«Gli elementi non si mischiano!»

Esce oggi al cinema il nuovo film Disney Pixar firmato da Peter Sohn, già regista de Il viaggio di Arlo. Pur presentato sulle note suggestive di Hell n back di Bakar, Elemental inizialmente aveva lasciato perplessi, in occasione delle prime sequenze diffuse ufficialmente.

Tutto già visto?

Tutto sembrava già visto: una città multietnica come in Zootropolis, ma popolata invece dai quattro elementi aria, acqua, fuoco e terra; una ragazza alla ricerca della sua strada, come per l’anima irrequieta di Soul; in generale, la riproposizione di scenari fantastici nei quali rappresentare storie di superamento delle reciproche differenze.

Non il cosa, ma il come

Già dalle prime battute, però, Elemental ricorda al pubblico come il segreto di una buona storia non sia tanto il cosa, ma il come questa sia narrata. E così, su stessa ammissione di Peter Sohn, presente all’anteprima stampa di Roma insieme alle voci italiane del film, questa sorta di Romeo e Giulietta conquista grazie alla delicatezza del suo racconto e alla fantasia delle tante trovate.

Ember è una giovane ragazza di fuoco e lavora alla bottega di famiglia, che il padre desidera lasciarle una volta raggiunta la pensione. In perfetta coerenza col suo essere, ha un carattere fumantino e irascibile, caratteristiche che le rendono difficile rapportarsi ai clienti dell’emporio, situato nel quartiere degli elementali di fuoco della città di Element City.

Due opposti si incontrano

Un giorno, alle prese con una mattinata lavorativa particolarmente dura, Ember si trova a fronteggiare un’emergenza con le tubature d’acqua, dalle quali sbuca Wade, un acquatico impiegato al Municipio.

Per scongiurare la chiusura del negozio, Ember dovrà uscire dal suo quartiere e stringere un legame con questo giovane così distante da lei, accomodante e sensibile al punto da scoppiare in lacrime anche per eventi banali. Sarà l’occasione per scoprire se stessa, i suoi desideri e, forse, trovare per la prima volta l’amore.

Lasciamo al pubblico il piacere e la meraviglia dell’impatto visivo di Elemental, film frutto di anni di lavoro e di cura dei dettagli, come ricordato dal regista. Per fare un solo esempio, è stato necessario ideare un programma apposito per riprodurre le fattezze e il movimento delle fiamme di tutti i personaggi.

In Elemental, poi, oltre alla storia d’amore tormentata dei due protagonisti, sono presentati altri temi. Il primo, fondamentale, è l’individuazione delle proprie passioni, anche quando vanno in contrasto con le tradizioni familiari o i desideri di un padre molto presente.

Migranti e ambiente

A proposito di famiglia, Elemental riesce anche a porre diverse riflessioni legate alla difficoltà dell’integrazione dei migranti, rappresentate dai genitori di Ember e dai sacrifici da loro compiuti per trovare un futuro migliore, costretti ad abbandonare la loro terra a causa dei cambiamenti climatici, ulteriore spunto per pensare. Anche nel confronto con la famiglia di Wade, che potremmo definire di ricca borghesia progressista, si snoda un altra dinamica interessante del film.

Non si tratta, ovviamente, di temi casuali, in quanto Elemental, come raccontato da Peter Sohn, trae spunto anche dalla sua vicenda personale e familiare e probabilmente questo tratto autobiografico contribuisce non poco a rendere Elemental un film sincero, con alcuni passaggi decisamente commoventi.