«Non so perché provino sempre a rifare i classici»

Era il 16 Novembre 1990 quando nelle sale statunitensi uscì Mamma, ho perso l’aereo. Il film diretto da Chris Columbus, poi regista come Mrs. Doubtfire, Harry Potter e la Pietra Filosofale e Harry Potter e la Camera dei Segreti, e firmato da John Hughes, sembrava sulla carta una modesta commedia natalizia per tutta la famiglia, ma nessuno si sarebbe aspettato che, di lì a poco, si sarebbe trasformato in un vero cult, restando in testa al box office per dodici settimane consecutive e detenendo il record di commedia col maggiore incasso di tutti i tempi, fino al 2011.

Disney+ alla prova del remake

Dopo alcuni sequel nel corso degli anni, Disney+ prova a dare nuova vita al franchise con Home Sweet Home Alone: Mamma, ho perso l’aereo, film di Dan Mazer disponibile dal 12 Novembre sulla piattaforma di streaming. Home Sweet Home Alone mantiene l’idea base dell’originale, un bambino dimenticato a casa da genitori distratti, ma cambia l’antagonista.

Nuovi antagonisti

I folli ladri dell’originale sono sostituiti da una simpatica coppia sposata, Pam (Ellie Kemper) e Jeff (Rob Delaney), per cui il film vuole che il pubblico tifi. Persino il motivo per cui decidono d’irrompere nella casa della famiglia Mercer, protetta solo dal piccolo Max (Archie Yates), è nobile: vogliono solo recuperare una statuina, apparentemente sottratta dal ragazzino, che da sola sarebbe capace di pagare tutti i loro debiti.

Nell’umanizzare quelli che dovrebbero essere i cattivi della storia, le trappole di Archie per liberarsi dei ladri, l’aspetto più divertente in Mamma, ho perso l’aereo, finiscono per essere relegate all’ultimo atto del film e assumono una natura esplicitamente sadica, vere e proprie torture che impediscono alla coppia di salvare la propria famiglia dalla tragedia.

Una sceneggiatura confusa

La sceneggiatura firmata da Mikey Day e Streeter Daily sembra confondere i motivi che resero il film originale famoso e al contempo non riesce a trovarne di nuovi che possano rendere Home Sweet Home Alone un’opera a sé stante. L’umorismo prova a imitare il solito stampo Disney rivolto a tutta la famiglia, ma cade troppo spesso in un misto poco coeso di idee datate e riferimenti decontestualizzati alla tecnologia.

Nonostante il cast principale e soprattutto il piccolo Archie Yates, già apprezzato nel Jojo Rabbit di Taika Waititi, cerchino in tutti i modi d’elevare la debole sceneggiatura, Home Sweet Home Alone è un tentativo confuso ed eccessivamente bonario di ricreare l’atmosfera del film originale, fraintendendo quasi del tutto gli elementi che lo avevano reso un successo.