«Abbiamo una studentessa in classe»

L’horror uscito il 24 Novembre al cinema e diretta dal tedesco Daniel Stamm è l’ennesimo film a tema esorcismo che, nonostante qualche buona sequenza, cade nei cliché del genere lasciando un forte sapore di già visto. Gli occhi del Diavolo narra la storia di suor Ann, interpretata da una splendida Jacqueline Byers, infermiera in un inquietante ospedale cattolico dedicato ai pazienti posseduti. La protagonista, grazie a un profondo e radicato rapporto col Diavolo, che ha origine dalla sua difficile infanzia, riesce a compiere con successo diversi esorcismi.

Una donna contro il Diavolo (e i pregiudizi)

La tensione de Gli occhi del Diavolo è concentrata in questi momenti d’esorcismo, colmi di jumpscare ben costruiti e resi incisivi anche grazie all’ottima colonna sonora, curata da Nathan Barr che, in precedenza, aveva già lavorato con Stamm all’horror L’ultimo esorcismo. L’unico elemento innovativo del film è la presenza di una protagonista femminile, che combatte per esercitare la professione d’esorcista riservata tipicamente agli uomini. Infatti, dopo una forte resistenza delle autorità clericali, riuscirà a essere ammessa al corso d’esorcismo tenuto da Padre Quinn, interpretato da Colin Salmon. Questa sua lotta è ben rappresentata e sicuramente aggiunge profondità narrativa a un racconto che, altrimenti, sarebbe rimasto davvero anonimo.

Tanti cliché

Gli occhi del Diavolo, difatti, risulta purtroppo un grande mix di cliché del genere, a partire dalle scelte di regia: anonima e senza spunti interessanti, così come la sceneggiatura caratterizzata da dialoghi che sfiorano l’imbarazzo. L’ambientazione dell’ospedale psichiatrico, seppur anch’esso parte degli stilemi tipici dell’horror, è ben fatto e reso inquietante da una buona fotografia, capace di catturare l’occhio dello spettatore in alcuni frangenti.

Le scene centrali della narrazione sono tutte legate a vari momenti d’esorcismo, rappresentato in maniera cruda e ben fatta, seppur ancora una volta già vista. Le persone impossessate si comportano infatti come siamo abituati a vedere: si arrampicano sui muri e si contorcono in maniera innaturale, con lamenti terribili. Queste scene, seppur prevedibili, riescono a essere godibili grazie a un buon montaggio, in grado di tenere alto il ritmo e, di conseguenza, l’attenzione.

Un mercato saturo

Gli occhi del Diavolo risulta un film piuttosto divertente da vedere, ma basato unicamente sugli jumpscare che, per quanto ben assestati, non riescono a far emergere la pellicola in un mercato dell’horror davvero saturo di titoli così, anche per responsabilità delle tante piattaforme di streaming, ingorde di produzioni incentrate sulla quantità e non sulla qualità, prive di qualsivoglia spunto artistico.

Nulla di nuovo

Non fa eccezione Gli occhi del Diavolo, nonostante si tratti di una pellicola destinata al grande schermo: seppur parzialmente godibile, non aggiunge nulla di nuovo al genere che possa permetterle di essere ricordata una volta riaccese le luci della sala.