«Non starai facendo la fine di Jack Torrance?»

È disponibile su Netflix una serie che ha destato un certo interesse, posizionandosi anche nella Top 10 del canale in streaming e non senza merito. Archive 81, dall’ingannevole occhiello Universi alternativi, potrebbe far pensare a un racconto fantascientifico perfettamente calato nella moda del Multiverso percorsa con forza dalla Marvel, ma basta leggere James Wan alla voce produzione per capire d’avere di fronte un prodotto diverso.

Un po’ di trama senza spoiler

Abiurando come sempre il demone dello spoiler, Archive 81 è basato sull’omonimo podcast ideato da Daniel Powell e Marc Sollinger e racconta la storia di un giovane specializzato nel restauro dei nastri di musicassette e VHS.

Un giorno è contattato da una misteriosa organizzazione che lo incarica, a fronte di una grossa somma, di recarsi in solitudine in un centro lontano dalla città, nel mezzo di un bosco, per lavorare su alcune videocassette amatoriali.

Uno strano condominio

I nastri magnetici sono quanto resta di un documentario girato da una ragazza di nome Melody Pendras, nel 1993, la quale s’era recata presso un misterioso condominio dell’East Village chiamato Visser, al centro di voci sulla presunta attività di una setta satanica.

Archive 81, dunque, procede mostrando il lavoro del ragazzo, il cui nome è Dan Turner, e le riprese della documentarista, in un’alternanza di epoche e ambientazioni. Inutile dire che in breve tempo si manifesteranno fatti inspiegabili durante il lavoro e, a ogni nastro restaurato, parallelamente l’indagine della ragazza prenderà pieghe sempre più inquietanti. Non solo: le vite dei due protagonisti sembreranno essere connesse e in relazione, nonostante sembri impossibile.

Fascino e mistero

Nonostante un ritmo lento e una certa ripetitività delle situazioni, inevitabile dato il fulcro narrativo obbligato dal restauro di ogni cassetta, Archive 81 affascina e cattura l’attenzione, in un crescendo di tensione e un certo senso di disagio che raramente ricorre al jumpscare e, al contrario, invoglia lo spettatore a fare congetture e ipotesi, mano a mano che gli intrecci sono svelati.

Un finale aperto

La serie accelera alle battute conclusive, per arrivare a un finale tutto sommato appagante e che lascia aperte numerose ipotesi, oltre alla speranza di vedere una seconda stagione e che possa mantenere il buon livello di questa prima.