«Non essere stupida»

In quali giungle può perdersi un rapporto con un padre? Quali forme possono assumere le paure di una ragazza in cerca della propria strada? E su quali note si snoderà questo percorso? A queste domande sembra voler dare una risposta Elisabetta Romagnoli con Guardati, graphic novel autobiografico edito da Tunué nella collana Ariel, dedicata al dialogo tra generi.

A proposito di padri

Ne sappiamo qualcosa. La letteratura nerd è colma di figure paterne complesse e di figli complessati, tra piloti di mecha mai all’altezza del giudizio genitoriale, leoncini orfani e giovani cavalieri pronti a dare una mano per il burbero papà. Una pletora di storie di formazione che potremmo catalogare alla voce «io sono tuo padre».

Nessuna spada laser

Nel caso di Guardati, ovviamente, il rapporto tra la protagonista e il padre non passerà tra i fendenti delle spade laser, ma attraverso scambi verbali ugualmente taglienti, nella migliore tradizione di un inevitabile scontro generazionale.

Mediante una narrazione lineare ma non progressiva, scandita da una colonna sonora interamente affidata ai Red Hot Chili Peppers, Elisabetta Romagnoli ci conduce attraverso le tappe fondamentali che l’hanno resa l’illustratrice e la fumettista che oggi si offre attraverso il suo graphic novel.

Nessun dramma

Siamo ben lontani dai drammi vissuti da Shinji Ikari o da Luke Skywalker: Guardati, infatti, ci proietta in una dimensione comune, in cui i rimproveri di un padre burbero, attraverso la lente dell’infanzia, possono distorcersi e trasformarsi in pantere pedanti; in cui i conflitti dell’adolescenza con un genitore in preda alle paure precipitano la protagonista nell’insicurezza e nell’inadeguatezza.

La potenza è nel disegno

Insomma, se da un punto di vista squisitamente narrativo Guardati non offre spunti eclatanti, laddove Elisabetta Romagnoli invece colpisce è nel disegno, a partire dalla splendida e ipnotica copertina della sua storia.

Le radici da illustratrice sono evidenti e ci permettono di tuffarci in pagine dallo stile visivo e dai colori poco usuali per il fumetto, entrambi perfetti per calarci in quella fantasia che ha fornito a Elisabetta Romagnoli lo strumento per ricomporre i suoi conflitti, individuare la sua strada e infine donarsi a noi lettori.