«Tu sai dare il nome alle cose?»

Voynich è un libraio e un antiquario di una piccola città. Dopo essere stato lasciato dalla moglie, che non ne vuole più sapere di lui a seguito di una grave e irreversibile perdita di memoria, l’uomo è chiuso nel suo lavoro, fatto di ciniche trattative, frasi caustiche e strategie senza scrupoli, sempre volte ad accaparrarsi i titoli più pregiati al prezzo più conveniente.

La collezione

È nella sua collezione che trova, invece, una pace; dal controllo sulle cose, da una routine che lo vede recarsi al solito bar per ordinare lo stesso dolce e fino a un incubo ricorrente scorre il suo tempo al riparo dal mondo. L’unico essere umano capace di strappargli un sorriso sembra essere il nipotino.

Un errore

Una vita così cadenzata sarà inevitabilmente messa alla prova quando un incontro casuale, un errore, creerà la fessura nel muro innalzato per sopravvivere a un dolore troppo difficile da sopportare. Gli esiti, naturalmente, saranno impensabili e le emozioni sapranno fare breccia nell’uomo, come nel cuore dei lettori.

Questa, a grandi linee, è la trama di Dove c’è più luce, nuovo lavoro di Sualzo edito da Tunué. Confortati dalle note finali dell’autore, torna alla mente la riflessione di Umberto Eco e la sua immagine di un Paradiso dalle forme di una biblioteca, insieme all’idea che il libro più significativo sia quello ancora da leggere.

Un uomo solo

Voynich, al contrario, pur vivendo dentro una porzione piuttosto florida di Eden, rinuncia alle sue gioie: della sua ricchezza, infatti, non ha mai sfogliato una pagina, conoscendone invece ogni dettaglio utile a stabilirne il solo valore commerciale.

Dove c’è più luce è una storia profonda e toccante, ricca di temi e di spunti su cui riflettere. Il tempo, la memoria e l’amore ne sono la rilegatura ma, al pari di un buon libro, sfogliandolo saranno numerose le altre illuminazioni che Sualzo, complice una sceneggiatura molto ispirata, saprà fornirvi. Un fumetto da biblioteca, per intenderci.