«È la tua occasione»

Gen V è lo spin-off di The Boys, il cult di Prime Video. Con la firma di Craig Rosenberg, Evan Goldberg ed Eric Kripke, parte del team dietro il successo della serie madre, Gen V si pone come un’interessante esplorazione dell’equilibrio tra il teen drama e il linguaggio caustico e irriverente di The Boys.

Benvenuti alla Godolkin University

Gen V si svolge quasi interamente nella Godolkin University, una sorta di college per supereroi, diviso in due facoltà: arti sceniche e la più ambita, lotta al crimine, che ha formato i grandi supereroi dell’universo di The Boys. Matricola alla Godolkin è Marie Moreau, interpretata da Jaz Sinclair, una ragazza dal passato difficile e che arriva all’università carica di speranza e determinazione, per diventare la prima supereroina nera nella storia dei Sette.

Un teen drama

Fin da subito, però, si capisce che quell’anno universitario non sarà come gli altri: i personaggi di Gen V saranno infatti chiamati a una vera e propria impresa, per salvare l’universo di The Boys, minacciato dal consumismo e dal mondo vacuo social, che ormai permea tutti gli aspetti della realtà. La storia si dirama partendo da una struttura classica da teen drama, con amori, tradimenti e trasgressioni.

Questo aspetto è paradossalmente il più grande pregio e il più grande difetto di Gen V. Da una parte, infatti, la serie riesce a interessare lo spettatore, dall’altro questo fortissimo stilema del genere impediscono lo sviluppo dell’interiorità dei personaggi. Nei primi episodi, dunque, la protagonista sembra essere Marie Moreau, poi però il focus si sposta su Emma Meyer, compagna di stanza di Marie, o su Andre Anderson. C’è un loro sviluppo lungo la durata di Gen V, ma è piuttosto superficiale, incapace d’indagare le motivazioni di alcune loro azioni.

La comicità della serie

Gen V, invece, funziona moltissimo soprattutto nella sua parte comica, caratterizzata da un umorismo nero davvero tagliente e ben inserito nei dialoghi, in grado di creare un atmosfera grottesca, ma sempre nei limiti della credibilità. La comicità di Gen V, oltre a essere ben scritta, è efficace anche grazie a un ottimo livello di recitazione di tutti gli interpreti che, nonostante l’inesperienza, riescono a a trovare un’alchimia perfetta. A mantenere sempre altissima la soglia dell’attenzione, concorre pure un montaggio serrato ed efficace.

Una serie bella da vedere

Per quanto riguarda l’aspetto visivo, Gen V è un prodotto d’altissimo livello, sia registico, con alcune inquadrature mozzafiato, sia fotografico. La gestione della luce e dei colori riesce, infatti, a sottolineare il legame col mondo del fumetto, senza esserne dipendente nel look generale.

In conclusione, Gen V funziona se visto come ottimo prodotto d’intrattenimento, mentre la parte più legata alla formazione e alla parabola di cambiamento dei personaggi funziona decisamente meno, nonostante gli autori, prima dell’uscita, avessero posto l’accento proprio sull’aspetto del racconto di formazione, inserito in un ambiente da teen drama americano classico.

Una seconda stagione è già stata annunciata da Prime Video: Gen V lascia quindi una base abbastanza solida, sulla quale sarà possibile costruire un sequel ancor più incisivo.