Romanzo

Terzo capitolo della saga Luna, La vendetta di Asgard non può che confermare le abilità del giovane Antonio Alvares quale scrittore di “fantascienza”. Le virgolette sono obbligatorie, perché nella sua opera l’autore riesce a fondere elementi fantascientifici classici, come i viaggi spaziali e i nuovi mondi colonizzati, a elementi più fantasy, che pescano invece a piene mani dalla mitologia norrena ma che, in questo caso, sono ancor meglio amalgamati nel racconto.

Una mitologia parallela

Antonio Alvares ha dalla sua una capacità che è sia pregio che difetto: riuscire a imbastire una vera e propria mitologia parallela, che potremmo tranquillamente paragonare a quanto fatto da George R.R. Martin, pur con le dovute differenze. È un pregio perché la profondità con la quale l’autore crea e imbastisce la lore lancia il lettore ancora più in profondità nel suo romanzo. Man mano che sono raccontate leggende, storie, usi e costumi dei suoi Asgardiani, siamo immersi sempre di più in un universo che, pur conservando un che di familiare, aumenta di fascino pagina dopo pagina.

Impossibile distogliere lo sguardo

Miti e leggende del romanzo si intersecano ai nostri, con termini e nomi già conosciuti ma qui rivalutati in un contesto differente e coerente, amalgamato, granitico. Impossibile distogliere lo sguardo mentre si legge, difficilissimo non pensare a quant’è narrato pagina dopo pagina per rapportarlo a quanto, invece, si conosce già.

Nessuna paura

Il difetto de La vendetta di Asgard, dall’altro lato, è di lievissima natura e consiste in quella sorta di sensazione di smarrimento che si prova sempre di fronte a opere così monumentali. Il nuovo romanzo, infatti, porta più dentro agli eventi narrati e all’inizio tutta la lore potrebbe sembrare sconcertante, come una barriera posta di fronte al lettore. Non abbiate paura di scalarla, però.

Un bellissimo viaggio

Nel giro di una ventina di pagine, il lettore più appassionato si troverà perfettamente a suo agio nell’ambientazione del romanzo e, anzi, si sentirà ancor più spronato alla continuazione, fino a un finale veramente soddisfacente sotto moltissimi punti di vista. Ancor più della meta, però, come si suole dire, è compito del lettore godersi il viaggio che Antonio Alvares ha preparato per lui e in questo caso non abbiamo riscontrato nessun grosso impedimento, perché la trama si svolge con un ritmo adeguato.

Una questione di ritmo

La trama prende il suo tempo per descrivere quanto deve essere descritto; avanza più veloce nelle fasi concitate, rallenta quando deve e, anche in questi casi, non fa mai sentire la sensazione che gli avvenimenti narrati siano superflui o inutili. Ogni pagina sembra studiata per dare una nozione in più o un più significativo approfondimento di questo o quel personaggio. Non mancano, ovviamente, colpi di scena ben piazzati, alcuni più facili di altri da intravedere con un piccolo anticipo ma, nel complesso, tutti di impatto.

Il piacere della scoperta

Non possiamo e non vogliamo dilungarci sulla trama, per non togliere a nessuno il piacere della scoperta, ma ci permettiamo di consigliare a tutti gli appassionati del genere di recuperare La vendetta di Asgard, come anche i capitoli precedenti. Se amate la narrazione profonda e la costruzione di un mondo fantastici ben caratterizzato e studiato che ha regole radicate che mai vengono distorte per il bene della trama, allora questo è un ottimo modo di passare ore di lettura appassionata.