Margherita Hack: l’esploratrice | Dott.ssa Stranamore

margherita hack sorride e guarda in alto - nerdface

L’esploratrice

Margherita Hack, la prima donna italiana a dirigere un osservatorio astronomico. Una di scienza, che nel corso degli anni è diventata simbolo di molte cose. Fu portavoce dell’ateismo: ricordiamo tutti il cappottone che fece al vescovo Zenti, in Dialogo su fede e scienza, nel 2010. Fu simbolo dei diritti civili: i suoi discorsi contro la discriminazione e l’omofobia l’hanno portata a essere eletta Personaggio Gay dell’Anno, sempre nel 2010, anno in cui Margherita Hack stava in grande spolvero. Fu simbolo dell’etica: studiava le stelle, definite da lei stessa «centrali nucleari», quindi favorevole al nucleare.

Capacità analitica

La capacità analitica che la distingueva, però, la vide protagonista del grande NO alle centrali nucleari in Italia, paese giudicato non pronto a sostenere soprattutto lo smaltimento delle scorie; fu in prima linea durante il referendum per il NO, che però per dire NO devi scrivere SÌ, com’è tipico dei referendum, che non ci si capisce una mazza e stiamo tutti con la scheda in mano a cercare di capire che voglia dire la domanda, che neanche durante gli esami della vita ti senti così confuso.

Libertà di scelta

Animalista convinta e a favore dell’eutanasia, ogni argomento affrontato diventava motivo di lotta sociale. Margherita Hack era, insomma, una grande spina nel fianco. In questa collezione di vessilli, probabilmente il più significativo è stato la difesa della libertà di scelta: quella di non credere, di non volere figli, di difendere la giustizia, di diventare ciò che si vuole. Essere una persona di successo.

margherita hack sta lavorando alla ruota di una bicicletta - nerdface

Non so voi, ma a me è sempre stato raccontato che, per fare anche solo un quinto di quanto è riuscita a fare Margherita Hack, si dovesse in qualche modo temere il resto: devi pensare a te, alla carriera, concentrarti sull’obiettivo, su cosa devi fare. Ci sono delle priorità.

Aldo ed Eda

Eppure, Margherita Hack s’innamorò di uno con cui giocava al parco da bambina, poi incontrato di nuovo all’università: Aldo, un letterato, uno con cui litigava spesso, perché non erano d’accordo su niente. Ci si è sposata. In chiesa, perché lui era cattolico. Eppure, Margherita Hack che non voleva figli iniziò un rapporto epistolare con una bambina di Tirana, Eda, venuta col barcone, che voleva studiare le stelle.

Una storia diversa

E questo rapporto epistolare si trasformò in un rapporto vero, familiare, di vita condivisa e porte aperte verso il futuro, come farebbe una madre con una figlia. Margherita Hack mi racconta una storia diversa, in cui non si deve escludere nulla, perché nulla prescinde il resto: non esistono priorità, non ci sono restrizioni, puoi scegliere di fare tutto e riuscirci, come se la vita fosse l’intero Universo e nella vita non c’è nulla da temere, solo da esplorare. E capire.

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Dott.ssa Stranamore

Valentina Borrelli è laureata in Psicologia.
Sui social è nota per Chiedimiperchésonosingle.

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