«Non mi hai tolto la mia auto»

Dopo una sontuosa presentazione a Roma in presenza del cast in posa di fronte al Colosseo, è arrivato al cinema il nuovo capitolo di una tra le più sorprendenti saghe cinematografiche recenti. Fast X è infatti il decimo film di un franchise partito come allegro carrozzone di amanti del tuning per poi reinventarsi in una sorta d’universo supereroistico e spionistico, con una quantità di attori e attrici da far invidia all’MCU.

Un nemico dal passato

Prima tappa di quella che dovrebbe essere la trilogia conclusiva di Fast & Furious, ma non delle sue diramazioni, alla luce dei già annunciati spin-off, Fast X pone sulla strada di Toretto e famiglia un nuovo e temibile nemico, Dante Reyes, figlio del narcotrafficante gabbato dai nostri eroi nella quinta pellicola dedicata alle loro imprese.

Jason Momoa

Interpretato da un gigionesco Jason Momoa, un po’ fluido e un po’ psicopatico, Dante elabora un complesso piano per provare a fare secchi tutti gli amici di Toretto, uno dopo l’altro, per poi arrivare a togliergli l’affetto più caro: suo figlio.

Fast X inizia come copione obbliga: musica rap a scandire una grigliata di famiglia, in occasione della quale sventagliare tutto il repertorio che ha permesso alla saga d’essere amata così come apertamente detestata: canotte, bicipiti, bolidi in officina, birrette, battutine e frasi fatte.

Tutte le strade portano a Roma

Ma per tenere fede al detto, per fortuna Fast X si sposta rapidamente a Roma, dove assistiamo a un gustosissimo inseguimento per le strade del centro storico, attraverso le quali tutta la squadra di Toretto, caduta in trappola, deve evitare che un’enorme bomba a forma di sfera rotolante rada al suolo il Vaticano.

Meglio di un ultrà

Spettacolare e assolutamente irrealistica, questa prima scena fa immediatamente capire di quale pasta sia fatto Fast X.

Tra sportellate, piroette sulle moto, flipper stradali e devastazioni solo sognate dagli ultrà del Feyenoord e che si protraggono tra Piazza del Popolo, Trinità dei Monti, la Barcaccia e la Santa Sede sotto il segno di una toponomastica fantasiosa, il film introduce il filo conduttore della storia: la corsa contro il tempo di Toretto per scongiurare che il piano di Dante riesca.

Questa è la forza di Fast & Furious: riuscire a essere sempre più esagerato e fracassone, in un continuo rimescolamento delle carte, dove i nemici di un tempo diventano fratelli di oggi e l’asticella della spettacolarità è posta incredibilmente più in alto, con trovate sempre più assurde e per questo meravigliose.

Spazio all’autoironia

Attraverso il personaggio di Dante e alle sue battute, inoltre, Fast X riesce anche laddove finora non s’era mai addentrato, ovvero a leggersi con autoironia e a prendersi un po’ meno sul serio.

Sotto questo punto di vista, il personaggio dello zio Jakob, interpretato da un John Cena con uno degli outfit più ridicoli del pianeta, emerge con forza sia nelle scene comiche, come in quelle più drammatiche.

Spazio a tutti

Pur essendo un film in cui la storia porta a un collo di bottiglia dal volto del suo protagonista assoluto, Toretto, Fast X riesce però a dedicare spazio a tutti gli altri personaggi. Da ricordare sono, infatti, una scazzottata di rara ignoranza tra Michelle Rodriguez e Charlize Theron, come il metodo d’allenamento al sacco di Jason Statham.

Fast X chiude con una tesissima sequenza alla sommità di una diga, lasciata volutamente sospesa perché ci si possa chiedere quali e quante leggi della fisica Toretto violerà per trarsi d’impaccio. Lo scopriremo nel prossimo film. Noi non vediamo l’ora, anche perché, a giudicare dalla scena dopo i titoli di coda, ci sarà da vederne delle belle.