«Something is changing»

Ciclicamente i fan di Stephen King sono esposti a nuove rivisitazioni per il grande schermo dei suoi libri. È un appuntamento sempre atteso con ansia, nella speranza che finalmente arrivi un lungometraggio all’altezza delle atmosfere e dello spessore psicologico che il Re del Terrore ha saputo infondere nei suoi scritti. Il più delle volte, però, è la delusione il sentimento ad accendersi insieme alle luci in sala.

Un nuovo remake

Arriva oggi al cinema Firestarter: sarà riuscito a smentire questa mesta tradizione? Il romanzo originale è datato 1980 e in Italia arrivò due anni dopo, col titolo L’incendiaria. Vide anche un primo lungometraggio, con una giovanissima Drew Barrymore protagonista, non esattamente da ricordare. La storia segue le vicende di una famiglia perseguitata da una misteriosa organizzazione priva di scrupoli, che ha trasformato i due genitori in un uomo e una donna dai poteri straordinari.

Una vita in fuga

I due vivono una vita in fuga, nel tentativo di proteggere la loro unica figlia che sta manifestando in modo sempre più brutale e incontrollabile le sue capacità: oltre ad aver ereditato da mamma e papà rispettivamente la telecinesi e la telepatia, la piccola Charlie può anche manipolare il fuoco.

Privata di internet e ridotta a una vita da Amish, questa Jean Grey in fieri è naturalmente esposta al bullismo dei suoi coetanei e l’incidente che attirerà su di sé l’attenzione di chi la vuole rinchiudere e studiare per fini malvagi arriva velocemente. Inizia così una strada che porterà la bambina a sperimentare le sue doti, mettendola nella condizione di scegliere se usare i suoi poteri a fin di bene o scatenarli senza pietà.

I supereroi secondo King

Firestarter potrebbe considerarsi la via di King ai supereroi, distante dall’horror e più vicina al fantastico, pur mantenendo alcuni temi cari allo scrittore, come la provincia americana, l’adolescenza e la tentazione del male. Insomma, sulla carta e specialmente pensando alle numerose rivisitazioni in tema di supereroi che hanno saputo imporsi all’attenzione del pubblico, dal Superman malvagio di Brightburn fino alla banda di psicopatici di The boys in procinto di tornare in TV, il piatto sembra gustoso. Purtroppo, però, risulta insipido.

Nessuna emozione

A colpire di Firestarter sono due aspetti. Il primo è legato all’incapacità del film d’andare al di là dell’effetto speciale e del mero elenco di fatti che si snodano nel corso della vicenda. Nessun momento, tolti forse i primi minuti, riesce a colpire in profondità e il risultato pone lo spettatore in una posizione del tutto neutra, priva di partecipazione emotiva.

A contribuire a questa sensazione è pure il cast, che non offre interpretazioni di particolare rilievo, con uno Zac Efron particolarmente poco ispirato. La seconda caratteristica di Firestarter è un certo senso di straniamento, cui contribuiscono in modo importante le musiche di John Carpenter, che portano le atmosfere verso l’horror degli anni ’80, quando il film invece non guarda a quella decade e, soprattutto, non è un horror. Purtroppo, Firestarter va a sommarsi alle altre pellicole deludenti tratte dai romanzi di Stephen King.