Il regno del pianeta delle scimmie | Recensione
Il voto di Nerdface:
3.5 out of 5.0 stars
Titolo originale | Kingdom of the planet of the apes |
---|---|
Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2024 |
Durata | 145 minuti |
Uscita | 8 Maggio 2024 |
Genere | Fantascienza |
Regia | Wes Ball |
Sceneggiatura | Josh Friedman |
Fotografia | Gyula Pados |
Musiche | John Paesano |
Produzione | Oddball Entertainment Jason T. Reed Productions Disney Studios Australia 20th Century Studios |
Distribuzione | The Walt Disney Company Italia |
Cast | Owen Teague Freya Allan Kevin Durand William H. Macy Travis Jeffery Peter Macon Lydia Peckham Neil Sandilands Eka Darville Ras-Samuel Weld A’abzgi Sara Wiseman Dichen Lachman Karin Konoval |
Il voto di Nerdface:
3.5 out of 5.0 stars
«Scimmie insieme forti»
Quando, nel 1963, Pierre Boulle scrisse Il pianeta delle scimmie, non poteva certo immaginare che nel 2024 il pubblico sarebbe stato ancora pronto ad accogliere con trepidante attesa l’ennesimo adattamento cinematografico della sua storia. L’insita contraddizione del progresso delineato dalla sua fantasia sociale si rivela nient’affatto direttamente proporzionale al processo evolutivo, continuando a essere tema di riflessione dell’attualità e terreno fertile per produzioni cinematografiche spettacolari.
La nuova trilogia
Infatti Il regno del pianeta delle scimmie, film di Wes Ball distribuito da 20th Century Studios, ha esordito nei cinema l’8 Maggio 2024 in qualità di primo capitolo della trilogia sequel del reboot del franchise, Il pianeta delle scimmie.
Di nuovo sul pianeta delle scimmie
La pellicola porta nuovamente lo spettatore sul pianeta delle scimmie, ovvero una Terra collocata in un ipotetico modello sociale futuro, in cui la specie umana è gravemente decimata e regredita a uno stato selvaggio, mentre le scimmie hanno acquisito intelligenza umana e notevoli capacità d’adattamento, proprio a causa di un virus creato da quegli stessi uomini che spadroneggiavano, incapaci poi di tenerlo sotto controllo.
«Scimmie insieme forti». Questo era il motto con cui Cesare, leggendario condottiero che guidò la rivalsa delle scimmie nell’acclamata trilogia reboot iniziata nel 2011, la stessa a collocarsi come antefatto di questo Il regno del pianeta delle scimmie, in cui riecheggia l’idea per cui solo l’unione tra primati e una pacifica convivenza con gli umani avrebbero recato la sopravvivenza.
Trecento anni dopo
Nonostante la continuità narrativa, non è però strettamente necessario avere approfondito i precedenti film della saga per comprendere o apprezzare la trama di questo nuovo capitolo.
Trecento anni dopo i fatti narrati nella precedente trilogia, infatti, i principi di Cesare sono stati dimenticati da alcune comunità di scimmie più solitarie, ma fatti propri e mistificati da un villain, Proximus, intenzionato a deportare una moltitudine di primati dai loro villaggi d’appartenenza, così da unificare tutte le scimmie in un unico regno, completamente asservito alla sua dispotica figura e alla legge del più forte.
Noa
Noa, il nuovo protagonista, è un giovane scimpanzé proveniente da una pacifico clan poco sviluppato. Vive dedicandosi a liberatorie arrampicate e all’addestramento delle aquile, ma il suo villaggio è accusato d’avere dato rifugio a un’umana: Noa è, così, messo in catene e deportato, al fine di rimpinguare le fila del nuovo regno in costruzione da Proximus, ma riesce a fuggire e a organizzare una spedizione per tentare di salvare la sua comunità.
Per Noa il viaggio sarà l’occasione per acquisire consapevolezza del mondo al di fuori del suo villaggio e per apprendere conoscenze riguardo il passato della sua specie: grazie all’incontro col saggio orango Raka, detentore dei veri insegnamenti di Cesare e oppositore politico di Proximus, e a quello con l’umana May, capirà quanto potenziale sia in lui e nel messaggio di Cesare.
Ricche citazioni narrative
Per quanto il fronte narrativo possa essere seguito senza bisogno di riferimenti antecedenti, a un fruitore consapevole risulta assolutamente evidente come esso attinga a piene mani da quello addirittura del film originale del 1968.
L’intreccio si presenta, dunque, come la combinazione di una grande quantità di topos letterari e di citazioni palesi della prima trasposizione cinematografica dell’opera. Ne consegue una certa ripetitività, o comunque la consapevolezza di non essere di fronte a un film innovativo.
Eppure funziona!
Eppure, Il regno del pianeta delle scimmie resta accattivante e in grado di suscitare l’interesse più viscerale del pubblico, grazie alla profondità delle tematiche antropologiche trattate: se anche la rivendicazione territoriale e la lotta per la libertà del proprio popolo, che si concretizza in rivalsa personale e collettiva, non rappresentino elementi innovativi, è senz’altro indubbio l’impatto emotivo che possano suscitare. Soprattutto, funzionano maggiormente poiché rese e supportate attraverso una spettacolarità scenica che marca l’ambizione della produzione.
Lo spettatore è infatti coinvolto da un’inquadratura suggestiva dietro l’altra, anche grazie al realismo con cui i primati sono realizzati attraverso un motion capture incredibilmente fluido. Non da meno si presentano gli incantevoli paesaggi in cui la natura invade quanto resta delle città umane, simboleggiando alla perfezione quel concetto di riappropriazione dell’elemento primitivo sul presunto progresso.
Conclusioni
I 145 minuti di proiezione de Il regno del pianeta delle scimmie rappresentano idealmente uno scoglio elevato, ma la bellezza estetica del comparto visivo supporta tanto bene la messa in scena di argomenti così universalmente coinvolgenti, da far sì che il film si segua con viva partecipazione per la maggior parte dell’elevato minutaggio, riuscendo a fidelizzare appassionati della saga e a coinvolgerne di nuovi.
Condividi il post
Titolo originale | Kingdom of the planet of the apes |
---|---|
Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2024 |
Durata | 145 minuti |
Uscita | 8 Maggio 2024 |
Genere | Fantascienza |
Regia | Wes Ball |
Sceneggiatura | Josh Friedman |
Fotografia | Gyula Pados |
Musiche | John Paesano |
Produzione | Oddball Entertainment Jason T. Reed Productions Disney Studios Australia 20th Century Studios |
Distribuzione | The Walt Disney Company Italia |
Cast | Owen Teague Freya Allan Kevin Durand William H. Macy Travis Jeffery Peter Macon Lydia Peckham Neil Sandilands Eka Darville Ras-Samuel Weld A’abzgi Sara Wiseman Dichen Lachman Karin Konoval |