«Ho paura di sentirmi sola per il resto della mia vita»

Uscito al cinema lo scorso 29 Giugno, Falcon Lake è l’esordio cinematografico della regista Charlotte Le Bon. Tutto comincia sullo sfondo di un lago, in una notte d’estate: una scena talmente tranquilla, da dover necessariamente celare qualche segreto. L’inquadratura rimane fissa, invariata, finché un corpo emerge dall’acqua. Passa qualche minuto e sullo schermo appare un Nintendo Switch, che subito ci riporta alla realtà.

Due adolescenti

Ma andiamo con ordine: protagonista della pellicola è Bastien (Joseph Engel), ragazzo tredicenne alle prese con le prime vere emozioni date dal passaggio da bambino ad adolescente e, con lui, la sua famiglia, che si prepara a trascorrere l’estate al lago, insieme ad alcuni amici. Ad attirare l’attenzione del ragazzo è Chloe (Sara Montpetit), la figlia sedicenne degli ospiti, la quale invece non sembra essere particolarmente entusiasta di condividere i suoi piani per l’estate con lui. La ragazza è infatti molto più interessata a vivere appieno la vita sociale di Falcon Lake, fatta di piccoli furti e di serate attorno al fuoco, con bottiglie di alcolici.

Mentore e allievo

Nonostante si ritrovi a dover badare al fratello piccolo di Bastien, quindi relegata a babysitter, riesce comunque a ritagliarsi piccoli momenti di svago, in cui raccontare ai due fratelli storie sul fantasma del lago, per spaventarli. Così, inizia ben presto a svilupparsi un’amicizia, se non altro perché entrambi i ragazzi hanno bisogno di qualcuno con cui passare il tempo; un’amicizia che presto evolverà in una sorta di rapporto tra mentore e allievo, quando Chloe insegna a Bastien come superare i postumi di una sbornia, come godersi i festini e, alla fine, le basi dell’anatomia femminile.

Falcon Lake, da buon film sull’adolescenti in cui il tema centrale è la differenza d’età, pone l’accento sul dramma che va piano piano a crearsi nella relazione tra i due giovani. Bastien e Chloe non scendono mai a patti col fatto che lui si stia pian piano innamorando e che lei, invece, stia solo cercando d’ammazzare il tempo in sua compagnia. Ci sono, sì, momenti occasionali in cui la ragazza, presa dalla noia, decide di concedersi, lasciandosi andare alla passione, ma finisce presto per riportarlo alla realtà, nel momento in cui cercherà l’attenzione di ragazzi molto più grandi.

Nessun happy ending

Eppure, pur consapevoli dell’impossibilità di un happy ending, continuiamo a guardare e fare il tifo per Bastien, la cui maturità dà l’impressione d’avere più di tredici anni, incarnando perfettamente un adolescente talmente annoiato dalla sua routine, da lasciarsi andare al proibito. Le Bon riesce a creare un’atmosfera inquietante, ma senza mai trasformarla in un espediente. Degno erede di film quali Licorice pizza o Call me by your name, Falcon Lake ci racconta il tipo di connessione più di un’amicizia, meno di una storia d’amore, in cui qualunque spettatore che abbia vissuto almeno una volta una storia d’amore estiva potrà riconoscersi. Proprio come il fantasma di Falcon Lake: non importa se la connessione romantica sia stata reale, perché le emozioni provocate rimarranno per sempre.