Inside Out | Le emozioni secondo Disney e Pixar | Recensione
- Pubblicato: 30 Luglio 2015
Scritto da: Ludovico Lamarra

Il voto di Nerdface:
4.0 out of 5.0 stars
Titolo originale | Inside Out |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2015 |
Durata | 94 minuti |
Uscita | 16 Settembre 2015 |
Genere | Animazione Avventura |
Regia | Pete Docter Ronnie del Carmen |
Sceneggiatura | Pete Docter Meg LeFauve Josh Cooley |
Character design | – |
Musiche | Michael Giacchino |
Produzione | Pixar Animation Studios |
Distribuzione | Walt Disney Studios Motion Pictures |
Doppiatori originali | Amy Poehler Phyllis Smith Lewis Black Bill Hader Mindy Kaling Kaitlyn Dias Diane Lane Kyle MacLachlan Richard Kind Josh Cooley John Ratzenberger Paula Poundstone Bobby Moynihan Paula Pell Lori Alan Carlos Alazraqui Peter Sagal Paris Van Dyke Dave Goelz Frank Oz |
Il voto di Nerdface:
4.0 out of 5.0 stars
«Portala sulla Luna per me»
Un tempo avevo un amico, il quale amava usare la metafora del suo «parlamento interno» ogni qualvolta si trovasse in crisi o di fronte a scelte spinose da prendere. Perché, va detto e gliene va dato atto pure oggi, nonostante le nostre strade si siano separate: le figure del diavoletto e dell’angioletto, viste così tante volte nei cartoni animati di Hannah & Barbera, effettivamente riducono di molto il range delle spinte, spesso contrastanti, di fronte alle quali rimaniamo fermi nell’immobilità. Ora, al di là del fatto che se questo mio vecchio amico avesse proposto questo soggetto alla Pixar anni fa oggi sarebbe ultra-milionario, arriva Inside Out. Tutti ne conoscono la trama e in molti, moltissimi, gridano al capolavoro. Ed effettivamente Inside Out è un film molto bello. S’immagina che dentro ogni individuo vi sia una sorta di plancia di comando in stile Star Trek, la cui cloche è gestita da 5 emozioni: Gioia, Tristezza, Rabbia, Paura e Disgusto. La personificazione di questi cinque protagonisti si caratterizza per forme e colori e in modo molto efficace: particolarmente azzeccato il rosso incazzoso, quando sbrocca e gli prende fuoco la testa. La loro presentazione avviene alla nascita della piccola Riley, nella cui mente di neonata affiora Gioia, primo motore delle sue azioni. Fortunatamente, questi primi melensi e vagamente irritanti minuti passano veloci, per dare spazio a personaggi maggiormente interessanti e credibili, a partire da Tristezza: si può dire che tutto Inside Out ruoti intorno al rapporto complesso tra le due.
In questa rappresentazione splendida della nostra mente e di quanto avviene al suo interno, per disegni e spunti, le 5 emozioni, oltre a guidare le azioni della piccola, raccolgono e catalogano i ricordi di Riley a seconda di quale abbia prevalso: inutile dire che alla soglia dell’adolescenza via sia una dominanza delle sfere giallo-gioia, perché questo è l’escamotage utilizzato per rappresentare il lavoro da archivisti; un modo molto efficace, con queste biglie colorate destinate a riempire piste e archivi sterminati a inseguirsi e rincorrersi, mentre assistiamo a scenette familiari, sfide sportive e risate con le amiche. Non solo: le esperienze più significative e formative sono raccolte a parte e danno luogo a ramificazioni, vere e proprie isole nell’animo della bambina, ricordi cardine della personalità, quanto determinerà il suo carattere in futuro. C’era un tempo in cui Disney rappresentava in modo anche crudo personaggi del tutto malvagi e piuttosto repellenti, se non altro perché attingeva dalle favole della tradizione, non proprio oasi di buoni sentimenti o terreni di facili distinzioni tra bontà e malvagità. Insomma: i migliori e duraturi traumi infantili scappavano dal bosco di Biancaneve e piangevano la mamma di Bambi. Pixar sembra ricordarlo e almeno prova a spostare Inside Out dalla commedia buonista e facile a una narrazione più complessa.
E così, la crescita di Riley avviene bruscamente, a causa di un evento non particolarmente grave, ma capace di costringerla a confrontarsi con un mondo in cui è facile smarrirsi e perdere i riferimenti, meno premuroso e accudente di quello dal quale proveniva. Da questo momento, Inside Out diventa sorprendente per la capacità di rappresentare il cambiamento del mondo interiore, della dialettica tra le emozioni e in quale modo il passaggio dall’infanzia all’adolescenza possa letteralmente distruggere le nostre certezze, le isole, e mescolare apparentemente in modo inconciliabile emozioni anche contrastanti. E, infatti, il tutto è narrato attraverso il viaggio a due compiuto da Gioia e Tristezza nella mente della bambina, nei suoi ricordi, nelle sue proiezioni e tra i suoi sogni, fino a valicare le inquietanti porte dell’inconscio. Le sfere non potranno più essere monocolore, dunque. Perché si sa, attraverso la lente del tempo, soprattutto le esperienze più significative e belle acquistano un sapore malinconico, triste. Lo sappiamo: non torneranno.
Dove Inside Out perde d’efficacia è nel ritmo complessivo della narrazione, piegata a diversi momenti un po’ troppo lenti e meno all’altezza, se paragonati ad alcuni spunti realmente geniali. Inoltre, Disney e Pixar sembra abbiano confezionato un prodotto né per bambini, né per adulti, senza la capacità di saper comunicare a entrambi con la stessa forza, come per esempio avveniva in Up o in Wall-E. Non è detto che sia un male, intendiamoci. Al contrario, potrebbe anche essere visto come una qualità d’Inside Out: un film da rivedere nel tempo, per saper apprezzare trovate e particolari, magari sfuggiti in passato. Ma a un adulto, per esempio, salta all’occhio la mancanza di altri motori del nostro agire, come l’invidia, e non solo nella sua accezione negativa. E così si arriva alla fine della proiezione: il viaggio è stato affascinante, a tratti molto commovente, se si pensa alla sotto-trama di Bing Bong, l’amico immaginario. La plancia di comando, adesso, è molto più grande e complessa: capiamo meglio a cosa serva Tristezza, sappiamo apprezzarla. Siamo stati accompagnati da una realizzazione grafica mai vista prima per scelte cromatiche, rappresentazioni e scenografie. Ci hanno aiutato a comprendere come ognuno di noi sia il risultato di tanti sentimenti, a volte apparentemente contrastanti. Forse ci hanno aiutato allo stesso modo a mettere a fuoco perché oggi siamo quel che siamo, a riconoscere le nostre isole alle quali a volte approdiamo come naufraghi, quando vogliamo aggrapparci a qualcosa di positivo e ci sentiamo smarriti. E infine: vi consigliamo di seguire fino alla fine i titoli di coda: non c’è Nick Fury, ma sono la parte più esilarante di Inside Out.
Titolo originale | Inside Out |
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Lingua originale | inglese |
Paese | USA |
Anno | 2015 |
Durata | 94 minuti |
Uscita | 16 Settembre 2015 |
Genere | Animazione Avventura |
Regia | Pete Docter Ronnie del Carmen |
Sceneggiatura | Pete Docter Meg LeFauve Josh Cooley |
Character design | – |
Musiche | Michael Giacchino |
Produzione | Pixar Animation Studios |
Distribuzione | Walt Disney Studios Motion Pictures |
Doppiatori originali | Amy Poehler Phyllis Smith Lewis Black Bill Hader Mindy Kaling Kaitlyn Dias Diane Lane Kyle MacLachlan Richard Kind Josh Cooley John Ratzenberger Paula Poundstone Bobby Moynihan Paula Pell Lori Alan Carlos Alazraqui Peter Sagal Paris Van Dyke Dave Goelz Frank Oz |