John Boyega: il coraggioso impegno sociale dell’attore

john boyega sul red carpet si volta e fa il gesto dello stop con la mano - nerdface

John Boyega

john boyega si volta e guarda alla sua sinistra - nerdface

«I’m a comic reader and a manga fan».

Un altro pianeta

John Boyega è recentemente tornato alla notorietà grazie alla serie antologica Small axe, prodotta da Steve McQueen e incentrata sulla storia della comunità afrobritannica tra gli anni ’70 e ’80. Per la sua partecipazione alla quinta puntata, l’attore ha ottenuto un Golden Globe, meritatissimo. Il tema della serie gli era sicuramente congeniale, poiché John Boyega non ha mai mancato di far sentire la sua voce a sostegno del movimento Black Lives Matter e non ha risparmiato critiche anche alla Disney, per la quale aveva precedentemente lavorato come interprete di Finn nell’ultima trilogia di Star Wars.

Le accuse a Disney

Ha infatti fortemente accusato la major d’aver speso il suo nome e il colore della sua pelle per dare un’immagine d’inclusività, salvo poi decidere di non sviluppare a dovere il suo personaggio, relegandolo ai margini di una storia di bianchi, tutti ben più approfonditi.

john boyega è finn e affronta phasma in un scontro all'ultimo sangue - nerdface

Probabilmente nelle parole dell’attore c’è un fondo di verità, per quanto pensiamo che i problemi della nuova trilogia vadano ben oltre il mancato sviluppo di Finn, character praticamente abbandonato già dopo il primo film.

Un mosaico di difetti

Inoltre, possiamo ben estendere i limiti della nuova trilogia a una scrittura incerta, che spesso si contraddice e sembra essere davvero poco omogenea per un progetto in tre atti. Le critiche di John Boyega, dunque, vanno certamente sommate alle altre e vanno ad arricchire i difetti (e i rimpianti) per la nuova trilogia, se non proprio il disappunto dei tanti fan.

lo shop feltrinelli dove acquistare il funko pop di finn di star wars - nerdface

Al netto dell’amarezza per Star Wars, però, John Boyega non può consolarsi con altri film, non avendo sempre operato scelte ineccepibili in carriera. È il caso, per esempio, di The Circle, pellicola che vorrebbe metterci in guardia dall’intromissione dei social nelle nostre vite e dalla perdita della nostra privacy, ma finisce con l’essere solo smaccatamente semplicistico e molto poco incisivo. Da vedere, sicuramente, ma senza aspettarsi un capolavoro.

Robottoni

Ancora, è il caso di Pacific Rim: la rivolta, sequel diretto di Pacific Rim del 2013. La seconda pellicola con robottoni e kaiju non riesce a ricalcare i fasti del primo film, che era caciarone e ignorante, ma in grado di funzionare perfettamente, come un meccanismo ben oliato.

john boyega in armatura è pronto a pilotare il robot di pacific rim - nerdface

La rivolta, invece, ha un ritmo claudicante e, sebbene l’interpretazione di John Boyega come protagonista non sia affatto malvagia, Pacific Rim: la rivolta è tutt’altro che memorabile.

La risalita

Diverso è il caso di Detroit: uscito nel 2017, racconta i reali fatti accaduti nel Luglio del 1963 nell’omonima città, teatro di proteste e manifestazioni per i diritti degli afroamericani. È un tema molto a cuore a John Boyega e forse anche per questo ne risulta un film particolarmente apprezzato da critica e pubblico. Ancora meglio nell’anno successivo, il 2018, che offre all’attore la possibilità di doppiare uno dei personaggi dell’animazione Netflix La collina dei conigli, apprezzato da tantissimi cultori del libro omonimo proprio per la fedeltà alle vicende narrate.

john boyega in divisa sul set di small axe - nerdface

Small axe, quindi, rappresenta finora l’apice della carriera di John Boyega, un attore che crediamo stia cercando di ritagliarsi un ruolo importante in produzioni sempre più in linea con le sue battaglie per i diritti delle persone di colore. In questo senso, forse, Star Wars non era l’occasione più adatta. Si tratta di temi importanti e meritano sicuramente film ben più approfonditi e curati. Lo aspettiamo.

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