«Volevi fare l’eroe? Ora ne devi pagare il prezzo!»

Inutile girarci attorno: la nuova saga dedicata a Spider-Man ha da subito diviso i suoi fan. Da un lato gli amanti della prima trilogia firmata Sam Raimi, incarnata dal volto rassicurante e bonaccione di Tobey Maguire; da un altro i sostenitori di questo nuovo corso, certamente tratto dal filone comic Ultimate della Marvel, così caratterizzato da atmosfere più dark. Crediamo si tratti semplicemente d’accettare l’esistenza di modi diversi d’intendere lo stesso eroe, prospettiva riscontrabile anche nel comic, da sempre. Perché non è possibile amare la trilogia di Sam Raimi, il Doc Oc impersonato da Alfred Molina e il Goblin da Willem Dafoe, e allo stesso tempo sentirsi vicini allo Spider-Man tumefatto e ammaccato di questo nuovo filone?

Ci siamo avvicinati a The Amazing Spider-Man 2: il Potere di Electro con grandi aspettative, come tutti. Il trailer, infatti, metteva molta carne al fuoco: in primo luogo per la nemesi di turno, l’Electro interpretato da Jamie Foxx; poi per la consapevolezza dell’apparizione di un altro nemico molto amato, Rhino; poi per l’arrivo di Harry Osborn e le inevitabili domande circa lo sviluppo del suo rapporto con Peter Parker (Andrew Garfield); infine per la storia d’amore con Gwen Stacy (Emma Stone) e l’incognita legata all’arrivo della più nota Mary Jane Watson.

Tutto parte dalla Oscorp

The Amazing Spider-Man 2: il Potere di Electro scorre bene, fluido e senza intoppi di trama: la nascita di Electro ruota intorno alla Oscorp, naturalmente, e questo nuovo filone dà modo a Peter Parker d’investigare e di scoprire le cause della morte dei suoi genitori, anch’esse legate all’azienda del fu Norman Osborn. Senza accennare ai motivi dell’odio di Electro nei confronti di Spider-Man, probabilmente il lato più debole della sceneggiatura, il primo incontro tra i due è senza dubbio uno dei momenti migliori di tutta la vicenda, contrassegnato da un crescendo musicale epico e totalizzante, giustamente elettrico.

A metà tra la versione classica del comic e le contaminazioni prese a quattro mani dalla saga d’Infamous, lo scontro è visivamente una delle esperienze più belle viste al cinema da diversi anni a questa parte, per colori, suoni, volteggi e dinamica generale. Ma non c’è solo Electro. Rhino è un altro ospite gradito di casa Marvel all’inizio e alla fine di The Amazing Spider-Man 2: nel primo caso è ancora in versione nuda, nel secondo indossa la celebre e tostissima armatura, parte di un arsenale di cui si servirà il nuovo Goblin; stando a giudicare da qualche inquadratura, u. guardaroba di cui si serviranno anche Octopus e l’Avvoltoio, magari  prossimi protagonisti nel terzo capitolo della saga.

La storia d’amore

Pure l’evoluzione della storia d’amore con Gwen Stacy è meno scontata di quanto ci si potesse aspettare: fa sgorgare lacrime dai volti del pubblico femminile e sorrisi soddisfatti e sornioni su quelli maschili. Il ruolo, soprattutto morale, della compagna di Peter Parker sarà fondamentale per la sua crescita e la consapevolezza del ruolo da eroe, nell’immancabile momento di crisi posto di fronte al buon Peter Parker nel corso della vicenda.

Una menzione speciale merita la scena finale di The Amazing Spider-Man 2: il Potere di Electro: dovrebbe spingere anche i più fanatici amanti della prima trilogia a rivalutare questo secondo capitolo della nuova saga, se pure dovessero aver rigettato il primo per intero. Non la sveliamoo, per evitare spoiler indesiderati, ma racchiude l’essenza del celebre motto «da grandi poteri derivano grandi responsabilità»: ha molto commosso e racchiude il senso profondo di Spider-Man, a prescindere da come lo si intenda.