Miwa: la vera eroina di Jeeg robot | Dott.ssa Stranamore

miwa è concentrata per aiutare jeeg robot - nerdface

Stupido testone

«Dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna» è una frase attribuita alla scrittrice Virginia Woolf e fa incazzare parecchio le femministe. Per capirla meglio, non c’è stato bisogno di voli pindarici, di riferimenti culturali alti o di lotte storiche: basta tornare indietro di trent’anni circa, alla camera dei miei, dove c’era il televisore e io guardavo il canale regionale dedicato ai cartoni animati giapponesi, sperando di non sentire mai la voce di mia madre che m’intimava d’andare a dormire.

Il Little Tony nipponico

Mi basta tornare a Jeeg robot d’acciaio, all’aspra lotta contro la perfida Himica e il suo idiomatico «siete tutti dei falliti!». Quando noi trentenni dobbiamo gestire gli insuccessi, questi si trasfigurano in lei. A combattere il male, però, ci pensava Hiroshi, corrispondente nipponico di Little Tony: come il nostro compianto artista, si vestiva come Elvis e aveva la passione per le corse. Il bananato ragazzo buttava una moto a ogni puntata, perché doveva fare le capriole e non scendere compitamente come le persone normali: per poter vincere, proprio come un vero coatto batteva i pugni.

miwa è distesa a terra accanto a un pupazzetto di jeeg robot d'acciaio - nerdface

Il punto è, però, che Hiroshi non si trasformava in Jeeg robot. Si trasformava nella sua testa gigante. A tutto il resto ci pensava Miwa. Se nell’arco delle 46 puntate la ragazza si fosse rotta le palle di non ricevere neanche un grazie e al perentorio «Miwa, lanciami i componenti!» avesse, per esempio, puntato i piedi nella sua navetta, Hiroshi e il Giappone tutto se la sarebbero vista davvero brutta.

Un lavoro di squadra

A un primo impatto, la femminista che alberga nel mio cuore solitario si ribella al fatto che Hiroshi sia il protagonista, che la canzone sia dedicata a lui, che «vola tra lampi di blu» e gli altri «sono tutti con te perché tu, tu sei Jeeg!». Ma manco per niente, bello mio. Siete almeno in due. Poi ci rifletto meglio e penso che a vincere è Jeeg robot, ma è l’insieme a rendere tutto più speciale, sigla fuorviante compresa.

L’obiettivo comune

Non importa stare avanti o dietro, poiché per essere grandi è necessario il supporto di qualcuno che creda in noi, disposto ad aiutarci. La grandezza sta, forse, nell’essere in grado di capire quale sia il fine e rendersi utile, col solo piacere di raggiungere l’obiettivo e di non pretendere per forza gli applausi. Magari a Miwa stava bene così. E il detto si trasforma in «dietro una grande persona, ce n’è un’altra altrettanto grande». Soprattutto se davanti a tutti c’è un robottone!

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Dott.ssa Stranamore

Valentina Borrelli è laureata in Psicologia.
Sui social è nota per Chiedimiperchésonosingle.

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