«Il Re non ha amici: solo sudditi e nemici»

Il capolavoro di Alexandre Dumas torna in un nuovo, colossale adattamento cinematografico dal titolo I tre moschettieri: D’Artagnan. Il nuovo film, nelle sale italiane dal 6 Aprile 2023, è la prima parte di un dittico che si concluderà a Dicembre, con l’uscita de I tre moschettieri: Milady, e rientra in un progetto a sei mani con Martin Bourboulon alla regia e Matthieu Delaporte e Alexandre de La Patellière alla sceneggiatura.

Intrighi di corte

Protagonista è naturalmente il giovane D’Artagnan (François Civil), che ambisce a diventare un moschettiere del re Luigi (Louis Garrel) e decide quindi di recarsi a Parigi per mettersi al servizio del capitano de Tréville.

Una volta arrivato nella capitale, si rende conto di quanto sia facile litigare proprio coi moschettieri, ma soprattutto di quanto intrighi e corruzioni corrodano la nobiltà di Francia. Mentre i moschettieri sono fedeli al Re, infatti, il cardinale Richelieu (Alexis Michalik) è disposto a tutto pur di screditarli e acquisire sempre più potere.

Aggiornare un classico

Con un cospicuo budget alle spalle di circa 70 milioni di euro e un cast di merito, che raccoglie il meglio dello star system francese, I tre moschettieri: D’Artagnan si pone un obiettivo semplice, per quanto audace: riproporre sul grande schermo il romanzo di Dumas, svecchiandone un po’ la trama grazie a qualche aggiornamento minimo di contemporaneità, senza però che ne sia intaccato lo spirito.

Bourboulon riesce perfettamente in quest’impresa, creando un film a tratti impressionante. I difetti sono infatti pochi e le scene d’azione, focus principale de I tre moschettieri: D’Artagnan, sono tutte ben riuscite e caratterizzate dalla scelta di girarle ad altezza d’uomo, con una leggera angolazione dal basso. Ovviamente non si tratta di un lungometraggio perfetto o senza alcuna sbavatura, ma non si possono negare la voglia d’innovazione e la ricerca d’autenticità della regia.

Il ricco cast

Athos, Portos e Aramis sono interpretati rispettivamente da Vincent Cassel, Pio Marmaï e Romain Duris e, come il film, fondono la tradizione della loro controparte letteraria e si avvicinano alla contemporaneità attraverso tratti innovativi che non infastidiscono e trovano un perfetto inserimento nella storia.

Ma sono forse Louis Garrel e Vicky Krieps, rispettivamente nei panni del Re e della Regina, e soprattutto la magnifica Eva Green con la sua strepitosa Milady, a spiccare più di tutti.

Milady

Proprio Milady, che ritroveremo protagonista nel secondo film, è caratterizzata come una femme fatale che uccide per conto di Richelieu, ma sembra sempre seguire motivazioni personali.

L’unica nota negativa de I tre moschettieri: D’Artagnan sta nel voler a tutti costi dimostrare e giustificare l’uso fatto del grande budget. Ogni scelta è infatti pesata e contestualizzata ma, se si tiene conto del fine ultimo dell’intrattenimento, è perfettamente comprensibile se la storia si sviluppi lungo una trama lineare e senza inerpicarsi in trovate troppo complicate. Non possiamo quindi far altro che attendere dicembre perché, come recita la scritta che precede i titoli di coda, «la storia continua».

Il trailer de I tre moschettieri: D’Artagnan