«Ciò che cerco è l’ordine naturale delle cose»

Pochi artisti possono vantare la stessa riconoscibilità e pervasività di M.C. Escher. Le sue opere ricche di paradossi prospettici, con le scale infinitamente in salita o poste su piani impossibili, sono arrivate a intercettare anche i palati di noi nerd, quando vedemmo percorrerle dal Re dei Goblin, quel David Bowie protagonista di Labyrinth.

La bibliografia scarna di un uomo riservato

Curiosamente, a fronte della mole di opere divenute patrimonio pop in tutto il mondo, la bibliografia di Escher è scarna, conseguenza della sua indole mite e riservata. Forse per compensare questa lacuna, o forse per cimentarsi con un’eredità visiva dall’innegabile fascino, Lorenzo Coltellacci e Andrés Abiuso propongono per Tunué Escher: mondi impossibili.

Una giusta presentazione

«Escher, mostrandoci l’impossibile, ci illumina sul possibile». Con questa frase del premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, l’editore presenta questo graphic novel. Non avrebbe potuto trovare citazione migliore. I due autori, rispettivamente alla sceneggiatura e ai disegni, si cimentano in una vera e propria impresa.

Se Lorenzo Coltellacci ha dovuto fare i conti con la pochezza delle informazioni sulla vita di Escher, Andrés Abiuso ha avuto il compito più difficile: rappresentarne la visione e le opere ma senza scadere nella piatta citazione, come entrambi hanno sottolineato nel corso di un incontro stampa organizzato da Tunué e al quale Nerdface ha avuto il piacere di partecipare.

Alla scoperta di un’icona

Correttamente, gli autori prendono spunto dagli infiniti universi e dalle altrettante prospettive per costruire una vicenda in cui un giovane protagonista si trova a viaggiare nel tempo e nello spazio, accompagnato da un insondabile e misterioso Virgilio, per seguire gli accadimenti più significativi di Escher, tra i suoi soggiorni in Italia e in Svizzera o le altre tappe significative della sua vita.

Un buon inizio

Escher: mondi impossibili paga la sua impostazione, sospesa tra la necessità di narrare una vita dell’artista priva di eventi particolarmente significativi e la parsimonia con cui sono rappresentate alcune sue opere. Il risultato pone il graphic novel in un limbo, lo stesso del suo protagonista, ma rappresenta in ogni caso un buon inizio dal quale costruire una prima conoscenza di un autore fondamentale per la storia dell’arte e della grafica.