Frozen: l’ineguagliabile inno alla libertà di Disney

elsa, anna e tutti gli altri protagonisti di frozen - nerdface

Frozen

olag con la ciambella in un mare di ghiaccio in frozen - nerdface

«Io non ho paura!».

Titolo originale Frozen
Lingua originale inglese
Paese USA
Anno 2013
Durata 102 minuti
Uscita 20 Novembre 2013
Genere Animazione
Disney
Fantastico
Regia Chris Buck
Jennifer Lee
Doppiatori originali Idina Menzel
Kristen Bell
Jonathan Groff
Josh Gad
Santino Fontana
Alan Tudyk
Ciarán Hinds
Chris Williams
Stephen J. Anderson
Maia Wilson
Edie McClurg
Robert Pine
Maurice LaMarche
Jennifer Lee
Livvy Stubenrauch
Eva Bella
Spencer Lacey Ganus
Paul Briggs
Jesse Corti
Jeffrey Marcus
Tucker Gilmore
Tyree Brown

Let it go

Sin dal suo debutto nel 2013, Frozen ebbe un grande impatto culturale e la sua influenza è cresciuta in maniera esponenziale nel corso degli anni. Forte di un messaggio di empowerment femminile e di una colonna sonora iconica, Frozen ha lasciato un’impronta duratura nella cultura popolare. Scopriamo insieme i segreti di questo successo mondiale, le cui radici affondano in un racconto fiabesco del 1844, scritto da Hans Christian Andersen.

Elsa e Anna

Elsa e Anna sono due sorelle, figlie dei regnanti di Arendelle, un regno immaginario che sorge in un bellissimo fiordo norvegese. Sin dalla tenera età, Elsa, la figlia maggiore, ha sviluppato dei poteri magici legati al ghiaccio, che usa per giocare con Anna. Un giorno, però. Elsa involontariamente la colpisce alla testa, facendola svenire, e i genitori sono costretti a richiedere l’intervento dei troll, creature magiche custodi della magia, che curano la bambina, ma le cancellano il ricordo dell’accaduto.

Isolamento e solitudine

Da quel momento, Elsa si rifugia in un isolamento forzato, per reprimere il potere che la spaventa e che non riesce a controllare e impaurita di ferire ancor più gravemente qualcun altro della sua famiglia,. Il Re e la Regina, dopo aver tentato in tutti i modi d’aiutare la figlia nel difficile compito, partono per un viaggio in mare, sperando di trovare una soluzione, ma muoiono, lasciando le due ragazze da sole.

le due sorelle di frozen, elsa e anna - nerdface

Passano gli anni e arriva il giorno in cui Elsa compie ventun anni, raggiungendo l’età per poter essere incoronata regina di Arendelle; Anna, invece, ormai diciottenne, dopo una vita quasi trascorsa in solitudine girando per il castello e immaginando avventure e amor, ora può finalmente assistere alla riapertura della reggia.

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Ma quello che per lei è un nuovo inizio, per Elsa è fonte di timori e nuove paure, sempre legate ai suoi poteri, ancora più forti e incontrollabili. In un regno in festa, pieno visitatori e di ambasciate degli altri Paesi, accorsi per allacciare accordi commerciali con la nuova Regina, Anna è inebriata dalla gioia e dall’entusiasmo.

Hans

Conosce il giovane Hans, rappresentante delle Isole del Sud e tredicesimo figlio della famiglia reale, vissuto sempre all’ombra del resto della sua famiglia e desideroso di trovare l’amore. Anna perde la testa per il giovane che, alla fine della giornata passata insieme, le chiede di sposarla. Anna accetta immediatamente ma, quando chiede alla sorella la sua benedizione alla loro unione, Elsa la nega, dicendole che non può sposare un uomo dopo averlo appena conosciuto.

Ghiaccio!

Ne segue una lite, finché Elsa perde il controllo dei suoi poteri e, davanti a tutti gli ospiti e in un crescendo di paura e di stress, involontariamente congela tutto il regno in una morsa di ghiaccio. Spaventata, fugge lontano, verso le montagne del Nord, dove non potrà più fare del male a nessuno…

il castello di ghiaccio creato da elsa in frozen - nerdface

Anna, così, lasciate le redini del regno a Hans, partirà alla ricerca della sorella e, lungo la strada, incontrerà il taglia ghiaccio Kristoff e la sua renna Sven: i due la accompagneranno verso il castello di ghiaccio creato da Elsa, che ormai ha dato dato libero sfogo a tutti i suoi poteri per la prima volta.

Le origini di Frozen

Per conoscere le origini di Frozen, dobbiamo fare un lungo viaggio indietro nel tempo, fino al 1938, presso gli studi della The Walt Disney Company, subito dopo il successo mondiale di Biancaneve, il primo lungometraggio animato della storia. Disney aveva investito ogni risorsa nella creazione del film, tanto da ipotecare la sua casa, venendo però ripagato con un successo mai visto prima, ancora oggi difficile da immaginare.

Il secondo è sempre il più difficile

Come avrete spesso sentito dire in molti campi, il vero successo o il genio si vedono col primo risultato, ma vanno poi confermati nei successivi. In cantiere c’erano già Pinocchio e Fantasia, ma Walt Disney era un vulcano di idee e la sua intenzione era di continuare con le fiabe ma, a differenza del primo classico prodotto, avrebbe preferito un film in tecnica mista, che avrebbe unito live action e animazione, dedicato alla vita e ai racconti di Hans Christian Andersen, autore di favole come La sirenetta, La piccola fiammiferaia, Pollicina, I vestiti nuovi dell’Imperatore e La Regina delle Nevi.

anna incontra olaf e gli altri personaggi di frozen - nerdface

Pare che, proprio a causa di quest’ultima fiaba. il progetto fu messo da parte, perché nella storia originale la Regina dei Ghiacci era la cattiva e i vari script non riuscivano a rendere convincente il suo personaggio.

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Passano gli anni e la fama di Disney cresce sempre di più, di pari passo al suo impero economico. Ma nemmeno un Re può evitare l’inevitabile, e così, il 15 Dicembre 1966, Disney muore per le conseguenze di un cancro ai polmoni, all’età di 65 anni e dopo aver regalato al mondo la speranza di credere nei sogni e tanta, tanta meraviglia.

Nessun rinascimento per Anna

La sua eredità, però, non si consuma con la sua scomparsa e molti progetti saranno recuperati negli anni futuri. Le pagine del calendario scorrono ancora e arriviamo al periodo nero della Disney: siamo nel 1984 e lo studio d’animazione è sull’orlo della bancarotta. Proprio in quel momento di crisi sono presi in considerazione i progetti delle fiabe di Andersen, ma se cinque anni dopo La sirenetta darà il via al Rinascimento Disney, la Regina delle Nevi, rinominata adesso Anna and the Snow Queen, è ancora una volta scartata.

Chris Buck e Jennifer Lee

Facciamo un nuovo salto in avanti. È il 2006 e l’arrivo della dirigenza di Bob Igers insieme alla decisione di tornare ai grandi classici permettono l’incontro tra il regista di Tarzan e una giovane sceneggiatrice notata per Ralph Spaccatutto. Come nelle migliori storie Disney, scatta la magia. Si tratta di Chris Buck e Jennifer Lee: ancora non lo sanno, ma stanno per entrare nella storia del cinema.

elsa libera i suoi poteri in frozen - nerdface

Lui è un veterano in Disney, dove aveva iniziato come animatore nella produzione di Red e Toby: nemiciamici; Jennifer, invece, è arrivata da poco negli studi di Burbank, ma è una donna decisa, competente e metterà molto di sé nel film. Le sue giornate si dividono fra il lavoro e la figlia Agatha: la mamma single che portava avanti la sua vita con molta fatica, sarà destinata a diventare la direttrice creativa dei Walt Disney Animation Studios, raggiungendo il primato di prima donna a dirigere un classico Disney e il record, ancora imbattuto, di prima donna a dirigere un film d’animazione con il più grande incasso di pubblico.

La scelta del titolo

Chris e Jennifer prendono Anna and the Snow Queen e lo cambiano totalmente, a partire dal titolo, che diviene Frozen, visto il successo del precedente Tangled, che aveva sostituito il più vetusto Raperonzolo; Elsa, la Regina dei Ghiacci, e Anna, la protagonista del film, diventano sorelle legate da un fortissimo amore. Vi starete chiedendo: ma la Regina dei Ghiacci non era la cattiva di questo film? Lo era, cari amici, ma questo prima che una coppia di compositori inviasse una demo ai due registi.

Una canzone fondamentale

Kristen Anderson-Lopez e suo marito Robert Lopez sono due musicisti e compositori e Disney aveva commissionato loro alcuni pezzi per questo nuovo progetto ambientato fra i ghiacci della Norvegia. Fra questi c’è una power ballad, in cui Elsa, la regina incapace di controllare i propri poteri, è schiacciata dalla paura e dello stress di perdere il controllo e fare del male, così scappa via da tutto. Queste sono le uniche indicazioni ricevute, insieme ad alcune scene di lei che getta via il mantello e crea un enorme palazzo di ghiaccio e neve.

anna sorride in frozen - nerdface

L’ispirazione viene di getto e, in una notte, scrivono una canzone che parla di liberazione, di presa di coscienza e d’amor proprio. Un vero inno all’essere se stessi a
prescindere da tutto, senza dare peso al giudizio degli altri. Inviano la canzone a Jennifer Lee, che capisce che la chiave del film deve essere quella e, insieme a Chris Buck, rivoluziona ancora una volta il film, rendendolo un vero e proprio manifesto alla libertà, all’ascolto del proprio io e alla forza delle donne.

Un messaggio per donne e uomini

E lo fanno così bene e senza forzature o esaltazioni, che il messaggio arriva forte e chiaro anche agli uomini. A portare al successo la canzone ci penseranno Demi Lovato, nella versione pop, e Idina Menzel, doppiatrice di Elsa. La sua voce diventerà una costante per anni, fra premi, radio e meme. Cover e parodie sono incalcolabili, quasi quanto le riproduzioni su YouTube, fra canali ufficiali e non. Poi ci sarà anche il primo posto nella classifica di Billboard, per tredici settimane, e, se ancora non bastasse, anche il premio Oscar come Miglior Canzone.

La tecnologia di Frozen

Frozen rappresenta un’importante pietra miliare anche dal punto di vista dell’animazione digitale, avendo introdotto diverse innovazioni tecniche che hanno reso il film unico e suggestivo, unite alle tecniche classiche d’animazione manuale, il cui mix vincente creò e una delizia per gli occhi. Per vincere la sfida legata alle difficoltà realizzative di ghiaccio e neve, il team d’animazione lavorò duramente per creare un effetto realistico e suggestivo, attraverso nuove tecniche di rendering e modellazione.

anna, elsa, olaf e la renna di frozen - nerdface

Si trattò di un processo molto complesso e lungo: in alcune scene, come in quelle del castello di Elsa, furono richieste 30 ore di rendering per ogni fotogramma. Anche l’illuminazione globale fu implementata al massimo, per rendere realistici i giochi di luce e i riflessi della neve e del ghiaccio, presenti in tutto il film. La simulazione degli abiti fu un’ulteriore innovazione tecnica, migliorata poi in Zootropolis, e si sperimentò una simulare fisica dei tessuti che permise agli abiti dei personaggi di muoversi in modo naturale e realistico, contribuendo a creare situazioni credibili e coinvolgenti.

Emotion Capture

Ma per rendere credibile un racconto animato non bastano abiti realistici, se l’animazione del viso non è all’altezza. Per creare le espressioni facciali dei personaggi di Frozen, fu utilizzato un programma chiamato Emotion Capture, che registrò i volti degli attori durante le registrazioni vocali, per trasferirli sulle controparti animate.

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Fu un elemento fondamentale per Elsa, che doveva trasmettere la sua paura o la sua rabbia. Nono solo: per i capelli e la treccia della protagonista fu sviluppato un software chiamato Tonic, che ne gestiva la fisica e i movimenti, una scelta necessaria poiché i capelli di Elsa erano formati da 420.000 poligoni.

Porte aperte alle renne

Gli animatori passarono mesi in varie località norvegesi per studiare la luce, gli ambienti e un mondo innevato. Per Sven, le porte degli studios furono aperte per far entrare una vera renna… Ma chi segue la storia dei classici Disney sa bene che non fu la prima volta, né l’ultima e che non si trattò dell’animale più strano a essere ospitato.

olaf osserva un fiore in frozen - nerdface

Frozen esce nelle sale il 20 Novembre 2013 e diventa in pochissimo tempo un successo enorme, che ancora oggi non si ferma. Con un incasso al botteghino di 1 miliardo e quasi 335 milioni di dollari diventa il film d’animazione col maggior incasso della storia del cinema,  superato solo dal suo sequel Il segreto di Arendelle e, più recentemente, da Super Mario Bros. Questi numeri, però, non comprendono i guadagni dell’home video, dei diritti d’immagine, dei gadget e del richiamo dei personaggi in spettacoli come Frozen on ice o dei parchi Disney, dove per una foto con Anna ed Elsa si possono attendere oltre sette ore.

I premi

Vogliamo parlare di riconoscimenti vinti? Abbiamo già nominato il premio Oscar per la Miglior Canzone, che s’aggiunge a quello per il Miglior Film d’Animazione. Poi abbiamo Bafta, Golden Globe, l’Annie Award e tantissimi altri.

Olaf

Frozen è entrato nella cultura pop come un ciclone, conquistando diverse fasce di spettatori. I più piccoli, per esempio, sono innamorati di Olaf, il pupazzo di neve animato da Elsa che ricalca la visione di un bambino, che guarda gli eventi dal suo punto di vista e li elabora con le sue conoscenze ancora vaghe e cariche di fantasie, come quella di un pupazzo di neve amante dell’estate e del Sole, senza averlo mai visto, né pensando alle conseguenze.

elsa e anna si guardano e sorridono - nerdface

Anna rappresenta invece il coraggio e l’incoscienza dell’adolescenza, la voglia d’innamorarsi e di vivere la vita senza rinunce;: il taciturno Kristoff è poi l’esempio da seguire di un uomo pronto a supportare la donna amata in ogni sua scelta, pur rimando fedele a se stesso. Elsa è però il personaggio più interessante, tanto da essere diventata un’icona del mondo LGBTQ+, proprio per il coraggio di liberare il suo vero io e rifiutare le convenzioni imposte dalla società.

Il futuro è ancora Frozen

Dopo il già citato sequel,  che futuro si prospetta per Frozen? Proprio pochi giorni fa, durante la promozione di Wish, il 62° classico in uscita per il  centenario Disney, prodotto dalla stesso gruppo di registi e produttori di Frozen, il produttore esecutivo Peter Del Vecho ha risposto che attualmente sono al lavoro in contemporanea ai capitoli 3 e 4, facendpo pensare a una storia divisa in due capitoli, che vedrà la chiusura delle avventure di Elsa e Anna.

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Dovremo attendere ancora un po’, però, perché non se ne parlerà prima del 2026. Alla fine, se abbiamo aspettato dal 1940 per avere un gioiello come Frozen, cosa saranno un paio di anni in più?

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