«Perché la morte ti segue dovunque tu vada?»

La morte affascina, soprattutto quando non riguarda la nostra vita. Gli omicidi, da tragici casi di cronaca nera, si sono trasformati in sensazionalismi protagonisti di podcast e altri racconti true crime; spesso, persone comuni provano a trasformarsi in detective per provvedere alle mancanze delle forze dell’ordine, lanciandosi in dannose speculazioni. Su queste riflessioni sembra costruita A murder at the end of the world, serie già disponibile su Disney+ coi primi 3 episodi.

Un misterioso invito

Darby Hart (Emma Corrin), la Sherlock Holmes della Gen Z, ne è il perfetto esempio: ha raggiunto la fama con un memoir dove racconta di quando, da teenager, insieme all’allora fidanzato Bill (Harris Dickinson), aveva seguito le tracce di un pericoloso serial killer. Poco dopo una presentazione pubblica del libro, riceve un misterioso invito.

Tornare detective

Il magnate dell’informatica Andy Ronson (Clive Owen) e sua moglie Lee Andersen (Brit Marling), infatti, vogliono che partecipi a un simposio per «discutere il ruolo della tecnologia nel permettere il futuro dell’umanità» in un albergo high-tech, immerso nella neve islandese. Quando, però, gli invitati iniziano a morire, Darby sceglie di tornare detective per poter risolvere anche questo mistero.

A murder at the end of the world segna il ritorno nella serialità di Brit Marling e Zal Batmanglij, duo creativo dietro a The OA. Qui siamo lontani dai puzzle fantascientifici cui ci avevano abituati: la serie, infatti, racconta una storia molto più radicata nel reale, interrogandosi sui limiti morali dell’uomo nel suo rapporto con la tecnologia.

Intelligenza artificiale

Nonostante l’ampio numero di partecipanti al simposio, A murder at the end of the world non è interessata a una dimensione collettiva, preferendo invece concentrarsi su Darby, sia attraverso le sue indagini nel presente, sia con gli sguardi al suo passato insieme a Bill. Se il mistero centrale può apparire spesso troppo fragile per sostenere gli 8 episodi totali, a intrigare sono i metodi d’indagine della protagonista, incentrati sull’intelligenza artificiale, che spia ogni angolo del resort.

Complessità narrativa

A murder at the end of the world offre una versione aggiornata del tradizionale mystery e con un focus più preciso ed evita di ricadere nella dispersione di serie simili, come Nine perfect strangers.

Pur radicalmente diverso da altri show precedenti, è però capace di mantenere la misteriosa angoscia e la complessità narrativa a cui Marling e Batmanglij hanno abituato il pubblico.