Per chi non fosse sul pezzo, le premesse sono pressappoco le medesime di X-Men e derivati: a un certo punto, per via di una mutazione genetica, parte dell’umanità inizia a sviluppare delle abilità chiamate Quirk, assimilabili ai classici superpoteri, e i loro possessori prontamente si dividono tra supercattivi e supereroi.

La storia del manga, come suggerisce il titolo, si concentra proprio sulla formazione di questi ultimi e in particolare sull’evoluzione del giovane Izuku Midoriya, detto Deku, un ragazzo nato privo di abilità ma entrato in possesso, per una serie di circostanze, di uno dei Quirk più potenti al mondo, il One for All. Il racconto composto da Horikoshi è tuttavia decisamente corale e al protagonista affianca i compagni di corso del liceo per supereroi Yuuei, tra cui il turbolento Katsuki Bakugo, la solare Ochaco Uraraka e Shoto Todoroki che, per indole e background, rappresenta un po’ il Sasuke Uchiha della situazione.

Il terzo capitolo al cinema

My Hero Academia è rapidamente diventato un fenomeno di grande successo generando l’inevitabile serie animata assieme a videogiochi, OAV, spin-off e tre lungometraggi, l’ultimo dei quali, My Hero Academia: World Heroes’ Mission, dopo il lancio giapponese dello scorso agosto e una bella botta al botteghino, si prepara a sbarcare anche qui dalle nostre parti attraverso i soliti (e benedetti) eventi speciali organizzati da Nexo Digital e Dynit.

Una nuova minaccia

Prodotto da Bones, con Kenji Nagasaki alla regia e Yoshihiko Umakoshi al character design, gli stessi nomi dietro la serie TV, tecnicamente My Hero Academia: World Heroes’ Mission s’inscrive nel periodo di tirocinio trascorso da Deku, Bakugo e Todoroki presso l’agenzia di Endeavor. In realtà siamo davanti a un filler: in questo caso, un gruppo di terroristi mai sentito nel manga è deciso a chiudere tutta la faccenda dei Quirk attraverso dispositivi capaci di far saltare in aria i giovani dotati. Nel tentativo di metterci una pezza, gli eroi professionisti decidono d’organizzarsi per squadre sparpagliate in tutto il mondo, alla ricerca dei responsabili. Tra queste, c’è pure quella capitanata da Endeavor: i nostri sono spediti in Europa, nella città immaginaria di Otheon, che ricorda vagamente certe città della Francia o del Belgio.

Anche chi non è grande fan di certe operazioni collaterali, troverà l’attacco di World Heroes’ Mission piuttosto promettente, persino intrigante, con una sequenza d’azione che pare un omaggio al secondo X-Men di Bryan Singer, probabilmente tra le fonti d’ispirazione dello sceneggiatore Yôsuke Kuroda. Anche sul lato di animazioni e messa in scena non si può dire male del lavoro di Bones, anche l’utilizzo parsimonioso della solita, pessima CGI giapponese.

Un filler

Purtroppo, dopo i fuochi d’artificio iniziali, My Hero Academia: World Heroes’ Mission scivola nella più nefasta tradizione dei filler, abbandonando quasi totalmente la dimensione corale del manga, per concentrarsi sull’avventura in solitaria di Deku e del nuovo personaggio che probabilmente non vedremo mai più, Rody, ladruncolo dal cuore d’oro costretto a trafficare nei bassifondi di Otheon per mantenere i fratellini.

Tra improbabili equivoci, dialoghi banalotti e una serie di situazioni slapstick, le premesse finiscono insomma per sgonfiarsi, mentre il tema dei terroristi in odore di razzismo e la declinazione dei Quirk come «malattie da estirpare» lasciano il posto a uno sviluppo fin troppo convenzionale. La situazione si rianima un poco nel terzo atto e durante lo scioglimento. Tuttavia, non è una condizione sufficiente a rendere My Hero Academia: World Heroes’ Mission un prodotto imprescindibile, a meno di non essere fan del manga e della serie.