«È solo un’influenza»

Palermo, anno 2020: una terrificante pandemia globale, chiamata La Rossa dai sopravvissuti, ha decimato la popolazione, uccidendo tutti gli adulti. I bambini, rimasti ormai orfani, vivono in gruppo o da soli, autoregolandosi e autogestendosi in una città fantasma, sprovvista d’energia elettrica e privata di qualsiasi forma di controllo.

Tratta dall’omonimo romanzo del 2015 di Niccolò Ammaniti e diretta dallo stesso autore, che ne ha scritto anche la sceneggiatura insieme a Francesca Manieri, arriva su Sky Atlantic da oggi, 23 Aprile, Anna, la mini serie TV fantasy e post-apocalittica in 6 episodi che racconta, con toni da fiaba nera, il viaggio per la sopravvivenza affrontato da due fratellini in un mondo distopico, dove i riferimenti sociali e culturali sono ormai seppelliti sotto le montagne di cadaveri lasciati dal virus letale.

Richiami inquietanti al presente

Impressionanti, tanto da farci dimenticare che il romanzo è stato scritto quand’ancora la pandemia da Covid-19 non esisteva neanche lontanamente, le prime immagini che, drammaticamente, ci catapultano a poco più di un anno fa, nei giorni in cui il virus si manifestava nei primi pazienti. Impossibile, tante sono le similitudini, non fermarsi a riflettere sul tragico scenario che avrebbe potuto investire la nostra realtà e non chiedersi quali eredità, quali valori, quali arti e quali strumenti stiamo trasmettendo ai nostri ragazzi perché possano, un giorno, dovendo ripartire da zero, potersela cavare da soli e fare tesoro degli insegnamenti del passato e della memoria, per costruire il proprio futuro.

Attraverso i flashback della piccola Anna, l’esordiente Giulia Dragotto, scopriamo passo dopo passo il modo in cui la calamità si sia abbattuta sulla sua vita, stravolgendola e segnandola per sempre. Con il solo e prezioso aiuto di un quaderno, «il libro delle cose importanti», scritto a mano dalla mamma Maria Grazia (Elena Lietti) prima di morire, contenente consigli utili per la sopravvivenza, Anna deve intraprendere da sola la strada per la salvezza, prendersi cura del suo fratellino Astor (Alessandro Pecorella), insegnargli a leggere, accudirlo e proteggerlo, combattendo ogni giorno per procurarsi il cibo.

Bambini feroci

Ed è proprio grazie al manoscritto, ultimo e significativo gesto d’amore e simbolo di un’eredità tramandata, che Anna riesce a salvarsi e a non soccombere al destino crudele e tragico dei suoi coetanei: bambini feroci, despoti, privi di valori e d’umanità.

Con Anna, Niccolò Ammaniti supera se stesso, donandoci un prodotto televisivo eccezionale e pregno di significato, evocativo, potente, diretto e schietto che suona come un monito nei confronti del mondo adulto e contiene, al contempo, un forte messaggio di speranza. A completare questa splendida serie TV italiana, fra le migliori degli ultimi anni, segnaliamo suggestive scene oniriche, esaltate dall’incantevole fotografia della ruvida e impervia terra siciliana desolata: dai boschi al mare fino in cima all’Etna, attraversando le città di Bagheria, Palermo, Messina, Porto Empedocle, la valle del Belice e le zone limitrofe di Santa Teresa di Riva, Gibellina, Salemi e Santa Ninfa.

Una colonna sonora all’altezza

Pregevole anche la colonna sonora, composta da Rauelsson, noto musicista spagnolo, e dai brani d’autore nostrani, fra cui Cristina Donà, Loredana Bertè, Ornella Vanoni, Mia Martini, e quelli stranieri, che spaziano da Frank Sinatra a Freddie Mercury.