«Dio ti ha abbandonato»

Un’altra serie coreana sta facendo discutere e appassionare un numero sempre crescente di spettatori, dopo il fenomeno Squid Game. Si tratta di Hellbound, disponibile sempre su Netflix già dal 19 Novembre. Sebbene non abbia raggiunto i numeri del suo predecessore, Hellbound ha numerose ragioni per poter essere ritenuto uno show alla sua altezza e conferma ancora una volta la profondità e l’originalità delle produzione coreane, su grande e piccolo schermo.

Un po’ di trama senza spoiler

In un futuro talmente prossimo da essere ritenuto dietro l’angolo, tre mostruosi e possenti umanoidi appaiono tra la gente per eseguire la condanna a morte del malcapitato di turno, annunciata precedentemente da un angelo. Dopo aver brutalmente percosso e torturato la vittima, i tre boia ultraterreni lo bruciano vivo, spedendolo all’Inferno e lasciando su questa terra solo uno scheletro fumante.

Dio c’è (ed è molto arrabbiato)

Hellbound ha l’intelligenza di raccontare la reazione dell’umanità di fronte alla consapevolezza dell’esistenza di Dio, dell’Inferno e del concetto di peccato, motivo delle condanne a morte subite da uomini e donne di ogni età e censo; non si sofferma, almeno per ora, sulla descrizione delle entità ultraterrene, che sono presentate in modo tale da mettere lo spettatore sullo stesso piano di un’umanità posta di fronte all’ignoto.

Per trovare risposte impossibili a domande inevitabili, nasce una nuova religione, sostanzialmente divisa in una branca teologico-politica e una d’azione: la sua finalità è individuare i peccatori non appena abbiano ricevuto la sentenza, per rendere pubbliche le loro esecuzioni, affinché siano motivo d’intrattenimento e d’esempio per tutti; uomini e donne di cui si sospetta una condotta discutibile sono invece perseguitati e spesso uccisi, dietro una presunta giustificazione religiosa.

La resistenza

Non tutti, però, si piegano a una società divenuta teocratica e, così, una resistenza clandestina decide d’operare per contrastare un ordine costruito sulla paura e, soprattutto, per aiutare i condannati almeno ad avere una morte lontana dai riflettori, dignitosa. Le cose diverranno enormemente più serie quando un evento metterà in discussione l’intero impianto ideologico e religioso di questa società distopica.

Domande

Hellbound chiude la sua prima stagione di 6 episodi lasciando aperte tantissime domande e un senso d’inquietudine profondo, avendo descritto una società teocratica al tempo dei social, senza lesinare dettagli molto crudi e avendo presentato alcune trovate davvero interessanti. A voler trovare qualche riferimento, Hellbound sembra prendere spunto da The Ring per raccontare la genesi di una società che in qualche modo abbiamo già visto in The Handmaid’s Tale. Non resta che aspettare la prossima stagione.