Leonardo: il capolavoro perduto | L’arte è thriller | Recensione

un folla di spalle osserva il salvator mundi - nerdface

Il voto di Nerdface:
4.0 out of 5.0 stars

Titolo originale The lost Leonardo
Lingua originale inglese
Paese Danimarca
Francia
Svezia
Anno 2021
Durata 100 minuti
Uscita 21, 22, 23 Marzo 2022
Genere Documentario
Regia Andreas Koefoed
Sceneggiatura
Fotografia
Musiche
Produzione
Distribuzione Nexo Digital
Cast

Il voto di Nerdface:
4.0 out of 5.0 stars

«Non è nemmeno un bel quadro»

Portando alla ribalta i piani segreti degli uomini più ricchi e delle più potenti istituzioni artistiche del mondo, il documentario Leonardo: il capolavoro perduto rivela come l’interesse economico suscitato da un quadro si sia rivelato così potente, da mettere in secondo piano la verità sulla sua origine. Una storia controversa quella del Salvator mundi attribuito a Leonardo da Vinci, un’opera d’arte venduta a 450 milioni di dollari, il prezzo più alto mai pagato nella storia.

La paternità del Salvator mundi

Quando il dipinto è acquistato da una casa d’aste di New Orleans per 1.175 dollari, il restauro rivela delle magistrali pennellate rinascimentali sotto il pesante strato di pittura, dovute a un precedente, inadeguato restauro. Da quel momento il suo destino è caratterizzato da un’insaziabile ricerca di fama, denaro e potere. Ma il dipinto è veramente di Leonardo da Vinci?

Un restauro rivelatore

Tutto ha inizio nel 2005, quando i cacciatori di dormienti Alexander Paris e Robert Simon acquistano da una casa d’aste di New Orleans un dipinto dalla provenienza dubbia, ma dal mistero indiscutibile. Potrebbe trattarsi del perduto Salvator mundi di Leonardo da Vinci. Per scoprirlo lo affidano alla nota restauratrice Dianne Dwyer Modestini, vedova del celeberrimo Mario Modestini: dopo uno scrupoloso lavoro di ripulitura, la donna s’accorge dei molteplici ritocchi che quel quadro ha subito nel corso degli anni, addirittura scovando una sorta di pentimento dell’autore originale, relativo alla posizione di un pollice.

il salvator mundi poggiato su una tela in una sala di restauro - nerdfacefoto di Adam Jandrup

Non solo: un dettaglio infinitesimale, relativo a un vuoto sopra la parte superiore del labbro, presente anche sulla famosissima Gioconda, porta l’esperta a stabilire con convinzione che l’opera sia autentica e l’autore sia addirittura Leonardo Da Vinci. Da quel momento in poi l’interesse del mondo nei confronti del Salvator mundi cresce in maniera esponenziale: la National Gallery di Londra decide di passarlo al vaglio di alcuni esperti, che giungono alla stessa conclusione della Modestini.

I dubbi

Il museo decide allora d’esporlo, ma sono molti gli studiosi e gli accademici in tutte le parti del mondo a nutrire forti perplessità sulla paternità dell’opera. Per alcuni, per esempio, quel dipinto è all’85% figlio del lavoro della Modestini, artefice di un dipinto addirittura «più leonardesco di un autentico Leonardo». Qualche anno dopo, nel 2013, l’oligarca russo Dmitry Rybolovlev acquista il quadro per 127,5 milioni di dollari.

L’asta dei record

Poi, nel 2017, costretto a mettere in vendita la sua intera collezione di dipinti inestimabili, comprensiva di Picasso, Monet e via dicendo, affida la questione alla casa d’asta Christie’s: il Salvator mundi è battuto all’astronomica cifra di 400 milioni di dollari. L’acquirente, dapprima rimasto anonimo, si scoprirà poi essere il Principe ereditario dell’Arabia Saudita. Da questo momento in poi inizia una nuova, incredibile storia.

una donna sta guardabdo il panorama dal finestrino di un treno - nerdface

Chiamando in causa i protagonisti della storia, una miriade tra storici dell’arte, esperti, giornalisti investigativi ed ex agenti di FBI e CIA, il regista danese Andreas Koefoed costruisce un impianto storico e narrativo capace di mantenere altissima la tensione e l’interesse nello spettatore, a prescindere dal fatto che si tratti di un appassionato d’arte o meno. Diviso in tre capitoli, Il gioco dell’arte, Il gioco dei soldi, Il gioco mondiale, Leonardo: il capolavoro perduto è infatti un docu-thriller appassionante e per certi versi sconvolgente.

Una storia nella storia

La questione al centro è semplice: l’arte, nella sua definizione più pura, c’entra fino a che punto? Il Salvator mundi diventa allora il punto di partenza, il pretesto per scoperchiare l’oscuro legame che intercorre tra il mondo dell’arte e il denaro, fino a toccare i delicatissimi fili degli equilibri geopolitici. Potere e soldi: non a caso Leonardo: il capolavoro perduto s’interrompe proprio laddove sta per iniziare un’altra incredibile storia.

Dall’arte alla geopolitica

Custodito su uno yacht dal valore commerciale pressoché identico a quello ultimo del quadro, il Salvator mundi nel 2019 era in procinto d’essere ospitato alla grande Mostra su Leonardo organizzata dal Louvre, in occasione dei cinquecento anni dalla sua morte. Il curatore era in trattative con Badr bin Abd Allah bin Mohammed bin Farhan Al Saud, il Principe saudita proprietario del quadro, che solamente qualche mese prima s’era incontrato con Macron.

tre uomini in posa davanti un edificio di mattoni - nerdface

Perché alla fine quel quadro al Louvre non è mai arrivato? E perché, soprattutto, quel libretto che analizzava nel dettaglio l’opera, concludendo che fosse senza ombra di dubbio realizzata da Leonardo da Vinci, acquistato da qualcuno dentro al Museo, fu fatto sparire in tutta fretta e senza una motivazione ufficiale? Chi la stabilisce, davvero e senza ombra di dubbio, la paternità di un’opera? Ma soprattutto, è veramente possibile farlo?

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Titolo originale The lost Leonardo
Lingua originale inglese
Paese Danimarca
Francia
Svezia
Anno 2021
Durata 100 minuti
Uscita 21, 22, 23 Marzo 2022
Genere Documentario
Regia Andreas Koefoed
Sceneggiatura
Fotografia
Musiche
Produzione
Distribuzione Nexo Digital
Cast

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