«Alcuni di noi son diventati mostri»

Fin dal suo arrivo su Prime Video nel Dicembre del 2020, The wilds, la serie creata da Sarah Streicher, è diventata un piccolo fenomeno. Nato come parte dell’offerta destinata al pubblico di giovani adulti da parte della piattaforma di streaming, insieme a prodotti come Cruel summer, Panic e So cosa hai fatto, si è prefissato fin da subito come una reinvenzione al femminile di Lost.

Un’isola e un disastro aereo

Nella prima stagione, difatti, un gruppo di ragazze adolescenti provenienti da background diversi si ritrova su un’isola deserta a causa di un disastro aereo. Quello che non sanno è che non si trattava di un semplice incidente, ma di un complesso esperimento sociale, Dawn of Eve, organizzato dall’accademica Gretchen Klein (Rachel Griffiths), al fine di vedere come sarebbe stata una società senza il patriarcato.

Dove eravamo rimasti

La prima stagione si chiudeva con la scoperta da parte di Leah (Sarah Pidgeon), una delle ragazze protagoniste, di un altro gruppo di naufraghi, questa volta tutti maschi, facenti parte di un programma ancillare chiamato Dawn of Adam. Era inevitabile, in quanto già annunciato dai materiali promozionali, che questi nuovi episodi introducessero nella serie, come co-protagonisti, i nuovi superstiti.

The wilds si trova quindi in soli 8 episodi a dover seguire, oltre al gruppo già conosciuto dal pubblico, anche i nuovi personaggi. Questi ultimi ricevono dalla serie un trattamento estremamente simile a quello ricevuto prima dalle ragazze, mostrando degli spezzoni dagli interrogatori che concludono il programma e alcuni flashback, sia dalle settimane sull’isola che dalle loro vite precedenti.

Un’affrettata rivisitazione

The wilds cade così in una mera, affrettata e confusionaria rivisitazione della prima stagione, continuando a riproporre schemi già noti al pubblico e bloccandosi su sottotrame superflue. La serie prova a dividere il suo tempo in modo equo tra i due gruppi di naufraghi seguiti dalle telecamere di Gretchen Klein, ma finisce per non approfondire i nuovi personaggi e dimenticarsi le ragioni che hanno determinato il successo di The wilds fin dall’inizio.

Troppe suggestioni

I nuovi episodi non mancano d’esplorare i rapporti sviluppatosi nel gruppo principale, nello specifico concedendo particolare attenzione alla coppia formata da Shelby (Mia Healey) e Toni (Erana James), e alcuni degli aspetti più delicati dell’età adolescenziale, ma la narrazione risulta essere troppo sovraccarica di elementi e suggestioni, anche contrastanti, per potervi dare il giusto respiro anche in questa stagione.

Il finale, di gran lunga l’episodio più avvincente, sembra aprire le porte a un quasi certo proseguimento. È necessario per questo motivo sperare che la seconda stagione di The wilds sia stata un semplice momento di transizione, di necessaria costruzione di un’antitesi al progetto Dawn of Eve, e che nella terza si possa tornare a una trama meno frammentaria e più incentrata sul gruppo originale.