Ian McDiarmid: il volto ambiguo e seducente del Lato Oscuro

ian mcdiarmid in posa accanto a una bottiglia - nerdface

Ian McDiarmid

ian mcdiarmid tiene in mano un frutto - nerdface

«I’m the blackest villain of all time».

L’Imperatore

Anno 1949. Un bambino di 5 anni assiste a uno spettacolo teatrale e ne rimane folgorato, tanto da decidere di dedicare la propria vita alla recitazione. Il suo percorso lo porterà a diventare una delle icone cinematografiche degli anni ’80. Non solo: il giovane Ian McDiarmid non può ancora sapere d’essere destinato a rappresentare la stessa icona pure all’inizio del nuovo secolo: per cinque volte, infatti, il suo ghigno malvagio rappresenterà il perfido imperatore Palpatine della saga di Star Wars. È un dovere, quindi, dedicargli qualche riga, per celebrare un mito tra i malvagi del cinema.

Il film che lo portò verso galassie lontane lontane

Quando parlo di destino non lo faccio con leggerezza: Ian McDiarmid è già un attore teatrale molto apprezzato quand’è scelto per interpretare una piccola parte in Dragonslayer, fantasy del 1981 abbastanza noto tra i nerd di una certa età. Il film non è un successo assoluto e non diventerà mai un cult, ma merita d’essere ricordato per aver permesso a un certo George Lucas di notare Ian McDiarmid.

Palpatine

È quello il volto di cui è alla ricerca per il cattivo del suo prossimo film. Si tratta de Il ritorno dello Jedi, l’ultimo capitolo dell’allora trilogia originale di Star Wars e il ruolo affidato a Ian McDiarmid, quello del malvagio imperatore Palpatine, è di vitale importanza per la degna conclusione dell’opera.

ian mcdiarmid è darth sidious in star wars - nerdface

Ian McDiarmid dovrà essere non solo malvagio, ma anche ambiguo nelle motivazioni e nell’atteggiamento. Dovrà cercare di portare Luke Skywalker al Lato Oscuro della Forza e, nel farlo, dovrà essere credibile, o tutto il lavoro fatto nei due film precedenti verrà meno. A rendere più complicato il compito, Ian McDiarmid dovrà recitare con un pesante trucco e, seppur sgravato da scene di combattimento, la fisicità del personaggio, per quanto minata dalla corruzione del Lato Oscuro, non dovrà essere messa in discussione.

Una scommessa vinta

La scommessa è accettata e vinta, alla grande. A riprova, basti ricordare il confronto finale tra Palpatine e Luke Skywalker, osservato da un Darth Vader silenzioso, tra i più belli di tutta la trilogia originale. Non fatico a credere che ci sia moltissimo del mestiere teatrale nella recitazione di Ian McDiarmid: nell’impostazione della voce, nella caratterizzazione del suo Darth Sidious, col suo sorriso sardonico e la spietatezza.

Nell’Olimpo delle citazioni

«Io sono un cavaliere Jedi, come mio padre prima di me», gli dice Luke Skywalker, rinunciando a prendere il posto di Darth Vader come alfiere del Lato Oscuro e del suo Imperatore. «Allora muori… Jedi!», gli risponde Palpatine, prima di scagliargli contro i suoi fulmini di Forza. Così entra nell’Olimpo delle citazioni il nostro Ian McDiarmid.

ian mcdiarmid è palpatine e sta manipolando anakin skywalker - nerdface

L’interpretazione è talmente convincente, che Ian McDiarmid è chiamato a interpretare lo stesso personaggio nei prequel che George Lucas ha donato alla saga di Star Wars. Nella seconda trilogia, possiamo ammirare Palpatine interpretare il Cancelliere e Oscuro Signore dei Sith e sedurre al Lato Oscuro della Forza il giovane e ambizioso Anakin Skywalker, futuro Darth Vader.

La seconda trilogia

Ci sarebbe molto da dire sulla seconda trilogia di Star Wars e non sarebbe tutto rose e fiori, ma è inevitabile riconoscere come le parti affidate a Ian McDiarmid siano assolutamente impeccabili e il suo personaggio se possibile è ancora più ambiguo, perché costretto ad agire nell’ombra, per non allertare il Concilio. Sappiamo già cosa accadrà fin dal primo incontro tra i due ne La minaccia fantasma, quando sentiamo Palpatine dire a un Anakin Skywalker poco più che bambino: «Ti seguirò con interesse».

Il Signore dei Sith

Rabbrividisco sempre a quelle parole, come se fossero una condanna a morte. Quando, nei film successivi, il rapporto tra i due cresce ed evolve fino alla tragica conclusione, siamo sconvolti eppure soddisfatti, per aver visto ogni piccolo passo fatto dal malvagio Signore dei Sith. È merito soprattutto della perfetta recitazione di Ian McDiarmid, calatosi nel personaggio in maniera quasi totale. Subdolo e doppiogiochista, lo amiamo anche per il disagio provato ogni volta si avvicinasse con fare affettato a un Anakin Skywalker in cerca di una guida diversa dal concilio degli Jedi e dal maestro Yoda.

ian mcdiarmid è darth sidious in star wars - nerdface

Passo dopo passo lo porterà inesorabilmente alla sua fazione. Debole e quasi effeminato, all’inizio non riusciamo a capire come possa questo burocrate aver rappresentato un pericolo per la Repubblica e per tutti i Jedi, almeno finché non lo vediamo incrociare la spada laser con Yoda: capiamo che, sì, è davvero stata tutta una finzione e ci siamo cascati anche noi. E le stesse sensazioni, nonostante tutti i limiti, le proveremo nel terzo film della terza trilogia, L’ascesa di Skywalker. Insomma, quella scelta di George Lucas s’è rivelata una delle più importanti per la saga di Star Wars.

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