Game Boy: la rivoluzione a portata di mano dei videogiochi

il game boy - nerdface

Game Boy

il game boy - nerdface

«La nostra immaginazione resterà sempre più viva, se saremo capaci di tenerci affamati e folli».

Croce (direzionale) e delizia

Cos’è un segno di distinzione? Di solito è un bene che ci fa spiccare, che ci rende in un modo o nell’altro unici e, soprattutto, invidiati. Oggi come ieri ci si distingue con la moda o con l’automobile, ma c’è stato un tempo in cui i punti nella classifica del successo si guadagnavano in funzione di ben altri criteri.

I primi videogiochi portatili

Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90 i giovani (sigh!) facevano a gara d’appeal coi propri compagni tramite i videogiochi portatili. Ricordo amici delle medie che, sui pullman delle gite, mettevano da parte ogni orgoglio pur di giocare, anche solo per pochi minuti, coi portatili di un tempo, che erano monotitolo, elementari nella loro ripetitività e ai confini dell’impossibile da finire.

Oggi tutti connessi

E c’erano gli anziani, quelli veri di una volta, che osservavano con immane disprezzo i capannelli di noi giovinastri intenti a spendere il nostro tempo intorno a scatolette che facevano TITTITTITTITTI, mentre oggi la rivoluzione digitale ha assorbito gli odierni pensionati, facendoli diventare dipendenti da Candy crush et similia bella, tramite una iperconnettività a portata di mano che, invadendo ogni tempo libero, s’è trasformata in una piaga.

un bambino gioca al game boy - nerdface

Ma c’è stato un momento in cui il futuro s’è colorato d’opportunità, pur partendo da uno schermo in bianco e nero. Quel momento straordinario ha avuto un inizio ben preciso. Il 21 Aprile 1989, dopo un decennio dominato dai mitici titoli della collana Game & Watch, Nintendo ribaltava il mercato del videogioco con l’avvento del Game Boy, la prima console portatile al mondo con titoli interscambiabili.

Una rivoluzione a portata di mano

Essendo io stato un ragazzino fortunato, ebbi la fortuna di possedere quasi subito quell’avveniristico strumento, che fece schizzare ai massimi livelli le mie quotazioni di nerd preadolescente. Improvvisamente, i Tiger della Gig, che in capo a poco si fece distributore del Game Boy stesso, rilevando la distribuzione da Mattel, si fecero obsoleti e l’intero parco giochi portatile dovette confrontarsi con una macchinetta per la quale erano prodotti titoli sempre nuovi, che si potevano scambiare tra amici, per provare l’ebbrezza della novità e senza doversi privare della preziosa macchina.

Tetris

Clamorosamente, il titolo di lancio col quale la console era venduta non era il solito pacco, bensì la migliore conversione di tutti i tempi del più classico dei rompicapi, quel Tetris dalla giocabilità perfetta, che già faceva comprendere le potenzialità della neonata macchina.

la mitica schermata verdina del tetris del game boy - nerdface

Altri titoli a vedere la luce furono il mitico Super Mario Land, il divertente Baseball e Allyway, immancabile clone d’Arkanoyd. Dotato di un processore Z80 realizzato dalla Sharp e alimentato da 4 batterie stilo, il Game Boy aveva nello schermo a cristalli liquidi il suo punto di forza. La grafica era davvero strepitosa e, grazie alle 4 tonalità di grigio-verde, garantiva ottimi effetti in titoli molto diversi tra loro.

I salvataggi

Altra piccola, grande rivoluzione stava nella possibilità di salvare le partite, aggiungendo la longevità alla portabilità. Infine, il design comodo e intuitivo permetteva ai giocatori di raggiungere altissimi livelli d’abilità e divertimento. Ci furono alcuni tentativi di costruire delle espansioni della console, come tastiere, luci per lo schermo allora non retroilluminato e perfino mini stampanti ma, sempre in controtendenza rispetto ai nostri tempi, il meglio era sempre compreso nella confezione iniziale.

Il game link cable

Il game link cable, infatti, permetteva di collegare due Game Boy per sfidare altri giocatori, con l’unica condizione d’avere entrambi in dotazione lo stesso gioco inserito. Insomma, se per Zio Paperone il Rubino Striato era il segno di distinzione per eccellenza, fu solo perché quella storia uscì troppo tempo prima dell’avvento del Game Boy.

gumpei yokoi tiene in mano il primo game boy e sorride - nerdface

Il suo inventore, il giapponese Gumpei Yokoi, ha inciso enormemente nello sviluppo videoludico, non solo per la sua influenza nello sviluppo di titoli come Metroid, Super Mario Land e Kid Icarus, ma soprattutto per aver intuito le incredibili possibilità offerte dalla croce direzionale, ancora oggi presente in tutti i joypad reperibili sul mercato.

Prima di Steve

Il giorno del lancio del Game Boy, Yokoi fece un discorso divenuto leggendario, in cui sosteneva «la nostra immaginazione resterà sempre più viva, se saremo capaci di tenerci affamati e folli», a dimostrazione di come non solo le cartucce della sua creatura sarebbero state interscambiabili, ma anche le frasi storiche attribuite ai geni contemporanei. E ora sotto a chi tocca, nessuno può battermi a quel Tetris!

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