«Un animale può cambiarti la vita»

Se siete alla ricerca di un manga particolare, sicuramente Petshop of horrors è la lettura per voi. Proposto da Star Comics e scritto e disegnato dall’autrice Matsuri Akino, è ambientato a New York, a Chinatown, dov’è situato un negozio particolare.

Un uomo misterioso

A gestirlo vi è un uomo misterioso di origini cinesi, dagli occhi di colore diverso e che richiamano alla memoria David Bowie. Prende le veci del proprietario, l’ineffabile Conte D., suo nonno, all’interno di uno spaccio che in apparenza sembra un semplice negozio di animali. Per i clienti più esigenti, però, svela un lato inquietante: sul retro, aprendo un porta, s’accede a un’area dov’è possibile soddisfare le richieste più inusuali.

Creature mitiche

Su esplicita richiesta o su diretto suggerimento del negoziante, infatti, è possibile acquistare qualsiasi tipo di animale, creature mitiche comprese. Il prezzo è irrisorio, se non inesistente, considerando che il venditore s’accontenta di ricevere i dolci di cui è ghiotto. Su un punto, però, non si transige: il rispetto di tre norme di comportamento da tenere con l’animale appena acquistato, la cui violazione solleva l’emporio da ogni responsabilità circa le conseguenze di tale negligenza.

Surreale, sempre in sospeso tra fiabesco e gore, Petshop of horrors richiama alla mente diverse favole, come anche qualche mito greco, ma in verità è un manga realmente di difficile collocazione. I diversi capitoli di cui si compone il primo volume proposto da Star Comics, ognuno dedicato a un animale diverso e alla parabola del suo proprietario, a volte tragica, altre comica, costruiscono una storia sospesa tra sogno e realtà, e restituiscono come uno specchio l’immagine dei desideri umani.

Petshop of horrors, dunque, è certamente tra le proposte più originali di questi ultimi mesi, ma non è detto che possa intercettare i gusti di tutti. Se, però, siete stanchi delle solite storie provenienti dal Sol Levante, è certamente una lettura da consigliare, nonostante la struttura narrativa, almeno finora, tenda a essere ripetitiva.