Ken il guerriero: il salvatore venuto dal Sol Levante
Ken il guerriero
«Hai tre secondi di vita».
Titolo originale | 北斗の拳 |
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Lingua originale | giapponese |
Paese | Giappone |
Manga | 1983-1988 |
Tankobon | 27 |
Autori | Tetsuo Hara Buronson |
Anime | 1984-1987 |
Episodi | 109 |
Uscita italiana | 1987 |
Figli delle sette stelle
È il 199X. La Terra è sconvolta da un conflitto nucleare, che riduce il pianeta a un ammasso arido di macerie. In questo scenario, un ragazzo è sulle tracce della sua compagna, Julia, rapita dall’amico di un tempo Shin, rappresentante della Sacra Scuola di Nanto che lo ha ridotto in fin di vita dopo avergli inflitto sette cicatrici sul petto a forma di costellazione dell’Orsa Maggiore, quelle della Divina Scuola di Hokuto di cui è successore. Inizia così un cult senza tempo, Ken il guerriero.
L’anno Zero
È il 199X. In piena adolescenza, in edicola scorgo il volto dell’eroe dei miei pomeriggi televisivi clandestini, trascorsi segretamente davanti a un anime ritenuto in famiglia troppo violento. Scopro così che Ken il guerriero era un fumetto, un manga per la precisione, tra i primi ad arrivare in Italia grazie a Zero, rivista edita da Granata Press, che solo più avanti dedicherà all’eroe di Hokuto una pubblicazione autonoma.
Uno spartiacque
Ci sono opere che, come mattoni, erigono un immaginario. Altre, però, ne costituiscono le fondamenta su cui poggiano. È il caso di Ken il guerriero, un manga e un anime spartiacque, capace insieme a pochissimi altri di segnare un prima e un dopo, divenendo fonte d’ispirazione di innumerevoli opere derivative e continuando a essere un paradigma anche oggi.
Kenshiro è il protagonista di una saga che salda fantascienza post apocalittica e arti marziali, un ragazzo che attraversa il deserto alla ricerca della sua amata e che sarà invece destinato a guarire i malati e a portare la pace in un mondo tornato alla violenza più brutale. Ricorda qualcuno? Decisamente sì.
Il salvatore
Ken il guerriero è infatti il manga Jesus per eccellenza. Un salvatore muscoloso e borchiato, però, il cui credo poggia su duemila anni di Scuola di Hokuto (curioso lasso temporale, no?) e il cui verbo è «trasformare le lacrime in sorrisi», mentre noi tutti preghiamo insieme, recitando «ti restano tre secondi di vita».
Una folle e meravigliosa arte marziale
Sì, perché l’altro ingrediente, tra horror e grottesco, delle avventure di Ken il guerriero era la folle e meravigliosa arte marziale da lui praticata e di cui era successore: convogliando l’energia vitale in punti specifici del corpo del nemico, gli tsubo, Kenshiro infatti ne provocava la morte per esplosione interna. Ma prima, in un impeto sadico, ammoniva le sue vittime dei pochi secondi rimasti loro, prima che si deformassero e diventassero i fuochi d’artificio del nostro giubilo, certificato dal fermo immagine che dava il nome alla mossa letale. Questa era la liturgia delle nostre apoteosi.
Tra i primi, la sperimenterà sulla propria pelle il predone Zeta, a capo di una banda di motociclisti punk e iper palestrati: vedrà prima detonare i suoi sgherri uno dopo l’altro, per poi fare la stessa fine nello stupore nostro e dei cenciosi abitanti del villaggio, posti di fronte al primo «atatatatatatatatatatatata» pronunciato da Kenshiro, mentre sventaglia a ripetizione pugni velocissimi, ma solo dopo essersi spogliato e aver disintegrato la sua maglietta rossa e la sua giacca di pelle, le prime di uno stock che si rivelerà infinito.
Burt e Lynn
È questo il lungo prologo nel quale Kenshiro conoscerà anche Burt e Lynn, i due bambini chiamati a diventare i suoi apostoli e compagni di viaggio; nella clamorosa seconda serie della saga, poi, saranno i leader dell’Armata di Hokuto, banda di resistenti opposta a un sanguinario Imperatore, prima di finire sulla terrificante Isola dei Demoni. Ma questa è un’altra storia.
Da queste premesse inizia un viaggio dell’eroe a prova di qualsiasi altro paragone. In scenari di devastazione e di soprusi, Kenshiro affronterà nemici sempre più folli ed estremi, a partire dai suoi stessi fratelli Jagger e Raoul.
Fratelli serpenti
Il primo è un infido emulatore, un vigliacco tessitore di intrighi che giustamente sarà sottoposto al migliore sadismo di Ken; il secondo, invece, è un conquistatore megalomane e sarà l’avversario finale della prima stagione. C’è spazio, però, anche per Toki, il terzo fratello, designato alla successione di Hokuto che gli sarà preclusa solo dalla malattia, che almeno gli assegna la fisionomia di un Cristo anabolizzato.
Saranno tanti, tantissimi gli amici e i compagni di viaggio che Kenshiro incontrerà sul suo cammino, praticamente tutti destinati a morti tanto gloriose quanto scioccanti, necessarie perché il protagonista conosca la tristezza e la trasformi in rabbia, indispensabile per sconfiggere Raoul, in uno degli scontri più epici di sempre.
Personaggi indimenticabili
Con la capacità d’uscire dallo schermo e d’incollarsi alla nostra pelle, le emozioni provate da Kenshiro diventano le nostre, ne sentiamo il peso. Come dimenticare la storia di Rei, l’Uccello d’Acqua di Nanto, il primo amico di Ken dallo stile di combattimento elegante e tagliente? O Shu, la Stella della Benevolenza, eroe privo della vista contrapposto al feroce Sauzer, la Croce del Sud? Come rimanere impassibili di fronte agli ultimi istanti di Fudo della Montagna, circondato dai bambini di cui si prendeva cura?
Come nell’Orsa Maggiore impressa sul petto di Kenshiro, la vicenda di Ken il guerriero presenta una costellazione di personaggi chiamati a fronteggiare un mondo precipitato nella follia: qualcuno vi cederà, altri cercheranno di dominarla, pochi tenteranno di fare del bene.
La genesi di un mito
Ken il guerriero è una storia malinconica ed eroica. Gli autori, Tetsuo Hara e Buronson, trassero ispirazione da Mad Max per gli scenari, vi calarono un contesto di combattimento e arti marziali guardando alla filmografia di Bruce Lee e si rivolsero ai modelli cinematografici e di cultura pop occidentale per plasmare i protagonisti.
Se Kenshiro assomiglia a Sylvester Stallone in Cobra, Falco della scuola di Gento pare la carta velina di Dolph Lungren; Yuda ricalca invece Boy George e altri volti richiamano celebrità come Mr. T, Freddie Mercury o Hulk Hogan.
Il manga e l’anime
Ken il guerriero cresce pagina dopo pagina nel manga e di puntata in puntata nell’anime, con disegni sempre più accurati e alcune sequenze entrate nel mito, come la petroliera incastonata nel grattacielo inclinato nel lungometraggio del 1986 da poco restaurato grazie a Yamato Video e Nexo Studios. Un eroe totale, fino al commovente epilogo.
Le sigle
A contribuire al mito, infine, concorsero anche le sigle originali e la splendida versione italiana a cura di Spectra, pseudonimo di Claudio Maioli, su testo di Lucio Macchiarella. Di raro fomento, poi, Tough boy, canzone nipponica in apertura della seconda stagione, e la struggente Love song a chiusura.
Più di Conan: il ragazzo del futuro e dello stesso drammatico Kyashan, Ken il guerriero precipitò una generazione negli esiti di un ipotetico mondo post apocalittico, in questo caso atomico. Oggi come ieri ha la capacità d’emozionare, non solo nel recupero nostalgico di scene e personaggi, ma in un universo narrativo che, tra prequel, OAV, film e videogame, continua a espandersi per la nostra gioia, i figli delle sette stelle, e a celebrare duemila (e ventiquattro) anni leggendari. Quelli della Scuola di Hokuto.
Le sigle complete di Ken il guerriero
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Titolo originale | 北斗の拳 |
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Lingua originale | giapponese |
Paese | Giappone |
Manga | 1983-1988 |
Tankobon | 27 |
Autori | Tetsuo Hara Buronson |
Anime | 1984-1987 |
Episodi | 109 |
Uscita italiana | 1987 |