Once were nerd: i migliori gruppi con cui vivere un’avventura

i ragazzi di stranger things si divertono su una collina - nerdface

Once were nerd

i ragazzi di stranger things in una key art grafica - nerdface

«Friends don’t lie».

I cinque gruppi nerd con cui vivere un’avventura

Ancora non s’è placata l’onda d’eccitazione collettiva per la terza stagione di Stranger Things, con la sua ventata anni ’80, e già si affacciano alcune riflessioni. Non vogliamo fare una recensione, piuttosto dare un contributo da parte di chi quegli anni li ha vissuti, attingendo all’humus dal quale Stranger Things ha pescato a piene mani.

i ragazzi di stranger things sono in posa davanti il proibto soccorso di un ospedale - nerdface

Erano anni in cui s’era apostrofati nerd, ma nessuno si professava tale, tantomeno con vanto. Non era un termine fico. Era un insulto. Oggi siamo uomini fatti, cresciuti e (forse) responsabili. Ma nerd siamo rimasti. All’epoca eravamo quelli in disparte, derisi, forse in alcuni casi bullizzati, di certo meno che nei film in cui eravamo rappresentati.

Le storie che parlavano di noi

È vero: avevamo il nostro gruppo, piccolo, fidato e inalienabile. Fermi, al grido di «prima gli amici, poi le pupe». La ragazza nerd, infatti, era un miraggio: poche, rare e temute. Paria, in una società di apolidi. Ma leggendarie. Ed è forse per questo che un certo tipo di narrativa di formazione corale ha fatto una decisa presa. Perché parlava di noi. Era una narrativa priva del singolo eroe: protagonista assoluto era l’intero gruppo, che si spalleggiava, si supportava e, unito, superava qualsiasi avversità. Ci dava conforto immaginare che quelle storie sarebbero toccate anche a noi e ai nostri amici, che un giorno saremo stati gli eroi di qualche avventura.

will apre la porta di casa, la notte, è fuori c'è il sottosopra - nerdface

Questo è il punto focale su cui è costruito Stranger Things, non tanto le innumerevoli citazioni, i riferimenti e il product placement (che di fatto ne costituiscono una cornice costruita con cura e perizia), quanto lo svolgersi di un percorso formativo, di passaggio da un’eta all’altra, specialmente in questa terza stagione. Sullo sfondo c’è una trama fantastica o comunque avventurosa, eccezionale come lo è il percorso che ci trasforma da bambini in adulti.

La Scatola Rossa

Ecco i migliori cinque gruppi di amici nei quali avremmo voluto vivere un’avventura: non è una classifica, ma solo una piccola panoramica. Un modo col quale ci piacerebbe che chi non ha vissuto gli anni ’80 possa capire come mai su di noi, oggi adulti, magari genitori, Stranger Things abbia un effetto così dirompente. Perché ci avete visto in lacrime, nella scena in cui si consuma il passaggio di mano della Scatola Rossa di D&D, da un amico all’altro, momento cardine a rappresentare la fine dell’innocenza, consegnata a qualcuno di fidato.

I Goonies

i goonies nella celebre foto in cui studiano la mappa di willy l'orbo - nerdface

Intramontabili Goonies… Il gruppo di ragazzi che, alla ricerca del tesoro di Willy l’Orbo, si trova ripercorrere una serie di rocambolesche avventure, fatte di «tracobetti» e inseguimenti, inframmezzati da gag che ci strappano ancora oggi sorrisi e serene risate, nonostante siamo capaci di recitare i copioni a memoria. In questo film di Richard Donner sono proprio i bambini partiti all’avventura, per seguire una mappa trovata in soffitta, a salvare il più concreto e adulto problema del mantenimento della casa dei genitori e di tutto il quartiere, i Goon Docks.

i goonies sono sulla spiaggia e ineieme a super sloth festeggiano la salvezza delle loro case - nerdface

Ne I Goonies ogni membro ha la possibilità di mettere in risalto le proprie abilità, tutti sono funzionali all’avventura, nessuno è accessorio o di secondo piano. E in questo contesto che vediamo nascere storie d’amore, inevitabilmente un segno di passaggio dell’età, e le amicizie sono rinsaldate nonostante le difficoltà e le incomprensioni.

La Donna Esplosiva

la donna esplosiva è in un tubino fucsia insieme ai suoi creatori - nerdface

Questo è forse il titolo che meno ci si aspetterebbe in questa lista. Ma La Donna Esplosiva, scritto e diretto da John Hughes, seppur appartenendo più propriamente alla commedia, ha un posto particolare nel cuore di ogni vecchio nerd. Gary e Wyatt sono due ragazzi impacciati in tutto quanto riguarda l’interazione sociale, specialmente con le ragazze, circostanza che li porta a essere bersaglio di scherzi e prese in giro. Dopo aver visto un film su Frankenstein, decidono d’usare il computer per creare la donna ideale.

una kelly lebrock da urlo è in top da ginnastica appoggiata allo stipite di una porta - nerdface

Sono degli sfigati, dei nerd, quindi per definizione possono fare cose coi PC dell’epoca che neanche oggi sarebbe pensabile nei più avanzati centri di calcolo. Ne esce così una donna bellissima e perfetta, interpretata dall’allora icona sexy Kelly LeBrock. Questa ragazza è dotata di poteri straordinari e porterà gli amici a vivere avventure e prendere pian piano confidenza coi propri mezzi e le proprie capacità, fino addirittura a conquistare il cuore di due coetanee. La trama fa riferimento a una serie di fumetti degli anni ’50 e nella pellicola possiamo trovare dei giovani Bill Paxton e Robert Downey Jr.

IT

i perdenti sono bagnati e avviliti nell'originale film per la televisione del 1990 - nerdface

Ci riferiamo al romanzo di Stephen King e, solo più tardi, alle videocassette del film per la TV con protagonista Tim Curry, da vedere insieme a casa di un amico. Sul recente remake, aspettiamo l’uscita al cinema del secondo e conclusivo capitolo per trarre conclusioni. Qui la prospettiva si sposta su due filoni temporali: i protagonisti, dall’evocativo (ed esemplificativo) nome di Perdenti, devono tornare ad affrontare il misterioso e terrificante mostro. IT è capace di mostrarsi a ognuno di essi nella forma della loro paura più recondita, ma tutti noi ormai lo identifichiamo nella figura di Pennywise, il terribile e spaventoso clown, cui dobbiamo tante notti insonni.

lo spaventoso tim curry interpreta it, che col palloncino attira i bambini nelle fogne e non ci fece dormire per anni - nerdface

I Perdenti sono ragazzi comuni, ma si trovano a vivere l’eccezionale. Per poter sopravvivere e vincere, per concludere il viaggio, dovranno affrontare i loro incubi peggiori: è il grande pregio del romanzo di King, insieme al doppio binario temporale. Finché i Perdenti non uccideranno definitivamente IT, il loro passaggio all’età adulta non sarà completo, non potranno andare avanti e dimenticare finalmente gli orrori vissuti a Derry, la loro cittadina d’origine, scelta dal mostro per protrarre il proprio ciclo vitale.

Il Signore degli Anelli

la compagni a dell'anello si è appena formata e noi al solo ricordo abbiamo la pelle d'oca. e tu? - nerdface

Epopea collettiva per eccellenza, è da considerarsi il caposaldo della storia dei nerd. Chiunque abbia iniziato a giocare D&D, lo deve certamente a Gary Gygax, ma prima ancora al mondo creato da Tolkien. Eravamo così catturati da quell’epica, composta da mirabolanti avventure in cui la magia non era solo un abracadabra, dove gli eroi combattevano, erano feriti e addirittura morivano, che volevamo a ogni modo ripercorrerle. Non volevamo leggerle o vederle: volevamo viverle.

gli hobbit sono stanchi e ciancicati per colpa del viaggio - nerdface

Non importava se era la sala da pranzo ammuffita della nonna di un amico, la cantina di casa o un parco all’aperto: in quelle ore eravamo in mondi nuovi e inesplorati, mistici e magici, dove l’avventura e il coraggio erano richiesti a noi e ai nostri compagni d’avventura. Abbiamo passato interi pomeriggi (e lo facciamo tuttora) a preparare storie, dipingere una miniatura, disegnare le mappe di oscure e segrete cripte. Tolkien ci ha regalato avventure così vive, che ognuno di noi ha consumato i libri per leggerlo e rileggerlo. Per tentare d’imitarlo.

le truppe sono pronte a difendere helm - nerdface

Quante volte abbiamo ripreso Il Signore degli Anelli, solo per tornare alla battaglia del Fosso di Helm o a qualche altro passo? E quante volte ci siamo ritrovati immersi in quel mondo, restando sempre in ansia per le sorti di Frodo e il destino dell’unico anello? Tutto un filone di romanzi fantasy, come il ciclo di Dragonlance, rigorosamente nella prima e seconda trilogia, Il Ciclo di Shannara (non lo scempio televisivo in salsa teen drama, realizzato per la TV) e tanti altri sono venuti alla luce proprio grazie alla presa che il mondo di Tolkien ha fatto su di noi, storie in cui la coralità è fondamentale, in cui giovani e improbabili eroi sono scelti per portare a termine un compito che può salvare il mondo. Al loro fianco, anziani stregoni, pronti a guidarli e consigliarli, e valenti guerrieri, lesti con le spade, per difenderli. Ma il passaggio finale, il compimento della missione stessa sarà sempre nelle loro mani: dovranno cessare d’essere chi erano all’inizio, per diventare chi sono chiamati a essere.

Stand by me

i quattro amici di stand by me sono tornati dal viaggio, sono adulti ormai - nerdface

Vogliamo chiudere col film che, forse, ha affrontato queste tematiche in un modo più maturo e adulto, che solo oggi riusciamo a cogliere nella sua completezza, in quanto ci ritroviamo nella stessa ottica del narratore e del suo «ricordo di un’estate». Basato su un racconto di Stephen King (sempre lui!) e diretto da Rob Reiner, Stand by me narra di quattro ragazzi alla ricerca di riscatto sociale, presi dal desiderio d’essere riconosciuti come eroi dalla loro comunità. Decidono d’andare alla ricerca del corpo di Ray Brower, ragazzo della loro cittadina scomparso qualche giorno prima, quand’era andato a cogliere mirtilli, senza più fare ritorno.

i quattro amici di stand by camminano sui binari e ridono - nerdface

Gli amici si mettono in cammino lungo i binari della ferrovia, destinati a un’avventura che li metterà di fronte a un confronto e a una crescita interiore senza pari. Dopo aver superato mille ostacoli, trovano il cadavere del ragazzo e si scontrano coi ragazzi più grandi, i quali avevano originariamente trovato il corpo, i classici bulli, i duri del paese. Grazie al loro coraggio, i quattro amici riescono ad avere la meglio e ad allontanarli. Ma durante il viaggio sono maturati a tal punto, da pensare che telefonare anonimamente alla polizia sia la cosa più giusta da fare: guardare in faccia le paure qui porta a superare noi stessi, a elevare la nostra visione del mondo.

Un’eredità tradita

Abbiamo tracciato i nostri cinque migliori gruppi nerd e, da nostalgici, è impossibile appassionarci a quanto avviene oggi, con titoli in cui, nonostante i cast stellari, si assiste a rappresentazioni prive di spessore. Perché siamo questo: portafogli da svuotare, carte di credito da strusciare nel nome di ricordi più profondi e formativi, che ci hanno permesso d’essere, nel bene o nel male, gli uomini di oggi. Siamo il target di continui reboot, sequel e prequel, bombardati da prodotti che da una parte fanno leva su sentimenti intimi, ma dall’altra si perpetuano con opere mediamente mediocri, svogliate. Demogorgoni composti di citazioni, ma senza sostanza.

Ma per fortuna c’è Stranger Things

Per fortuna c’è Stranger Things. E forse è arrivato a un punto dove, negli anni ’80, si sarebbe chiuso: speriamo che l’annunciata quarta stagione non ceda al mostro, ma abbia scelto nel suo finale senza cliffhanger una cifra stilistica, in cui è normale lasciare andare via il galeone di Willy l’Orbo.

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