«Il mondo sta per cambiare»

Hollywood, 1926. Nellie LaRoy (Margot Robbie) e Manny Torres (Diego Calva) si incontrano durante una festa sfrenata. Lei vuole diventare a tutti i costi una star del cinema e lui, factotum ingaggiato per l’occasione, ha il desiderio di lavorare dietro le quinte. Proprio durante la festa, il loro mondo cambia e i loro desideri prendono vita.

Il cinema evolve

Nelli trova il suo primo ingaggio e Manny incontra Jack Corran (Brad Pitt), con cui stringe un legame che lo porterà dritto sul set. Non sanno, però, che anche il mondo del cinema sta per cambiare. Il passaggio dal muto al sonoro sconvolgerà le vite di tutti i protagonisti.

Un flusso di coscienza

Babylon è il nuovo film di Damien Chazelle ed è un discorso sul cinema, argomentato col cinema: un meta-pensiero, un flusso di coscienza superficialmente caotico ma in cui ogni punto di vista, se preso singolarmente, fila in modo coerente.

Lungi dall’essere un omaggio, Babylon mette in scena le contraddizioni della macchina cinematografica e tutti gli ingranaggi che ne permettono il movimento: gli attori in primo luogo, ma anche i produttori, i tecnici, i critici, le comparse. Ogni personaggio ha un suo inizio ed epilogo. Nel mezzo: apparente confusione.

I tratti parodistici delineati in Babylon, dedicati soprattutto alle esecuzioni materiali dei film messi in scena, fanno sorridere perché veri: nervosismo, concitazione, emozione. Ci ricordano che il mondo del cinema è tendenzialmente pericoloso, dove non è facile entrare, ma è altrettanto difficile volerne uscire. Un mondo in cui il talento non basta a se stesso, in quanto in continua evoluzione. Un microcosmo dominato da chi il cinema lo conosce, ma difficilmente lo ha fatto, in cui è fondamentale dosare bene aspettative e investimenti, fisici ed emotivi, per non perdersi troppo.

Cinema per il cinema

Proprio come tutti i flussi di coscienza, probabilmente Babylon dividerà a metà gli spettatori. O lo si ama o lo si odia: vie di mezzo non sono contemplate. Ma se possiamo trovare una morale al film, questa potrebbe essere «tutto torna».

Il cinema, in effetti, parla sempre di cinema. Anche la più innovativa delle pellicole, in qualche modo, sta citando opere già realizzate, a volte intenzionalmente, altre senza saperlo, magari riprendendo una scena che, da qualche parte, tanti anni prima, qualcuno aveva scartato perché faceva veramente schifo.