«La gente dimentica le creature che vivono nelle conchiglie»

Tratto dal bestseller omonimo di Delia Owens, è al cinema La ragazza della palude. La vicenda è ambientata in diverse decadi a partire dagli anni ’50 e segue la vita della protagonista Kya, sfortunata bambina nata e cresciuta in una famiglia disastrata, che dimora in una casa isolata all’interno di una grande palude della Carolina del Nord.

Un padre violento

Il film intreccia nel racconto il passato e il presente della giovane, caratterizzati entrambi dalle botte di un padre violento, da una madre scappata di casa e seguita nel tempo da tutti i fratelli e le sorelle. Kya, dunque, crescerà da sola immersa nella natura, aiutata solo da due negozianti della cittadina più vicina, non scolarizzata e additata dalla comunità come una freak.

L’accusa d’omicidio

Una volta divenuta adulta, riceverà le attenzioni di alcuni ragazzi del posto. Ma quando uno di essi, un ricco rampollo locale, è rinvenuto cadavere ai piedi di una torre d’osservazione, proprio sulla ragazza della palude ricadrà l’accusa d’omicidio.

Chi si aspetta un legal thriller costruito sulla rivalsa di una donna emarginata perché diversa deve essere avvertito: La ragazza della palude non è il film che ci si potrebbe attendere dal trailer diffuso nelle settimane passate. Non vuol dire che si tratti di una brutta pellicola, almeno non necessariamente, ma le aspettative tradite potrebbero portare a giudizi molto negativi.

Non è un thriller

La ragazza della palude non è dunque un thriller, quanto invece una storia di formazione e d’affermazione di un’identità non convenzionale, con una lunghissima parentesi centrale sentimentale, per alcuni versi un’operazione più vicina a Le pagine della nostra vita. A interpretare la protagonista è Daisy Edgar-Jones, brava a rendere credibile un personaggio non semplice, ma anche il resto del cast fa il suo dovere.

Ribaltare la prospettiva

Altra protagonista del film è proprio la palude, luogo inospitale e pericoloso per antonomasia almeno per quella generazione che vi vide sprofondare Artax ai tempi de La storia infinita o arrancare il buon Frodo in quelli de Il Signore degli Anelli. Qui, invece, la palude è rigogliosa e vitale e gode di una fotografia notevole, in grado di mostrare la vita pullulante e i tanti colori che la animano nel corso delle stagioni.

Fin qui gli aspetti positivi del film. Purtroppo, però, non mancano quelli negativi. Oltre a un trailer ingannevole, La ragazza della palude soffre di un ritmo incapace di regalare un qualsiasi momento di tensione: ogni snodo della trama scorre scialbo, compresi i colpi di scena e, su tutti, quello finale, in qualche modo annunciato da alcune scene disseminate nel corso della narrazione.

Una sceneggiatura piatta

Il tasto più dolente, però, è nella sceneggiatura, sebbene vada riconosciuto che non possiamo dire se l’imputato sia il materiale originale o il doppiaggio italiano.

In ogni caso, specialmente il secondo atto, tutto schiacciato sulle vicende sentimentali della protagonista, paga alcuni dialoghi non all’altezza di un film così importante per cast e produzione di cui si fregia e portatore di un messaggio meno evidente, ma ugualmente significativo, legato al rispetto della natura e alla necessità di vivere in armonia con essa.