The Man in the High Castle: pericolo reale | Tutto in una notte

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«Do you want to go back?»

Mentre siamo ancora attoniti e sconcertati dalle impressionanti immagini provenienti da Washington, dove il Congresso era riunito nella storica sede di Capitol Hill per ratificare la vittoria democratica del nuovo Presidente degli USA, Joe Biden, ed è stato preso d’assalto da parte dei sostenitori del leader uscente Donald Trump, ci interroghiamo su come sia possibile che una situazione come questa, senza precedenti, possa verificarsi. E una domanda s’insinua tragicamente nelle coscienze: stiamo tornando indietro? La minaccia fascista ha fatto capolino, non solo nella memoria, ed è sembrata materializzarsi da un mondo che credevamo superato, presentandosi proprio nel Paese in cui l’accoglienza è rappresentata dall’alta fiaccola della libertà, stretta alle mani della Dea della Ragione, nemica d’ogni regime. Viene da chiedersi, ancora, se la Seconda Guerra Mondiale sia stata vinta dagli Alleati per davvero, non sul campo, ma nelle coscienze. Perché non c’è buio più mostruoso, non c’è domanda più inquietante: come sarebbe il mondo oggi se i nazisti avessero vinto? Per esorcizzare il terrore di un tale incubo e buttare uno sguardo su un mondo che non avrebbe conosciuto democrazia, a fare da monito a ogni atto inconcepibile, come quello cui nostro malgrado abbiamo assistito, consiglio la visione su Prime Video della serie TV (statunitense!) The Man in the High Castle, tratta dal romanzo omonimo, da noi tradotto con La Svastica sul Sole, di Philip K. Dick, prodotta da Ridley Scott per Amazon Studios. Ambientata in un passato alternativo, in cui le potenze dell’Asse hanno vinto la Seconda Guerra Mondiale e dominano gran parte del mondo, The Man in the High Castle è un prodotto eccellente nel suo genere e tiene incollati allo schermo, facendo riflettere.

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Mostra con accuratezza di particolari, straordinarie ricostruzioni ambientali ed un’eccezionale caratterizzazione dei personaggi il mondo spaventoso che abbiamo rischiato d’ereditare. Siamo nel 1962. Le due grandi potenze vincitrici, il Reich Nazista e l’Impero del Giappone, si sono spartite i territori conquistati, dividendosi gli USA rispettivamente in un Oriente governato dai tedeschi, e negli Stati del Pacifico a Occidente governati dai giapponesi. Fra questi c’è una zona parzialmente neutra lungo le Montagne Rocciose, dove si nasconde e opera il movimento della Resistenza. L’Italia fascista possiede invece un piccolo impero in Europa e in Medio Oriente.

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La narrazione inizia nella San Francisco nipponica, in cui Juliana Crain (Alexa Davalos), una giovane donna, vive col suo fidanzato Frank (Rupert Evans). Un giorno, la ragazza riceve dalla sua amata sorella Trudy, membro della Resistenza uccisa dalla polizia giapponese, un misterioso film con su scritto «la cavalletta non si alzerà più», nel quale è mostrato un mondo diverso, in cui gli Alleati hanno vinto la guerra. La pellicola è destinata a essere diffusa, per lanciare una speranza e innestare una rivoluzione. Decisa a scoprire la verità e il mistero nascosto dietro quel film, Juliana decide di seguire le tracce lasciate dalla sorella e di recarsi negli Stati delle Montagne Rocciose, dove quest’ultima era diretta prima d’essere giustiziata. Qui incontra Joe Blake (Luke Kleintank), una spia nazista al servizio dell’Obergruppenführer John Smith (Rufus Sewell). Contemporaneamente, si fa strada per i giapponesi la minaccia di un voltafaccia del Reich, che sarebbe pronto a utilizzare la bomba atomica alla morte di Hitler contro i suoi stessi alleati: una nuova guerra sembra essere alle porte.

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Il mistero sulla provenienza della pellicola, la possibilità di mondi alternativi e di dimensioni parallele, l’enigma che avvolge l’uomo dell’alto castello e il ruolo di Juliana nella storia si infittiscono via via che le stagioni si susseguono, legando allo schermo con avidità, intrattenendo con crudo realismo attraverso una narrazione ricca di contenuti, dove al centro d’ogni riflessione c’è la terribile consapevolezza che tutte le ingiustizie e le sofferenze alle quali stiamo assistendo sarebbero potute essere la nostra realtà. Al di là della fiction e della fantascienza, per quello che ne sappiamo, abbiamo solo questo mondo e in esso è doveroso tenere alto il faro della democrazia. Ricordiamocelo. Perché, no, non vogliamo tornare indietro.

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«Volevo essere forte e flessibile, come l’eroina di un manga: troppo buona per essere vera».
Nana Osaki

Francesca Russo è la Regina del Binge Watching della Redazione.
Tutto in una Notte è la cronaca delle sue notti insonni al servizio di Nerdface.