Dean Jones: maggiolini, bassotti e altri cult di un mattatore

un ritratto in bianco e nero in cui dean jones sorride sornione tenendosi il volto con la mano - nerdface

Dean Jones

dean jones sorride e si tiene la testa col pugno - nerdface

«My bag is acting or getting into an amusing situation and then sharing my amusement».

Il volto gentile della nostra infanzia

Quand’ero piccolo, avevamo una sola TV in casa. Era di quelle grosse, a tubo catodico. Il telecomando ci aveva abbandonato quasi subito e l’antenna era scadente, tanto che dovevamo spesso sintonizzare i canali manualmente, per evitare l’effetto nevischio. Un solo canale non riuscivamo proprio a vedere e non ho mai capito il perché: RAI 1.

La tradizione del lunedì sera

Chi ha passato i trenta da un po’ sa che si trattava della rete dove il lunedì sera, mi pare, davano i film Disney. Potete immaginare quanto fossi a dir poco furioso con quel catorcio. Il dramma si ripeteva poi a scuola, l’indomani, quand’ero l’unico dei miei compagni di classe a non poter commentare quanto andato in onda la sera prima. Ci vollero ancora un paio di anni per convincere i miei genitori a lasciarmi tenere una seconda TV in camera. Un modello più recente, ancora oggi funzionante, e più piccolo, ma che prendeva ottimamente tutti i canali. Fu così che, per la prima volta, potei godermi i film della Casa dalle Grandi Orecchie e recuperare quelli persi, grazie al VHS.

Signore e signori, Dean Jones!

Questo preambolo serviva a introdurre l’attore di cui parlerò oggi: lo conoscete sicuramente, perché il suo volto, se non il suo nome, vi sono familiari fin da quando andavate alle elementari. Dean Jones, signore e signori, è tra gli attori che ricorderò sempre e solo per alcune interpretazioni, le più importanti della sua carriera, a dir la verità. Dopo aver calcato le scene a Broadway in alcuni musical, arriva sul grande schermo con Sotto l’albero yum yum (1963). Non è il suo primo film, ma gli permette d’essere notato dalla Grande D, che lo scrittura per una serie di pellicole.

FBI: Operazione Gatto

Sono tutti titoli che conoscerete, a cominciare dal primo, FBI: Operazione Gatto, uscito nel 1965. A dirigerlo è Robert Stevenson, il quale l’anno prima aveva diretto il fortunatissimo Mary Poppins, con Julie AndrewsFBI: Operazione Gatto è un connubio in perfetto stile Disney d’umorismo e spy-story, ma non è il mio preferito fra i film di Dean Jones.

dean jones ricoperto di impronte feline in fbi operazione gatto - nerdface

L’anno successivo è quello di 4 bassotti per un danese, accattivante commedia con un cane dalla taglia spropositata. Sarà il suo primo incontro coi migliori amici dell’uomo, ma non l’ultimo. Infatti, nel 1976 Dean Jones girerà Quello strano cane di papà, dove sarà proprio lui a trasformarsi in fido, attraverso una formula in latino, «in canis corpore trasmuto», e parteciperà in un piccolo ruolo anche in Beethoven (1992), uscito nell’anno inventato da Stefano Accorsi.

Cani e altri animali…

I cani non saranno gli unici compagni non umani di Dean Jones, però. Nel 1968 sarà al fianco di Aspercel ne Il cavallo in doppio petto, mentre nel 1971 sarà accanto a un papero che depone uova dorate, in Un papero da un milione di dollari. Ognuno di questi film dovrebbe dirvi qualcosa, mettervi una pulce nell’orecchio o perlomeno portare a galla vecchi ricordi di quando le cose erano più semplici. E, tuttavia, nessuno di questi, con una particolare eccezione per Quello strano cane di papà e solo perché mi piacciono i licantropi, sono i miei preferiti.

dean jones osserva un cucciolo in quattro bassotti per un danese - nerdface

A farla da padrone nella mia personale Top 10 è, infatti, un film del 1968: Un maggiolino tutto matto. Tutti i bambini hanno una qualità bellissima, che perdono crescendo. Si tratta del pensiero magico e permette loro d’attribuire sentimenti anche alle cose inanimate. Immaginate quanto possa essere bello poterlo vedere sul serio.

… e maggiolini

In Un maggiolino tutto mattoHerbie è solo una vecchia Volkswagen ma, come una qualunque altro oggetto per un bambino, è magicamente dotato di un’anima. Ora: può un film con corse mozzafiato, cattivi da farsa e auto magiche non piacere? La risposta è, ovviamente, no e Un maggiolino tutto matto diventa un cult, molto più di tutte le altre pellicole di Dean Jones, che nella storia ne era il pilota (e amico).

I sequel

Tanto è il successo, che arrivano i sequel: uno nel 1974, Herbie: il maggiolino sempre più matto; l’altro nel 1977, Herbie al Rally di Montecarlo; l’ultimo nel 1980, Herbie sbarca in Messico. Inutile dire che la serie perde verve nel tempo e che successivamente la sua formula magica è riproposta come miniserie e poi con un film per la TV, nel 1997.

I remake

Si tenta, infine, l’ultima carta nel 2005, anno in cui esce Herbie il super maggiolino. Nel cast, accanto alla leggendaria auto, una Lindsay Lohan già pronta a diventare ragazza terribile tanto che, narrano le leggende, era solita presentarsi alle riprese in ritardo e ubriaca. Inutile sottolineare come questo remake potrebbe anche non esistere senza cambiare nulla. Invece, esiste un remake di FBI: Operazione Gatto, del 1997, nel quale Dean Jones ha un piccolo cammeo. Come esiste un certo film dei Vanzina, nel quale lo stesso appare a fianco (Dio ci salvi!) della coppia De Sica-Boldi. Se volete vederlo è A spasso nel tempo (1996), ma non è che vi perdete ‘sta gran cosa.

dean jones in tuta da pilota in herbie il maggiolino tutto matto - nerdface

Dean Jones ci ha lasciati nel 2015, dopo aver combattuto per anni contro il Parkinson. Aveva 84 anni. Come non potremo mai scordarci della nostra infanzia, lo stesso vale per il suo viso bonario e per i suoi film Disney che, letteralmente, ci hanno accompagnato nei nostri anni più belli. In Un maggiolino tutto matto, uno dei protagonisti diceva: «Quando arrivi all’ultima pagina, chiudi il libro». Sono parole sagge e strazianti, ma mi piace pensare che quel libro, anche se chiuso, rimarrà nella libreria e quanto abbiamo imparato da esso sarà sempre nostro e di nessun altro. Una ricchezza.

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