«That’s my war»

Con un misero 54% su Rotten Tomatoes, Secret invasion s’è attestata quale peggiore serie televisiva di casa Marvel, nonostante il tema trattato e i protagonisti, cast compreso, fossero di tutto rispetto. S’è trattato di un giudizio troppo severo, come spesso avviene nei passaparola emulativi, oppure lo show dedicato a Nick Fury ha meritato questa bocciatura?

Un gusto retrò

Secret invasion avrebbe voluto essere una serie di spionaggio vecchia maniera, dal gusto retrò come certi intrighi provenienti dalla Guerra Fredda. Gli eventi vedono gli alieni mutaforma Skrull spaccarsi in due fazioni all’indomani della scomparsa di Nick Fury, impegnato in un misterioso progetto spaziale di difesa.

Una terra per gli Skrull

Sotto la ferrea guida di Gravik, dunque, gli Skrull ora puntano a dominare la Terra, elaborando un piano d’infiltrazione ai più alti vertici politici e militari, volto a scatenare un conflitto mondiale e ottenere così il controllo del pianeta, sulle ceneri di una guerra nucleare. A questi piani s’oppone, però, l’amico di sempre di Nick Fury, Talos, un altro Skrull che invece crede nella pace e nella convivenza.

Gli eventi costringeranno Nick Fury a tornare a casa. Non è più, però, l’uomo di sempre, in quanto ancora traumatizzato dall’esperienza del Blip, come se l’esperienza lo abbia prosciugato dalle energie di un tempo.

Cercando di salvare una situazione apparentemente disperata e giocando al di fuori di una diplomazia internazionale poco incline al dialogo, Fury cercherà aiuto in Rhodey, ora consigliere del Presidente USA, e in Sonya Falsworth, a capo della sicurezza britannica. A complicare le cose, però, il ruolo dell’ineffabile G’iah, la figlia di Talos, che sembra essere passata dalla parte del nemico.

Un buon inizio per un pessimo svolgimento

Secret invasion in soli 6 episodi getta le basi di numerosi eventi che saranno sviluppati nel futuro prossimo dell’MCU e qualche preoccupazione è quindi comprensibile, dati gli esiti. Nonostante un buon inizio, intrigante e dalle giuste atmosfere, la serie nel corso dei suoi 6 episodi perde di fascino e di mordente, abbandonandosi a un finale che lascia più interrogativi che risposte.

Se qualche spunto è apprezzabile, come lo sguardo per alcuni versi scioccante alla vita privata di Nick Fury e la prova magnifica di Olivia Colman nei panni di Sonya Falsworth, Secret invasion lascia che la noia soverchi le tante possibilità d’intrigo offerte da un nemico che potrebbe essere chiunque. Così, la paranoia diviene solo noia e il dubbio cede il passo a colpi di scena telefonati.

Il caos narrativo

Gli stessi attori protagonisti hanno dichiarato di non aver avuto idea di cosa stesse accadendo alla sceneggiatura e ai loro personaggi nelle fasi di reshooting, lasciando trapelare un certo disappunto per questo caos narrativo.

Infine, Secret invasion consegna all’MCU un nuovo personaggio, apparentemente il più forte di sempre, scoprendo il fianco a ulteriori congetture, critiche e perplessità. Insomma, si tratta di una bocciatura guadagnata con pieno merito.