Giancarlo Giannini: l’incredibile carriera di un grande attore

giancarlo giannini si copre metà volto con un cappello - nerdface

Giancarlo Giannini

«Io non credo che la somiglianza dell’attore con il personaggio aiuti nell’interpretazione. Anzi, più è lontano e meglio è».

La giacca dell’attore

Dedicare attenzione alla carriera di Giancarlo Giannini ha avuto grosso modo lo stesso impatto di quando s’assiste all’ingresso in uno di quegli appartamenti del programma Sepolti in casa. Posto in questi termini, potrebbe sembrare un paragone davvero poco lusinghiero, ma tra apparizioni in pellicole girate in tutto il mondo, interpretazioni che spaziano dalla commedia alla fantascienza e ruoli che si alternano tra quello di mero caratterista e di protagonista assoluto, in aggiunta a una quantità sconvolgente di doppiaggi di grandissimo spessore, la sensazione è proprio quella di sentirsi soverchiati da una marea caotica e sconfinata.

Esordi d’autore e il sodalizio con la Wertmüller

Sono davvero pochi gli artisti italiani che possono vantare non solo l’ubiquità, ma soprattutto l’adattabilità che l’eclettico spezzino trapiantato a Napoli e poi a Roma ha mostrato in tutti questi anni.

Tra serio e faceto

In patria, Giancarlo Giannini s’è dimostrato fin dai suoi esordi nel 1965, capace interprete di moltissime pellicole tra il serio e il faceto, dietro le cineprese di registi straordinari quali Ettore Scola (Dramma della gelosia, 1970), Dino Risi (Sessomatto, 1973), Nanni Loy (Mi manda Picone, 1983), Mario Monicelli (Il male oscuro, 1990), fino ad arrivare al sodalizio ultra decennale che lo vede assurgere al rango d’attore feticcio di quella Lina Wertmüller che, a spasso per l’Italia delle più assurde disparità sociali e sentimentali, scolpirà per Giancarlo Giannini, assieme a Mariangela Melato, alcuni dei suoi ruoli più memorabili, come il Mimì metallurgico ferito nell’onore, Pasqualino sette bellezze e il Tunin di Film d’amore e d’anarchia.

Hollywood

Anche l’occhio di Hollywood riserva a Giancarlo Giannini uno sguardo particolarmente benevolo: ha interpretato religiosi a tutti i livelli della carriera ecclesiastica, raggiungendo perfino il soglio di Pietro in Joshua, di Jon Purdy. E sebbene i suoi personaggi nei film oltreoceano non arrivino sempre alla fine dei propri giorni nel migliore dei modi, c’è anche da dire che il René Mathis di Giancarlo Giannini accompagna il James Bond di Daniel Craig in ben due dei suoi pirotecnici 007 e a farlo appendere dal balcone di Palazzo Vecchio con le sue stesse budella sono pur sempre l’Hannibal Lecter di Anthony Hopkins e il signor Ridley Scott.

giancarlo giannini e daniel craig in 007 - nerdface

In ogni caso non c’è da rimanere male delle sorti riservate a Giancarlo Giannini: le morti violente e quanto vi ruota attorno sembrano essere decisamente nelle sue corde. Entrambe le regie da lui firmate a distanza di anni, Ternosecco (1987), ambientato in una Napoli molto wertmülleriana, e Ti ho cercata in tutti i necrologi (2013), di taglio più internazionale, tutti e due da andare a ripescare, arrivano o partono da vicende d’omicidio o tentato tale.

I doppiaggi celebri

A Giancarlo Giannini appartiene pure una voce molto particolare e apprezzata. Sono le sue corde vocali che fanno parlare italiano moltissimi grandi attori, da Dustin Hoffman ne Il laureato a Ryan O’Neal in Barry Lindon, fino ad arrivare a creature mitologiche come Al Pacino e Jack Nicholson in numerosissime pellicole. Lì il gioco si fa difficile, ma il nostro Giancarlo Giannini se la cava egregiamente, alla faccia dei puristi della versione originale.

Una giacca speciale

Per concludere questo faticoso e assolutamente incompleto articolo sull’appartamento invaso dalle performance di Giancarlo Giannini, Nerdface sceglie di ricordare la giacca parlante che nel 1992 fu indossata da Robin Williams nel film Toys. Ebbene, quell’aggeggio favoloso è stato fabbricato proprio da Giancarlo Giannini il quale, prima di fare l’attore, si diplomò perito elettrotecnico, al costo di sei giorni, sei notti e cento pacchetti di sigarette.

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