Pokémon Leggende: Arceus | La rivoluzione di Game Freak | Recensione
Il voto di Nerdface:
3.0 out of 5.0 stars
Il voto di Nerdface:
3.0 out of 5.0 stars
Il 5 Ottobre 1999, con più di tre anni di ritardo rispetto all’Oriente, sugli scaffali dei negozi di tutta Europa arrivano Pokémon Rosso e Blu. Da quel momento in avanti, l’industria videoludica non sarà più la stessa. I titoli, distribuiti per Game Boy, sono una boccata d’aria freschissima per i videogiocatori di tutto il mondo, un concept completamente nuovo che riprende le basi dei JRPG più famosi dell’epoca. In pochissimo tempo, «gotta catch ‘em all» diventa più di un semplice motto e conquista un posto non solo nell’olimpo videoludico, ma nella cultura popolare.
L’inizio di una rivoluzione
A distanza di quasi 30 anni dalla sua nascita, quello di Pokémon è diventato il franchise più redditizio di sempre, superando colossi come Star Wars e il Marvel Cinematic Universe. Un successo senza precedenti che, però, non è esente da macchie, perché se la centralità di Pokémon nelle vite di molti non è in discussione, in quasi tre decenni la main line videoludica dello storico media franchise giapponese ha faticato parecchio a rinnovarsi. Anzi, a dire il vero non ci ha mai provato fino in fondo, prima di qualche settimana fa. L’arrivo di Leggende Pokémon: Arceus segna infatti l’inizio di una rivoluzione.
Le meccaniche: un punto di partenza per il futuro
Il fiore all’occhiello della nuova creatura di Game Freak è rappresentato dalle meccaniche di gioco, in netta controtendenza rispetto al passato. Dopo l’esperienza delle Terre Selvagge, in Pokémon Spada e Scudo, si è finalmente deciso d’abbandonare la struttura a griglia che ha definito tutti i capitoli della serie fino a oggi, a favore di un sistema di open area.
Nel nuovissimo prequel, il giocatore è libero di muoversi all’interno delle varie zone della regione di Hisui, ampie distese ben sviluppate sia orizzontalmente che verticalmente. Una volta cominciata l’esplorazione della prima, vera zona, il pensiero non può che andare a The Legend of Zelda: breath of the wild. L’ispirazione è palese e anche certi prompt sonori richiamano al capolavoro Nintendo.
Esplorare
Il nuovo capitolo di Pokémon invoglia il giocatore a esplorare, con l’obiettivo di scoprire tutte le specie che abitano la regione di Hisui. La principale differenza con l’ultimo capitolo della serie di Zelda consiste però nell’impossibilità di muoversi liberamente all’interno del mondo di gioco nella sua interezza. In questo senso, Leggende Pokémon: Arceus si ispira a un altro titolo sensazionale rilasciato per Nintendo Switch, ovvero Monster Hunter: Rise.
Per completare il Pokédex, infatti, il protagonista della nostra avventura dovrà dedicarsi a delle spedizioni, con l’obiettivo di catturare e sconfiggere il maggior numero di creature possibile. La preparazione, con tanto di crafting e selezione di oggetti e Pokémon, diventa quindi indispensabile.
Un’esperienza appagante
Un’altra nota più che positiva è l’utilizzo, da parte degli sviluppatori, di meccaniche appartenenti ad altri titoli del franchise. Nonostante sia stato adattato all’hardware a disposizione, il sistema di cattura ricorda infatti quello già visto in Pokémon GO, titolo per dispositivi mobile che negli anni è diventato il principale esponente della realtà aumentata nei videogiochi, settore in continuo fermento grazie al contributo di strumenti tecnologici sempre più avanzati. Il risultato finale è un’esperienza di gioco appagante, che può tenere incollati allo schermo per oltre 60 ore.
Le note dolenti: trama e comparto tecnico
Nonostante il giudizio sia nel complesso più che positivo, non mancano delle criticità. Da una parte la scrittura non ha fatto quel passo in avanti che ci si poteva aspettare, rimanendo banalmente ancorata ad archetipi usati e abusati nei giochi passati. La main quest non è da buttare, anzi, ma risulta vittima di una narrazione troppo poco matura per quelle che erano le aspettative. A essere ingiustificabile, invece, è il comparto tecnico. In certi frangenti, la nuova creatura di The Pokémon Company ricorda molto da vicino i titoli per Nintendo 64. Se il framerate è piuttosto stabile, la grafica è inaccettabile per un titolo così importante.
Un punto di partenza
Al dire il vero, in certi momenti Leggende Pokémon: Arceus ha dei cali qualitativi talmente gravi, che non sarebbero giustificabili nemmeno se si trattasse di una produzione indipendente. Questa mancanza risulta particolarmente grave per un videogioco che fa dell’immersione il suo punto di forza. Perdersi nella regione di Hisui è comunque un’esperienza meravigliosa e l’augurio è che Game Freak possa ripartire proprio da qui per i prossimi capitoli, ma i limiti grafici del videogioco non possono non lasciare l’amaro in bocca.