«Siamo la libertà che avanza»

Dopo il successo della presentazione al Locarno Film Festival, arriva nelle sale italiane dal 4 al 7 Novembre l’atteso nuovo film del pluripremiato regista di animazione Alessandro Rak, Yaya e Lennie: the Walking Liberty. Un film potente, prodotto da Mad Entertainment con Rai Cinema e distribuito nelle sale da Nexo Digital, che fonde arte e fantasia per ripensare alle urgenze ambientali e ai valori sui quali si fonda la nostra società.

Una Napoli del futuro

Il regista torna sul grande schermo con una storia di fantapolitica animata, localizzata in una Napoli distrutta da una catastrofe ecologica e trasformata in una giungla tropicale; i protagonisti della storia sono Yaya (Fabiola Balestrieri), una ragazza sveglia ed emancipata, e Lennie (Ciro Priello) un giovane dalla grande stazza, non troppo sveglio, ma dotato di forza straordinaria. Entrambi sono nati sbagliati e fanno anche sogni sbagliati, come dice la filastrocca di Zia Claire, sentita in voice over dal timbro profetico di Lina Sastri.

Sono guidati entrambi dalle parole su un sentiero inesplorato e senza padroni, verso la Terra della Musica, dove il tempo s’è dimenticato di passare, trasportato dalle note e dalla gioia, o verso qualunque altro posto. Decidono all’istante, seguendo un semplice impulso. Insieme, passano la vita a correre da un rifugio all’altro per sfuggire alla milizia, una forza militarizzata chiamata Istituzione, che costringe tutti i giovani a essere reclutati e arruolati nelle proprie fila, inseriti dentro una catena di montaggio per favorire la produttività dello Stato totalitario. E apparentemente non fanno altro che litigare, ma rappresentano comunque il più chiaro esempio di un’amicizia abbastanza forte da reagire a qualunque pericolo.

Una nuova società

Nel loro mondo la natura s’è ripresa prepotentemente il Pianeta e ora la giungla riveste tutta la Terra. Dalle macerie del mondo che fu, una nuova società sta cercando di risorgere. Si tratta appunto dell’Istituzione, i cui adepti cercano di ripristinare l’ordine precostituito imponendo al popolo libero della giungla il loro concetto di diritto. Ma c’è chi si oppone con forza al loro processo di presunta civilizzazione: i dissidenti stanno preparando la loro rivoluzione. Il racconto di due spiriti liberi che vogliono semplicemente trovare il loro posto nel mondo.

Un inno alla libertà

Yaya e Lennie: the Walking Liberty è un inno alla libertà, in grado di ragionare su diversi punti di vista circa l’idea di progresso, separando accuratamente i buoni dai cattivi, da chi pensa a un’esistenza fatta di fantasia, colorata, senza bisogno di qualcuno per scoprire la strada, che vuole correre e cantare e ballare e sbagliare in solitudine, usando la propria testa, da chi invece mette al primo posto le regole, da chi vuole la prevaricazione, pretendendo di farsi maestro e carnefice, da chi privo di scrupoli usa verbi come appartenere od obbligare.

L’animazione, realizzata da un nutrito gruppo di professionisti, combina sulle tavole il residuo di una civiltà estinta con quella ancestrale ricca di vegetazione e di animali, dei paesaggi bellissimi per addormentarsi tra i sogni, sotto un Universo popolato da stelle e un cielo invaso dalle lucciole, ma anche attraversata nel suo volto distopico da militari a caccia di ribelli.

La ribellione

Il principale filone avventuroso, provvisto, in un continuo immaginare la fuga, di una struttura narrativa flessibile, è integrato dagli altri personaggi del racconto, i sobillatori impegnati a preparare la rivoluzione comandati da Rospoléon, la risposta all’Istituzione, i quali, dopo aver salvato i due fuggitivi dalle grinfie dei soldati, decidono d’infiltrarsi dentro il sistema per sabotarlo.

Un romanzo di formazione

La vicenda porta Yaya e Lennie ad affrontare tanti pericoli e ogni situazione sarà un momento di crescita o di confronto, per conoscere le opzioni di un mondo precipitato nel caos e invaso dai relitti del passato, dentro le piccole comunità create per sfuggire l’idea stessa di sistema, fedeli a un modello d’autonomia cui non vogliono e non possono rinunciare. E anche per incontrare il desiderio e l’amore, essere traditi e umiliati.

L’impianto metaforico strutturato di Yaya e Lennie: the Walking Liberty ha una struttura molto semplificata, pronuncia un immediato messaggio inequivocabile, con i dialoghi e la musica, composta dallo stesso regista insieme a Dario Sansone ed Enzo Foniciello, per diffondere un ideale di bellezza alternativo al modello imperante; sceglie di volare dove nessuno aveva mai osato farlo, per suggerire che un’alternativa è sempre possibile, anche quando tutto sembra perduto, anche quando si è feriti nell’animo e nel corpo.