Una questione di classe

Archi, fiati, l’ouverture delle Nozze di Figaro e via! Senza blasfemie, Una poltrona per due può essere considerata la stella cometa di celluloide del Natale italiano. Come richiamata da un miracoloso mix di tradizione e audience, culmina la sua orbita ellittica allo zenit di ogni televisore la sera della vigilia dal 1997 (il 2005 era nuvoloso), scandendo il tempo che ci separa da una vigilia all’altra.

Il solo cinepanettone

Inossidabile ai moti della cancel culture, più ineluttabile de La spada nella roccia, puntuale come Babbo Natale, questa eccezionale commedia americana firmata John Landis festeggia i suoi primi quaranta panettoni. E anche se alcuni particolari rivelano un po’ il tempo che passa, la sua leggendaria vicenda la fa risultare ancora oggi estremamente divertente ed efficace.

Un destino inimmaginabile

Vuoi per il cast brillante, o per la colonna sonora candidata all’Oscar. Forse è l’effetto della magia del regista al picco della sua carriera, o la storia maledettamente perfetta, fatto sta che Una poltrona per due s’è ormai assicurato per usucapione, almeno nel nostro Paese, un posto tra il bue e l’asinello. Eppure, Una poltrona per due uscì in sala pochi giorni prima dell’estate, l’8 Giugno del 1983 e dopo un giorno in versione limited in Canada e USA, senza che nessuno degli addetti ai lavori potesse immaginarne il destino.

In una Filadelfia di tornei di canottaggio, gilet firmati e club di polo, il rampante Louis Winthorpe III, Dan Aykroyd, lavora come efficiente broker per la prestigiosa Duke & Duke, multinazionale governata dagli arpagonici fratelli Randolph e Mortimer Duke, incommensurabili Don Ameche e Ralph Bellamy. A causa di un malinteso, per lo più frutto dei suoi pregiudizi di classe, Louis provoca l’arresto dello squattrinato Billy Ray Valantine, Eddie Murphy, un accattone che si spaccia per reduce mutilato del Vietnam, ingiustamente incarcerato per aggressione e tentato furto.

Una posta simbolica

La scena spinge a una serie di riflessioni i fratelli Duke che, per noia e senso d’onnipotenza, decidono di mettere in piedi un infame esperimento. Per scoprire se il destino di una persona sia il frutto dell’ambiente di nascita o della predisposizione genetica, tramite il loro potere scambiano le vite di Louis e Valantine portando il primo a perdere ogni cosa ed elevando il secondo a rampante delfino d’azienda. In palio la simbolica posta di un dollaro e la soddisfazione della ragione.

Alleati e avversari

Nel suo viaggio all’Inferno, Louis è accompagnato dalla meravigliosa prostituta Ophelia, Jamie Lee Curtis che, dopo avere inconsapevolmente contribuito alla sua rovina, decide di sostenerlo al prezzo di una congrua ricompensa. Un passo dietro Valantine si schiera invece l’efficiente Coleman, epico Denholm Elliott che, sotto ordine dei Duke, aveva prima disconosciuto Louis presso cui era a servizio come maggiordomo, per poi lavorare per Valantine nella stessa casa.

Quando Louis scopre che Valantine ha preso il suo posto, precipita sempre più verso il fondo, fino a minacciare il rivale con una pistola, gesto che sancisce la vittoria di Randolph su Mortimer. È dunque l’ambiente a determinare il destino di un uomo. Al momento di saldare il dollaro scommesso, i Duke discutono nel dettaglio l’intera vicenda, ignari del fatto che Valantine li stia ascoltando. Questo rintraccia Louis per dirgli la verità.

Vendetta!

I due decidono quindi di vendicarsi, colpendo i maligni fratelli nel loro affetto più caro, il malloppo. Mettendo insieme le informazioni raccolte e le rispettive competenze, rovesciano contro i Duke il complesso piano che questi avevano lentamente ordito per dominare il mercato del succo d’arancia congelato.

Col sostegno logistico ed economico di Ophelia e Coleman, Louis e Valantine intercettano il funzionario corrotto che avrebbe dovuto fornire ai Duke delle informazioni riservate basilari per il loro progetto speculativo, sostituendo le stime dei raccolti annuali con dei dati fasulli.

La contromossa

Forti delle informazioni autentiche, Louis e Valantine si presentano a Wall Street per arricchirsi distruggendo l’impero dei Duke. Tramite il meccanismo dei futures, i due fratelli mettono in gioco il loro intero patrimonio accumulando immense quote di azioni con investimenti esponenziali, convinti che il valore delle azioni continuerà a crescere quando saranno divulgati i dati che loro credono di conoscere già.

Ma quando il vero rapporto è divulgato, i Duke sono travolti dal crollo delle azioni acquistate e, in capo a pochi minuti, si ritrovano con una gigantesca voragine di debiti da saldare. Di fronte ai fratelli sul lastrico, Louis e Valantine si scambiano il dollaro scommesso, per rovinarli. Mentre Randolph è portato via per un infarto, Mortimer urla inutilmente di riaprire il mercato ormai chiuso.

Un emblema degli anni ’80

Divenuti ricchissimi, Louis, Ophelia, Billy Ray e Coleman si trasferiscono in un’infinita vacanza caraibica, per vivere insieme felici e contenti, liberi da problemi, pregiudizi o complessi, come persone alla pari. Una super vittoria in stile anni ’80 dei buoni sui cattivi, sul sistema e sulle differenze di classe, che è forse alla base dell’amore incondizionato del grande pubblico verso Una poltrona per due.

Un successo magico

Un finale ideale, che arriva al termine di un percorso brillante in ogni scena, intrigante, complesso e divertente in egual misura, confezionato in un’atmosfera, un po’ per la regia e un po’ per la musica, sfacciatamente teatrale. Il suo successo magico è frutto di una serie di elementi tecnici, artistici e, come spesso accade, casuali.

La coppia protagonista doveva essere composta da Gene Wilder e Richard Pryor, ma il comico ebbe un grave incidente e la scelta cadde su Eddie Murphy, astro nascente del Saturday Night Live, che chiese però di sostituire Wilder per non apparire un rincalzo, portando così all’arrivo di Dan Aykroyd, con cui John Landis aveva già collaborato con successo due anni prima in The Blues Brothers. E ora mi toccherà contare quanti giorni mancano a Natale…