«Perché sono interessati a me?»

Dopo lo sciagurato The King’s Man, Matthew Vaughn si cimenta con una storia originale, sempre all’interno dei canoni in cui siamo abituati a vederlo dietro la macchina da presa, con Argylle: la super spia, un film di spionaggio pieno zeppo di star di livello mondiale.

Una scrittrice nel mirino

Elly Conway (Bryce Dallas Howard) è un’autrice di bestseller a tema spionaggio. Dopo aver fatto uscire l’ennesimo successo della serie legata al personaggio da lei creato, è in preda al blocco dello scrittore. Per schiarirsi le idee, decide d’andare a far visita ai suoi genitori.

L’organizzazione malvagia

Sul treno, però, le si presenta uno strano individuo, avvertendola d’essere nel mirino di un’organizzazione malvagia che vuole rapirla, in quanto i suoi libri sembrano essere veri e propri racconti di quanto sta accadendo nel mondo dello spionaggio reale. L’uomo, la spia Aiden Wilde (Sam Rockwell), la porterà in salvo e, insieme, tenteranno di sventare i piani dell’organizzazione malvagia, capitanata dal mitico Bryan Cranston.

Matthew Vaughn, già autore di film come Kick-Ass e X-Men: l’inizio, ha raccontato d’aver voluto scrivere un film su un mago che un giorno presenta a casa di J.K. Rowling. E, ispirandosi proprio ai racconti della celebre autrice inglese, Argylle: la super spia riesce a essere un fallimento totale sotto tutti i punti di vista. Ma partiamo dagli aspetti positivi.

Cosa funziona

Elencare i pregi del film di Matthew Vaughn non è facile. Quantomeno, questo film non è offensivo nella sua scrittura quanto il suo precedente lavoro; inoltre, è una storia originale, circostanza ormai impossibile da trovare nell’ambito dei blockbuster hollywoodiani moderni. Detto questo, è il caso di passare alle parti davvero deboli del film.

Una marea di difetti

La prima cosa a venire in mente durante le interminabili scene action di Argylle è l’utilizzo spropositato della CGI. Sebbene in tutti i film della saga di Kingsman sia stato un elemento imprescindibile, la qualità della post produzione in Argylle non è certo delle migliori. Possono essere molteplici i fattori di un risultato così scadente e molti di essi non coinvolgerebbero direttamente il regista.

C’è, però, anche da dire che il massiccio utilizzo di CGI, che potrebbe aver portato a una qualità complessiva bassa degli effetti visivi, è legato alla quantità di scene action inutili presenti in questo film. Argylle supera abbondantemente le due ore di durata proprio per la loro presenza, spesso inutile o di poca plausibilità. Ma Argylle non è John Wick, e non può vantare lo stesso livello di cura nelle coreografie d’azione.

Argylle è da vedere al cinema?

Sebbene molti film come Argylle non siano di grande spessore, possono comunque risultare una buona visione domenicale sul divano, se non proprio al cinema, Argylle meriterebbe invece di sparire dalla memoria collettiva: Matthew Vaughn, dopo The King’s Man, commette il suo secondo strike.