«L’imbonitore ha colpito ancora»

Dopo una pausa piuttosto lunga, Baz Luhrmann è finalmente tornato al cinema con una pellicola che, fin dall’inizio, sembrava cucita su di lui: Elvis. Il film racconta l’intera vita del Re del Rock, interpretato da Austin Butler, in ambito nerd noto soprattutto per aver ispirato la fazione dei Kings in Fallout: New Vegas, e del rapporto travagliato avuto col suo manager, il Colonnello Tom Parker, dalle fattezze pesantemente truccate di Tom Hanks.

Lo stile di Luhrmann

La prima caratteristica a saltare all’occhio guardando Elvis è la capacità di Baz Luhrmann d’utilizzare al massimo i mezzi audiovisivi. In un’industria i cui registi di maggior spicco in fatto di incassi, come i fratelli Russo, per citare un esempio, sono celebri per uno tra gli stili più piatti mai visti su grande schermo, il tratto ultra ricercato, folle e pomposo di Baz Luhrmann è una vera e propria manna dal cielo.

Un film ambizioso

Attraverso il montaggio di Matt Villa e Jonathan Redmond, il regista di Moulin Rouge! è stato in grado di regalare al pubblico un film cui si può finalmente riconoscere dell’ambizione. Purtroppo, però, essendo un biopic musicale, Elvis non è esente dai difetti di cui soffrono tutte le pellicole del genere. Elvis cerca di raccontare trent’anni di vita di un uomo in due ore e mezza, perdendo continuamente il focus della sua narrazione.

Soprattutto nel primo atto, la voce narrante di Tom Hanks sembra avere più linee di dialogo del protagonista del film. Infatti, all’inizio Elvis sembra voler raccontare la vita della star dal punto di vista del Colonnello Tom Parker, come una sorta di narratore inaffidabile, per poi passare al racconto oggettivo della vita del celebre musicista.

Tanta carne al fuoco

Tanta è la carne messa al fuoco dagli autori che, in pochi minuti, si passa dalla morte di Martin Luther King a quella di Bobby Kennedy. Due avvenimenti separati da mesi che in sala viviamo in pochi minuti. Non aiuta, poi, che siano introdotti da un forte rumore di pistola, che ricorda molto, inavvertitamente, lo sketch di Saturday Night Live, The shooting AKA dear sister.

Un magistrale Austin Butler

Elvis, però, riesce a ricordarci che razza di grande artista sia stato Elvis Presley, grazie anche a un’interpretazione magistrale di Austin Butler, in grado di catturare tante delle movenze di uno degli uomini più famosi di sempre. Lasciata la sala sarà impossibile non iniziare un’immersione nella vasta discografia di colui che cambiò per sempre la storia della musica.