Il malvagio Morkull, Dio della Morte e dell’Oscurità e sovrano del Ragast, è a conoscenza non solo d’essere un personaggio all’interno di un videogioco, ma anche che, al di fuori di esso, esiste un mondo, il nostro, che non aspetta altro se non essere conquistato. Toccherà a noi giocatori guidarlo nei meandri del Regno dei Morti in cerca di una via di fuga, nel gioco Morkull Ragast’s Rage, di DisasterGames.

Buone premesse per pessimi risultati

Una buona premessa per un metroidvania, con un protagonista malvagio, capace di rompere la quarta parete e parlare direttamente a noi, con fondali e animazioni artigianali e una buona dose di citazioni, ma che è totalmente demolito dalla carenza tecnica e dall’ingenuità dei giovani sviluppatori.

Trama

L’esperienza di Morkull Ragast’s Rage è costellata di occasioni mancate, già a partire dalla trama. L’espediente su cui si fonda, ovvero la consapevolezza del protagonista di essere un videogioco, la conseguente meta narrazione e il coinvolgimento del videogiocatore, sono solamente un simpatico incipit e un paio di caselle di testo poco più avanti.

Non crea un legame con noi al di qua dello schermo, né approfondisce quello al di là con gli NPC, del tutto ignari d’essere stringhe di codice. Se Morkull Ragast’s Rage comincia con Morkull imprigionato nelle sue stesse segrete mentre minaccia d’invadere il nostro mondo, non è dato sapere come ci sia arrivato o come il villain sia riuscito a rubarci il trono. E no, fare dell’ironia sull’incapacità degli sviluppatori da parte del protagonista non può essere un espediente utilizzabile per spiegare tutto.

Gameplay

Il discorso purtroppo non cambia se andiamo ad analizzare il gameplay. Il giovane team DisasterGames aveva all’attivo un paio di browser game. Morkull Ragast’s Rage nasce a seguito di una ricerca di mercato durata un paio di anni, come da loro stessi affermato. Dopo aver sondato il terreno, decidono d’affrontare il sottogenere del metroidvania, sviluppando la demo in qualche mese.

Dalla demo al gioco completo

La demo riesce ad attirare le attenzioni dei giocatori più curiosi, offrendo una prova di gioco con meccaniche cliché abbastanza basilari. Si hanno un attacco debole, uno forte, quattro semplici combo (3 attacchi di un tipo o 2+1), un combattimento a orde e una bossfight.

Anche il sistema di movimento è semplice, senza nulla di particolare da segnalare. Il gioco appare molto grezzo, dalle animazioni al comportamento dei nemici, compresi gli elementi grafici, che non sembrano appartenere tutti allo stesso prodotto. La speranza è l’ultima a morire: c’è ampio margine di miglioramento, qualche spunto carino qua e là e l’esordio del protagonista che salta sopra la sua casella di testo promette bene.

Là dove cadono gli asini

A poco meno di un anno dal rilascio della demo, il 6 Marzo 2025 esce su tutte le piattaforme il gioco completo, al costo di 18 euro. E qui cascano i numerosi asini. Morkull Ragast’s Rage riceve l’endorsement di Sony nei trailer, è presentato alla Gamescom e al Tokyo Game Show, solo per citarne alcuni, e la campagna marketing tutto promette, meno che il titolo in questione.

Pensavo fosse un indie, invece era una beta

Morkull Ragast’s Rage, infatti, si presenta come un beta in via di sviluppo, incompleto, pieno zeppo di bug invalidanti l’esperienza di gioco; nel pratico, è la stessa demo dell’anno precedente, ma allungata fino a raggiungere le 2-3 ore di gioco, se non si contano le ore perse a causa di auto salvataggi mancati, e venduta al prezzo di un indie.

Feeling

Partendo dal level design, Morkull Ragast’s Rage è da buttare per intero. I punti di salvataggio, oltre a non svolgere il loro lavoro, sono posizionati in maniera sbilanciata, troppo accorpati o troppo distanti. Per non parlare del fatto che, se nella prima sezione di gioco l’avanzamento è dato dalla raccolta di chiavi del tutto anonime, assegnate però ognuna a una porta specifica, nella seconda, sbloccato il power up sfonda pareti, l’intera area area successiva si presenterà totalmente priva di porte chiuse a chiave.

Sfidare un nemico, un’orda o un boss è un vero incubo. Ogni colpo non ha feedback. Non si sente la differenza tra un colpo leggero o uno pesante e neanche i nemici la sentono: la loro risposta, infatti, sarà totalmente casuale. Se il nemico sarà atterrato, respinto o se proseguirà il suo attacco, non ci è dato saperlo, almeno finché l’ennesimo colpo che ci arriva da una carcassa, che non ha frame di raccordo tra l’animazione da sdraiata e quella di attacco, non ci ucciderà.

In balia del caso

Il movimento è oleoso e diventa frustrante affrontare le sezioni platform senza poter essere precisi, o senza poter calcolare il ritmo degli ostacoli. Questi ultimi, come i nemici, cominciano il loro ciclo solo quando sono caricati e non tutti insieme per macro area; quindi, ogni sequenza di salti o di attacco ha risultato, tempo e ostacoli aleatori.

Conclusioni

Un gioco non concluso, ma venduto e pubblicizzato come la novità assoluta sul mercato. Un prodotto senza una direzione in nessun campo, incapace però non solo di creare meccaniche e dinamiche fresche, ma neanche di scopiazzare in giro, con poche idee e molto confuse. Questo è Morkull Ragast’s Rage. I numerosi bug coronano il tutto.

Sarà più comune lanciare il pad per essere rimasti incastrati nel pavimento, in un nemico o aver perso ore di gioco, che per l’effettiva difficoltà pubblicizzata. Qualche citazione qua e là e fare l’occhiolino a player con un paio di battute, non possono salvare il Dio del Sottosuolo. Figuriamoci chi abbia speso i propri soldi.